Come tornare a un ARPU tale da permettere il ritorno dei massicci investimenti necessari allo sviluppo completo delle reti 5G? Questo uno dei temi di fondo affrontati da Luca D’Antonio, Strategy and Innovation Director JMA Wireless in occasione del 5G Italy, la conferenza organizzata dal CNIT.
“JMA Wireless produce e sviluppa sistemi cellulari 4G e 5G interamente in casa. Le sue sedi principali sono negli Usa e in Italia. E’ un’azienda che non esito a definire atlantica – ha detto Luca D’Antonio nel suo intervento – con la visione un po’ privilegiata di quello che è il quadro negli Stati Uniti e in Europa”.
5G, confronto della situazione in Usa e in Europa
“Che il 5G rappresenti un fattore di sviluppo economico globale è ormai assodato – ha detto D’Antonio – ce lo diciamo orami da 4 o 5 anni, però è un qualcosa che va ribadito, perché il 5G assume un aspetto diverso dalle reti precedenti. Il 5G è un abilitatore di servizi B2B e quindi la leva degli investimenti è molto più forte. Questo è la prima volta che succede nel campo delle Tlc mobili”.
Entro il 2030 il 5G e l’economica da esso indotta rappresenterà l’1% del Pil mondiale
“Nonostante questa consapevolezza il livello di sviluppo del 5G in Europa è drammaticamente indietro”, aggiunge D’Antonio. D’altra parte, negli Stati Uniti si parla di una percentuale di utenza 5G del 20%, a fronte del 19% in Giappone mentre in Europa siamo fermi al 6%.
Dal punto di vista economico, ovviamente i vantaggi maggiori derivanti dal 5G al 2030 saranno per i cittadini statunitensi con un totale di 484 miliardi di dollari, a seguire la Cina e il Giappone. “I paesi europei se li sommiamo (Germania, Uk, Francia, Italia) si arriva a 150 miliardi”, dice.
Ma perché l’Europa è indietro sul 5G?
“E’ una questione di Arpu – dice – in Europa l’Arpu medio è 14,4 euro al mese. Negli Stati Uniti l’Arpu medio degli operatori è di 38 euro al mese, 31 dollari in Giappone e 25 euro in Corea del Sud. In Italia siamo a meno di 10 euro al mese”.
Traffico dati
Per quanto riguarda il traffico, in media negli Usa è di 10,60 Gigabit al mese, mentre in Europa ne facciamo 8,52 al mese. “In sintesi, in Europa si guadagna meno dalla rete dei clienti rispetto agli Stati Uniti”, aggiunge, ricordando che invece per quanto riguarda le frequenze ‘Italia è il quarto paese al mondo per costo delle licenze, avendo però l’Arpu più basso in assoluto.
Nodo energia
C’è poi l’annoso problema dell’energia: “Aziende Tlc che lottano per essere riconosciute energivore – dice D’Antonio – ma se non ricordo male Tim è la seconda azienda per consumi energetici del paese dopo le Ferrovie dello Stato. In generale, gli operatori tlc consumano tantissimo, ma l’Italia è al secondo posto nel mondo alle spalle della Grecia per costo del Kilowatt ora per le industrie”.
Negli Usa la spesa media per il Kilowatt ora di energia è 10 centesimi, a fronte dei nostri 25 centesimi.
Infine, ci sono i limiti elettromagnetici fra i più bassi d’Europa: “Da noi il costo di una rete 5G è doppio, triplo perché dobbiamo mettere più siti a minor potenza”, aggiunge.
Come invertire il trend? L’esempio degli Usa
JMA Wireless è specializzata fra le altre cose in copertura wireless di spazi come gli stadi. Negli Usa ne copre ad esempio due, uno a Los Angeles dove quest’anno si è giocata la finale del SuperBawl di football americano, e in una serata unica durante la finale sono stati scambiati 30,2 terabite di dati dai clienti di un unico operatore presenti allo stadio. “La capacità dello stadio di Los Angeles è l’equivalente di 500 siti – dice Luca d’Antonio – l’investimento lo ha fatto l’NFL e la squadra di football di Los Angeles”. Questo perché negli Stati Uniti è ormai consuetudine che chi realizza una qualsiasi infrastruttura a sue spese realizzi anche un impianto di telecomunicazioni per questa infrastruttura, per poi affittarla agli operatori, che lo usano per offrire servizi ai propri clienti.
Interessi privati delle non telco
Inoltre, “le squadre della NFL hanno chiesto a JMA di fare una rete privata su frequenze del CBRS, che al momento sono ancora 4G ma a breve saranno completate con quelle 5G., una rete privata per la comunicazione fra gli allenatori e le squadre. Una rete privata, cellulare e radiomobile sulle frequenze CBRS, che negli Stati Uniti sono state messe a disposizione dalla FCC alle reti private”.
C’è quindi negli Usa la possibilità di fare delle reti private e chi ha i soldi da investire, e notoriamente le squadre di football americano sono ricche, investe. Lo stesso fanno le catene di hotel americane, che pagano per avere le reti 5G all’interno degli alberghi per i propri clienti. Tutto ciò permette uno sviluppo molto più rapido delle reti, perché gli operatori realizzano la rete pubblica, quella all’esterno grazie ai ricavi più elevati che hanno. Dovunque poi ci sia un’area con un land owner, un padrone di casa, si farà una rete privata e poi ci si mette d’accordo sull’uso.
Spunti di riflessione
- Come tornare a un ARPU tale da permettere il ritorno dei massicci investimenti necessari allo sviluppo completo delle reti 5G?
- Le reti 5G non pubbliche (“verticali”) possono essere sviluppate più agevolmente da stakeholder non tradizionali, che hanno al momento una maggiore disponibilità finanziaria? E come contribuiscono alla effettiva disponibilità del 5G per gli utenti?
- Leva tecnologica: efficientamento della struttura dei costi di rete mobile per gli Operatori
- Il passaggio a soluzioni di rete 5G basate su reti d’accesso virtualizzate consente agli operatori telco di sfruttare le economie di scala del cloud computing
- L’utilizzo di architetture di rete basate sugli standard Open RAN permette una maggiore libertà di scelta agli operatori e un maggior controllo della propria rete
- La sinergia dei due approcci offre la possibilità di realizzare anche significativi risparmi energetici
- La linea di prodotti 5G XRAN di JMA è completamente virtualizzata e rispondente alle specifiche Open RAN
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