A oltre un anno dalla notifica all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni dell’offerta di coinvestimento di Telecom Italia, avvenuta il 29 gennaio 2021, ieri il Consiglio dell’Autorità ha approvato – con il voto contrario della Commissaria Elisa Giomi – lo schema finale dell’offerta che sarà quindi inviato alla Commissione europea.
“Notevoli problematiche sotto i profili della sostenibilità economica e concorrenziale”
“I progetti di coinvestimento hanno successo quando propongono condizioni attrattive per coloro che intendono condividere il rischio di mercato. Sin dall’inizio del procedimento, al contrario, ho rilevato che a livello regolamentare le condizioni previste presentassero notevoli problematiche sotto i profili della sostenibilità economica e concorrenziale”, ha dichiara la Commissaria Elisa Giomi al termine del Consiglio dell’Autorità.
“Anche posizioni critiche espresse da operatori sulle condizioni di partecipazione al coinvestimento”
“Le mie valutazioni sono state confermate dagli operatori, che nel corso delle consultazioni pubbliche indette dall’Autorità hanno espresso posizioni critiche sulle condizioni di partecipazione al coinvestimento”, ha proseguito Giomi che ha precisato: “Per rendere l’offerta più aperta al mercato e alla concorrenza infrastrutturale, così da assicurare una veloce e capillare copertura in fibra ottica delle aree grigie e favorire lo sviluppo delle reti 5G sull’intero territorio nazionale, ho sottoposto al Consiglio numerose proposte: ad esempio, promuovere le joint venture, gli accordi di reciprocità e i collegamenti punto-punto per le stazioni radio-base”.
“Le mie proposte sono state respinte e oggi AgCom ha approvato uno schema di coinvestimento puramente nominale, scritto sulla carta, che appare già superato dagli eventi: gli operatori principali e maggiormente infrastrutturali si sono organizzati autonomamente, al di là del quadro regolamentare, e stanno negoziando scambi reciproci di porzioni di rete e valutando soluzioni che vanno verso una rete unica”.
“Un’Autorità di regolazione indipendente dovrebbe prevenire questo tipo di discriminazioni”
“L’esigenza del Paese è poter contare su una rete ad altissima capacità in tempi rapidi, ma lo schema di coinvestimento di Tim approvato da Agcom va in un’altra direzione e le politiche aziendali in un’altra direzione ancora, e per adesso penalizza la partecipazione degli operatori minori. E’ proprio a prevenire questo tipo di discriminazioni che dovrebbe servire un’Autorità di regolazione indipendente”, ha concluso la Commissaria Giomi.
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