In realtà questa è una di quelle ricorrenze parecchio sfumate, perché non ci sono notizie certe. Possiamo solo immaginare, dunque, un gruppetto di inizio secolo che si ritrova con l’aria ilare: dove si incontrarono la prima volta? E la torcia, sarà entrata insieme al barbecue? Alla fine, si sa, ogni caravan è sempre una dittatura della promiscuità.
Per l’Enciclopedia Britannica, questo modo di fare vacanze non nasce in Francia, ma in America tre anni dopo, quando un campeggiatore scrisse il primo manuale per le giovani marmotte che verranno.
Ma vogliamo ricordare i francesi per un viaggiatore che i cugini d’America non avranno mai: si tratta di Raymond Roussel, uno scrittore di inizio Novecento (considerato dai Surrealisti un padre spirituale), che viaggiò tutta la vita dentro un caravan lussuosissimo, quello che si confaceva a un intellettuale bohémien, rivale in amore di Proust. Che si trovasse in Egitto, Tahiti o a Palermo, Roussel non usciva mai dalla sua roulotte: girava il mondo, ma lo scrutava dalle tendine della sua tana accessoriata (che, sembra, fu persino oggetto dello stupore di Mussolini e del papa quando venne a Roma).
Roussel se ne stava lì forse perché quello di cui aveva bisogno, indipendentemente dal luogo, era solo la sua immaginazione: la cassetta degli attrezzi di ogni scrittore.
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