2020. Un anno di CDTI. Il bilancio di Massimo Di Virgilio

  ICT, Rassegna Stampa
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Ezio Bosso ricorda nel suo magistrale “Che cosa è la musica” le parole del Maestro Claudio Abbado quando diceva che: “….nessuno sta ad ascoltare….”, raccomandando ai suoi allievi che “ …bisogna fare silenzio per ascoltare..”.

 Per questa ragione, siamo andati a sentire le diverse realtà del Paese,  nell’ordine cronologico: impresa, sanità, ricerca, politica, e scuola, per capire dai diretti protagonisti quali sconvolgimenti il Covid stia producendo e quali siano i loro consigli per reagire e lavorare alla ricostruzione e al rilancio.

Etica e impresa

Abbiamo poi dedicato uno spazio centrale alla riflessione sul rapporto tra “etica e impresa”, poiché riteniamo che in una fase così complessa si debba partire dalle fondamenta, ridefinendo un patto costituente e fondativo, indispensabile per rimettere al centro i valori di un agire corretto e reciprocamente rispettoso tra i diversi attori del mercato.

Non poteva poi mancare un momento di auto-analisi per riflettere sui valori associativi e sulla qualità della nostra azione e sull’efficacia della nostra organizzazione.

Attività seminariali

Parallelamente e nel corso dell’intero anno abbiamo dato vita alle attività seminariali specialistiche, che costituiscono l‘ossatura portante della nostra organizzazione, che il Club tiene puntualmente ogni anno, e a quelle progettuali; in particolare, tra queste ultime, nel 2020 si segnalano quelle realizzate per il Liceo “Pilo Albertelli”, il cui modello di intervento abbiamo proposto a Repubblica Digitale per destinarlo ai 15 Municipi di Roma; poi quelle concepite e realizzate insieme al Club di Milano con il premio eHealth 2020, così come le azioni improntate ad un impegno solidaristico a sostegno di “Scuola solidale”.

Smart cities

Alla ripresa autunnale siamo ripartiti con una iniziativa dedicata alle “Smart cities”, del quale ci preme sottolineare in questa circostanza non tanto il suo valore di analisi, ricerca e proposta, che risulta oggettivamente di indubbio valore, vista la rilevanza dei soggetti coinvolti, quanto la sensibiltà mostrata nell’indirizzare lo sguardo non all’ “Urbs”, la città delle pietre, quanto alla cicerioniana “Civitas”; una forte e decisa “messa al centro delle persone”, che ci ha dato lo slancio e la spinta giusta per richiamarci alla “Lezione Olivettiana” per guardare con la determinazione e la visione giusta al difficilissimo cammino che ci aspetta.

Il Re è nudo

Per dirla con il Censis, abbiamo provato e stiamo provando “una paura nera”; il sistema italiano è “una bicicletta a ruote quadrate, che non gira”, che non può non vedere che il “Re è nudo”. Non possiamo illuderci né possiamo addebitare tutte le colpe al Covid; negli ultimi trent’anni l’Italia ha registrato un arretramento del PIL di trenta punti, pari a 500mld€, cioè alla somma dei PIL del Portogallo e della Grecia. E non possiamo dimenticare che ad oggi, a causa della pandemia di Covid, abbiamo purtroppo avuto sessantaseimilacinquecento morti.

Le cose che non ci diciamo

A questo punto occorre dirsi con grande franchezza: “le  cose che non ci diciamo”, e dobbiamo farlo, dicendocele “fino in fondo”, parafrasando il titolo dell’ultimo libro del nostro illustre ospite di questa sera, il dr. Ferruccio de Bortoli, che ringrazio anche a nome di tutti per aver accolto il nostro invito.

Nel farlo dobbiamo essere sinceri e severi, dicendoci che abbiamo un serio e grave problema di Classe Dirigente, e, si badi bene, non dico di classe politica, o meglio, non solo; eh sì, perché bisogna porre fine a un processo di auto assoluzione con l’individuazione del capro espiatorio sempre nell’altro. Come dice don Ciotti, siamo affetti dalla “malattia della rassegnazione”, che ci porta a imboccare, usando sempre le sue parole “la scorciatoia della delega”, che, a più riprese si è dimostrata inadeguata e controproducente per il nostro Paese. Continuiamo purtroppo ad essere affetti dal più becero “pressappochismo”, per usare un eufemismo (vds i casi di intermediazione nell’acquisto di mascherine o i lavori di allestimento delle strutture Covid, per citarne solo alcuni).

Ispirazione olivettiana

Abbiamo davanti a noi una sfida epocale dalla quale si potrà uscire bene, se e solo se saremo in grado di compattarci e di mettere a fattor comune tutte le migliori energie. A nostro avviso l’Associazionismo costituisce una forza propulsiva di inestimabile portata; è il terzo pilastro imprescindibile della nostra società, capace di avere il senso di cultura della “Comunità” di ispirazione olivettiana. Per queste ragioni il CDTI ha ritenuto in questa occasione di fare un forte richiamo ai valori che l’Azienda di Ivrea ed in particolare l’ing. Adriano Olivetti ha non solo dichiarato, ma professato concretamente.

Mario Draghi

Il nostro Club si ispira a questa grande lezione, combinando i valori della solidarietà e del rispetto dell’uomo nella società, con quelli della competenza e dell’esperienza. Un combinato disposto che il CDTI mette a disposizione del Paese, facendo propria la lezione del Presidente Mario Draghi, che raccomanda di “avere uno sguardo lungo”, facendo “..solo progetti capaci di generare crescita sana, e in grado di ripagare i debiti contratti”. Serve managerialità attuativa per operare nella progettazione e nella “execution”. Non ci sono scorciatoie.

E vogliamo farlo come “il castoro”, nel rispetto di quanto ci ha insegnato il prof. Zamagni nella Sua lezione magistrale su “Etica e Impresa” il 7 luglio 2020.

2020. Un anno di CDTI. Il bilancio di Massimo Di Virgilio