e-cig, le sigarette elettroniche monouso: cosa sono e come sono realizzate?
Costano meno di 10 euro e offrono al consumatore tra 600 e 800 tirate per dispositivo monouso. La sigaretta elettronica, o e-cig, è un apparecchio a vapore, con all’interno un liquido aromatizzato, contenente una piccola parte tra 6 e 24 mg di nicotina (secondo molti studiosi, sostanza psicoattiva che da dipendenza), glicole propilenico e glicerina vegetale.
Sono alimentate a batteria e assieme al resto delle componenti elettroniche queste e-cig contengono metalli e materie prime rare, tipiche di ogni dispositivo elettronico.
Quando l’utilizzatore avvia la sigaretta elettronica, attraverso un tasto o un sistema automatico, viene alimentata, tramite una batteria, una resistenza contenuta all’interno di un atomizzatore. Quest’ultimo contiene una resistenza, denominata “coil”, che surriscalda un tipo di materiale (wick, cotone, mesh) che, a contatto con la soluzione liquida, la fa evaporare.
In ricordo dell’antica combustione della sigaretta tradizionale, in alcuni modelli di e-cog, durante l’inalazione, si accende un LED di colore rosso scuro posto all’altra estremità del dispositivo.
Quante se ne consumano/gettano via di e-cig monouso?
Negli Stati Uniti il Bureau of Investigative Journalism ha scoperto che tra i giovani americani l’uso della sigaretta elettronica usa e getta è in aumento: se ne buttano via cinque ogni secondo che passa. Questo significa che ogni anno si buttano tra i rifiuti non meno di 150 milioni di sigarette elettroniche, che contengono abbastanza litio equivalente a quello necessario a realizzare 6 mila auto Tesla.
Solo in Italia finiscono buttate via sigarette elettroniche per 4 tonnellate di litio, quanto basta per realizzare 400 batterie di auto elettriche, si legge in un articolo pubblicato dall’Huffington Post.
Stando a valutazioni dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli (Adm), nel nostro Paese nel 2022 le vendite di sigarette elettroniche potrebbero rappresentare il 20% della quota dei prodotti liquidi da inalazione. Al 30 settembre 2022, in Italia sono state commercializzate più di 27 milioni di sigarette elettroniche usa e getta.
Tanto litio dentro le sigarette elettroniche, utile a realizzare nuove batterie per auto elettriche
Ma di quanto litio e cobalto stiamo parlando? “Le batterie delle e-cig usa e getta hanno spesso carica di circa 600 mAh (milliampere/ora, ndr) per un peso di circa 12,5 g. Considerando un contenuto tra il 5 e il 7% di litio, ogni batteria contiene poco più di 0,6 g di litio”, ha spiegato nell’articolo in questione Post Andrea Marchionni, ricercatore dell’Istituto di chimica dei composti organometallici del Cnr, parte del gruppo di ricerca che si occupa di recupero di materiali batterie litio oltre che di celle a combustibile ed elettrolizzatori. Considerando sulla base dell’elaborazione dei numeri di Adm un numero di e-cig usa e getta tra 6,8 e 13,5 milioni di pezzi “il mercato coinvolge un quantitativo di litio tra 4 e 8 tonnellate”.
Ciò significa, ha aggiunto Marchionni, che “tutte le batterie al litio utilizzate attualmente dalle e-cig usa e getta in circolazione potrebbero soddisfare le richieste per produrre qualche centinaio di batterie per auto elettriche, tra 300 e 650 in base al quantitativo effettivo di e-cig”.
A tutti gli effetti quindi la sigaretta elettronica usa e getta va considerata un rifiuto elettronico e di conseguenze va trattato come tale.
Una volta finite, le e-cig vanno trattate come Raee, rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. L’azione di Optime
Le sigarette elettroniche usa e getta sono a tutti gli effetti apparecchiature elettroniche e pertanto devono essere soggette a tutte le normative sui Raee (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), ha chiarito in una nota la Federazione Optime – Osservatorio per la tutela del mercato dell’elettronica in italia.
C’è molta confusione in materia, sia tra i consumatori (che sembrano non essere consapevoli di maneggiare un oggetto che va smaltito correttamente), sia tra i produttori e gli importatori, che in molti casi eludono le normative in materia, ossia l’obbligo di finanziare mediante gli eco-contributi la raccolta differenziata e il corretto trattamento dei rifiuti derivanti da queste apparecchiature.
“Si rende assolutamente necessaria un’azione di monitoraggio sul loro corretto smaltimento. Ci muoveremo immediatamente e concretamente in tal senso, inviando ad alcuni produttori e importatori che abbiamo individuato diverse lettere di richiamo e informazione sulle norme da rispettare. Ma, non meno importante, abbiamo intenzione di dare il via a una campagna di sensibilizzazione nei confronti dei consumatori che, soprattutto tra i più giovani, non sono consapevoli della natura dell’oggetto che si trovano a maneggiare e, di conseguenza, sulle sue modalità di smaltimento”, ha commentato Davide Rossi, Presidente di OPTIME.
Diverse le azioni che Optime metterà in campo, dall’invio di diverse lettere di richiamo e informazione indirizzate ad alcuni produttori e importatori di queste apparecchiature, identificati a seguito di una prima indagine, all’attività educativa nei confronti dei consumatori, che troppo spesso abbandonano dove capita i prodotti da buttare, come fossero normali rifiuti indifferenziati, non sapendo che sono invece RAEE.
In Francia e Gran Bretagna si pensa ad una tassa sulle e-cig
In Francia è stata presentata la proposta di tassare le sigarette elettroniche usa e getta, circa 6 euro per millilitro di contenuto. Nel Regno Unito è stata avanzata una proposta di legge simile, con l’obiettivo di tassare le e-cig di almeno 4 sterline per millilitro di contenuto.
Il mercato mondiale delle e-cig usa e getta potrebbe aver raggiunto i 6,3 miliardi di dollari alla fine del 2022. Stime Future Market Insights proiettano questo valore a 18 miliardi di dollari entro il 2032. La metà di questo valore è rappresentata dal giro di affari del solo Nord America.
https://www.key4biz.it/sigarette-elettroniche-usa-e-getta-se-ne-svapano-a-milioni-che-poi-buttiamo-via-ma-sono-raee-e-dentro-ce-litio/436196/