Gli ordini si fanno direttamente al bancone, o tramite un’app dedicata. A Riga, in Estonia, è aperto il Roboeatz, un ristorante automatizzato, dove la pasta la prepara lo chef robot.
Il braccio meccanico multifunzione si muove da una parte all’altra di una stanza: su una parete dei cassetti con i diversi condimenti e la pasta, dall’altra la piastra (anch’essa) automatizzata, che collabora con lo chef-bot e che salta e amalgama il tutto.
Si tratta di una catena di fast food di nuova concezione, inaugurata nel 2018 nella capitale lettone da Konstantins Korcjomkins e Janis Poruks, con l’obiettivo di rendere la loro impresa più innovativa certamente, ma soprattutto più sostenibile a livello economico, produttiva ed efficiente.
I robot consentono di sostituire sul lavoro da 4 a 6 dipendenti, riducendo i costi aziendali e del lavoro.
I due imprenditori, però, assicurano che le macchine non saranno causa di disoccupazione tecnologica diffusa, perché si tratta di mansioni semplici, che nessuno vuole fare, generalmente sottopagate.
Assicurano, inoltre, che il robot si ripagherà da solo entro un massimo di due anni dall’investimento.
La tecnologia è stata presentata all’inizio dell’anno al Consumer Electronics Show negli Stati Uniti e proprio in Nord America si punta per la sua diffusione nei fast food, con l’obiettivo di arrivare a sviluppare macchine che non solo cucinano, ma preparano i cibi all’origine, dalle materie prime al condimento finale, per diverse pietanze a seconda delle diete e dei menù.
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