18app, è scontro sull’abrogazione del Bonus Cultura (da anni fonte di polemiche)

  ICT, Rassegna Stampa
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Addio 18app, il bonus 18enni per teatri, cinema, spettacoli dal vivo, libri, abbonamenti a quotidiani e periodici, musei, concerti e mostre. C’è da dire che negli anni il Bonus Cultura per i neo diciottenni lanciato da Matteo Renzi ha suscitato non poche polemiche, per l’uso improprio che ne è stato fatto come ad esempio il casoassai diffuso della compravendita di smartphone nel 2019.

Altre truffe erano state segnalate a più riprese, come ad esempio lo scambio del bonus con dei contanti da parte degli esercenti.

I giovani venivano adescati da annunci online del tipo “Ragazzi del 2000 se volete guadagnare qualche soldo contattatemi in privato non è una perdita di tempo”.

Nel 2017 se ne era occupata Striscia la Notizia, con la truffa delle cartolibrerie. In quel caso, l’esercente incassava il bonus, dando in cambio al giovane qualche centinaio di euro in contati, ma non la somma per intero, che poi spendeva come voleva.

Già nel 2018 l’allora ministro alla Cultura Alberto Bonisoli non era sembrato troppo propenso a rinnovare il bonus da 500 euro per i neomaggiorenni.

Emendamento della maggioranza cancella 18app

Un emendamento della maggioranza (FdI, Lega e FI) abroga la misura ridestinando le risorse – pari 230 milioni di euro annui a decorrere dal 2022-  a finalità di sostegno del mondo dello spettacolo e della cultura. Si va dal rafforzamento del Fondo per il sostegno economico temporaneo dei lavoratori dello spettacolo al Fondo per gli operatori dell’editoria e delle librerie, dal Fondo per lo spettacolo dal vivo al sostegno delle attività di rievocazione storica de “La Girandola” di Roma.

“È inaudito che il Presidente della commissione cultura Camera, Federico Mollicone e un ex sottosegretario all’istruzione, Gaetano Sasso, firmino un emendamento per abrogare 18 APP che ha consentito ai ragazzi di avvicinarsi alla cultura. Si vuole impedire la libertà e il desiderio dei giovani di accedere ai consumi culturali e così facendo si penalizza pesantemente anche l’industria culturale del Paese”. Così in una nota la presidente dei senatori del Pd, Simona Malpezzi. “Ancora una volta – prosegue Malpezzi – si toccano i più fragili, quelli che grazie a 18APP hanno potuto comprare un libro, vedere una mostra, ascoltare un concerto e che senza non avrebbero potuto farlo. Questa maggioranza non capisce che dietro 18 APP c’è un desiderio di accesso alla cultura che offre opportunità educative. Perché toglierle? Questo è un governo che parla agli evasori ed è disinteressato ad investire sui giovani: zero risorse per la scuola, l’università, la cultura, il lavoro. Molto male”.

18App, Sangiuliano ‘una decisione parlamentare’

Dal canto suo, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano al suo arrivo a Più libri più liberi ha buttato la palla in corner. ”E’ una decisione parlamentare”, ha detto Sangiuliano al suo arrivo a Più libri più liberi. ”Per me il libro è una cosa importantissima. E’ l’ossigeno della spiritualità. Leggere è fondamentale e noi dobbiamo fare molto di più affinché la gente legga. Affinché si abbia un po’ meno lo smartphone in mano, ma ai ritorni alla cultura del libro perché è bello leggere qualsiasi cosa”

Manovra, Levi (Aie): fortissima preoccupazione per stop a 18app

“C’e’ fortissima preoccupazione per l’ipotesi di cancellazione del bonus cultura per i neodiciottenni, la misura che stanzia 500 euro per i consumi culturali delle ragazze e dei ragazzi che diventano maggiorenni” ha dichiarato il presidente dell’Associazione Italiana Editori Ricardo Franco Levi nel terzo giorno di Piu’ libri più liberi, fiera nazionale della piccola e media editoria. “Proprio nel momento in cui l’Europa ci sta copiando una misura che aiuta le famiglie e rilancia i consumi culturali facendo leva sulla domanda dei più giovani, non riusciamo a comprendere la logica e non possiamo condividere il contenuto di questo provvedimento. Confidiamo che ci possa essere un ripensamento”, conclude Levi. 

Mollicone, Sasso, Dalla Chiesa, ‘18app sarà sostituita con carta cultura’

“Il Parlamento darà massima priorità al sostegno della filiera culturale, come teatro, musica, cinema, editoria libraria e patrimonio culturale privato come le dimore storiche. La volontà del Parlamento è quella di revisionare la 18app e introdurre politiche di incentivo alla domanda di cultura più generali, che possano sostenere i consumi culturali nella crisi in corso. La sostituzione di 18app con una nuova ‘carta cultura’ è una misura volta a tutelare dallo snaturamento delle finalità dell’applicazione che viene largamente utilizzata per l’acquisto dei libri di testo. Per questo, riteniamo debba essere revisionata e potenziata concordando con le categorie produttive della cultura”.

Lo dichiarano in una nota il presidente della Commissione Cultura della Camera Federico Mollicone, il capogruppo della Lega in VII Commissione Rossano Sasso e il capogruppo di FI in VII Commissione Rita Dalla Chiesa, firmatari dell’emendamento che abroga l’attuale bonus ’18 App’ per redistribuire le relative risorse.

“Il ministro Sangiuliano e i sottosegretari – fanno sapere i tre parlamentari – stanno già lavorando per convocare un incontro ai primi di gennaio con le categorie coinvolte per definire le linee di questa nuova ‘carta della cultura’, senza abusi e con il sostegno anche per l’acquisto di libri scolastici, sostenendo le famiglie. L’emendamento sottoscritto dai gruppi parlamentari di maggioranza è volto all’istituzione di un nuovo welfare dello spettacolo, introducendo 100 milioni per l’indennità di discontinuità degli artisti che sono in difficoltà economica; per la riforma del Fondo Unico dello Spettacolo, incrementando di 40 milioni di euro la dotazione, sostenendo le categorie dello spettacolo dal vivo; per il sostegno con 45 milioni complessivi alla filiera del libro e delle biblioteche, con ricadute per l’indotto anche delle librerie di prossimità, degli autori e dei traduttori; per il sostegno al cinema e alle sale; per il sostegno del patrimonio culturale materiale e immateriale”.

“Renzi e Franceschini stiano tranquilli. Il Parlamento – concludono – sarà principale sede per la definizione delle politiche culturali”.

Matteo Renzi: petizione e ostruzionismo sull’abrogazione di 18app

 “La maggioranza della Meloni vuole cancellare 18App. Follia! Perché hanno paura della cultura? Io sono pronto all’ostruzionismo parlamentare. Ma chiedo a tutti di darci una mano. Firmate la petizione su http://bit.ly/petizione18app, fatela girare. Dovranno fermarsi loro, non noi”. Lo scrive su Twitter Matteo Renzi, che posta anche un video in cui lancia l’appello a sottoscrivere la petizione.

Pd: persecuzione delle destre contro le ragazze e i ragazzi

Molto duro anche il commento del Pd: “Ormai quella delle destre contro le ragazze e i ragazzi è una persecuzione. Con l’emendamento alla Legge di Bilancio volto ad abrogare la 18app si vuole impedire la libertà e il desiderio dei giovani di avvicinarsi alla cultura, si colpisce una delle industrie più importanti del Paese, si penalizzano i più deboli.

Queste destre ammiccano agli evasori e non investono sui giovani: dal governo zero risorse per la scuola, l’università, la cultura, il lavoro. Altro che merito, è questa la loro idea di Italia.

Sabato 17 dicembre partecipa alla manifestazione del PD a Roma. Mobilitiamoci per dire no a questa manovra iniqua e inadeguata, mobilitiamoci per l’Italia”.

Cangiano (FdI), pretestuosa polemica Pd su abrogazione 18App

“Trovo francamente pretestuose e fuori contesto le polemiche del Pd circa l’emendamento che mira ad abrogare l’App18 e a rimodulare le risorse così risparmiate, destinandole al mondo dello spettacolo e della cultura. Fin da quando è stata istituita, l’App18 non ha mai del tutto assolto la funzione per cui era stata ideata, diventando uno strumento non più di accesso alla cultura per i giovani, ma una sorta di lasciapassare economico per comprare di tutto, dai cellulari ai videogiochi. E ciò lo testimoniano le indagini della GdF, che ha ipotizzato un danno erariale per una truffa accertata pari ad almeno 9 milioni di euro”. Così Gimmi Cangiano, membro alla Camera in quota FdI della Commissione Cultura. ”Non è intenzione di questa maggioranza – continua l’esponente di FdI – negare ai giovani strumenti fruibili per accedere alla cultura e alla formazione culturale personale.

Bisogna però ripensarli, affinché non vengano umiliati e depauprati del loro significato nè sviliti nella loro funzione. Al contempo, le risorse fino ad oggi destinate all’App18 serviranno per rafforzare il Fondo per il sostegno economico temporaneo dei lavoratori dello spettacolo, il Fondo per gli operatori dell’editoria e delle librerie, e per operare la stabilizzazione dei collaboratori a Partita Iva del MIC, come pure lo stesso PD ha chiesto attraverso l’interrogazione in Commissione Cultura del Sen. Cecilia D’Elia. Piuttosto che polemizzare, l’opposizione contribuisca a rivalorizzare il mondo dello spettacolo e della cultura, così tanto colpito dalla crisi pandemica”. 

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