500 milioni di euro per polo tecnologico ENEA: 2 miliardi l’impatto atteso sul PIL italiano

  ICT, Rassegna Stampa
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Nascerà a Frascati, alle porte di Roma, il nuovo polo tecnologico dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) per vincere una delle sfide scientifiche più grandi del nostro tempo: la fusione nucleare.

Se il processo di fissione nucleare è stato fino ad oggi avversato da più parti per il suo fortissimo impatto ambientale e la sua pericolosità assoluta per l’ambiente e l’essere umano (vedi la tragedia di Cernobyl, quella più recente di Fukushima o lo strano incidente nella Siberia russa dei giorni scorsi), la fusione nucleare (che poi è quella che accade nel sole ad esempio) sembra poterci garantire migliori condizioni di sfruttamento: zero emissioni, nessun impatto ambientale ed energia pulita rinnovabili per sempre.

Alla base del nuovo Polo tecnologico c’è il progetto “Divertor Tokamak Test” (DTT, divertore), portato avanti dall’Enea, grazie ai finanziamenti della Banca europea per gli investimenti e al sostegno della Regione Lazio, che potrà contare su un fondo complessivo di 500 milioni di euro.

Nello specifico, si legge in una nota dell’Agenzia italiana: “Oltre ai 250 milioni stanziati dalla BEI con la garanzia del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS, pilastro del Piano Juncker), EUROfusion contribuirà con 60 milioni a valere sui fondi Horizon 2020, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca scientifica con 40 milioni, il Ministero dello Sviluppo Economico con 40 milioni, la Regione Lazio con 25 milioni”.

La ricerca sulla fusione nucleare, il processo per produrre energia rinnovabile, sicura, pulita, e inesauribile è una sfida nella direzione della sostenibilità e dell’innovazione che vede l’Italia in prima linea con importanti programmi internazionali e, da oggi anche con la cosiddetta ‘DTT’, una macchina sperimentale ideata per rispondere ad alcune delle problematiche più complesse sulla fusione”, ha spiegato il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Lorenzo Fioramonti.

Il Commissario responsabile per l’Azione per il clima e l’energia Miguel Arias Cañete ha dichiarato: “Per raggiungere l’obiettivo di un’Europa climaticamente neutra entro il 2050 dobbiamo continuare a investire in nuove soluzioni tecnologiche. La fusione è una potenziale fonte di energia sicura, senza emissioni di carbonio e praticamente illimitata”.

La sua realizzazione è un grande successo, perché consentirà di dare risposte a problematiche complesse del processo di fusione e conferma la forte leadership dell’Italia in questo campo, grazie ad una comunità scientifica di eccellenza che ha saputo coinvolgere le industrie più avanzate per creare una filiera di grande rilievo. Già oggi le imprese italiane hanno vinto oltre 1,2 miliardi di euro di contratti in questo campo”, ha commentato il Presidente dell’Enea, Federico Testa.

Il “Divertor Tokamak Test” (DTT) nasce per rispondere ad alcune tra le principali criticità scientifiche e tecnologiche nella realizzazione della fusione nucleare e, in particolare, al problema di come controllare l’enorme quantità di calore che viene generata.

Positive le ricadute attese sulla ricerca scientifica mondiale per i grandi progetti in corso e sull’economia italiana. Saranno infatti coinvolti 1.500 tra scienziati e tecnici (di cui 500 direttamente) e l’impatto sul Pil italiano potrebbe arrivare a circa due miliardi di euro.

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