Il panorama della cybersecurity delle PMI è eterogeneo: mentre alcuni settori si sentono particolarmente sicuri dei loro talenti e capacità in-house, altri preferiscono affidarsi a professionisti esterni per proteggere la propria infrastruttura.
L’ultima ricerca di WeLiveSecurity si è concentrata proprio sulle differenze di settore e su come le imprese stanno reagendo alla carenza di talenti nella cybersecurity.
Poca fiducia nei talenti interni
I settori del manifatturiero, finanziario e dei servizi sono quelli in cui si respira la minor fiducia nei talenti interni. Nel dettaglio, le imprese che offrono servizi finanziari sono quelle che si affidano maggiormente ad aziende esterne per la gestione della sicurezza aziendale: si parla del 65% delle realtà intervistate contro la media del 59% tra tutti i settori.
Solo poco più di un quarto delle imprese del settore ha affermato di preferire la gestione interna. I dati non migliorano se si guarda al manifatturiero, settore nel quale il 33% delle aziende ha affermato di avere poca o nessuna fiducia nelle capacità interne di cybersecurity; similmente, anche le imprese di servizi professionali preferiscono affidare la protezione dell’azienda a professionisti esterni.
Nonostante la scarsa fiducia nei talenti interni, le aziende di tutti e tre i settori sono abbastanza positive sulla capacità di individuare la causa dei cyberattacchi: in media meno di un terzo delle aziende si vedrebbe in difficoltà nell’identificare la causa scatenante degli attacchi.
Per proteggere i sistemi e i dati aziendali le imprese tendono a scegliere più provider di sicurezza: soltanto un quarto degli intervistati di questi settori ha deciso di rivolgersi a un unico provider, mentre quasi il 40% preferisce appoggiarsi a più fornitori e a diverse soluzioni di sicurezza.
Vendite, tecnologia e telecomunicazioni sono i settori più positivi
Se si guarda alle vendite, alla distribuzione, alle tecnologie e alle telecomunicazioni si osserva un trend del tutto diverso rispetto al precedente: le piccole e medie imprese di questi settori hanno molta fiducia nelle conoscenze di cybersecurity dei propri talenti.
Il settore delle vendite e della distribuzione è quello in assoluto più positivo: ben 4 aziende su 5, l’80% degli intervistati, hanno affermato di nutrire moderata o addirittura elevata fiducia nelle capacità dei propri talenti, un numero che va ben oltre quello degli altri settori. Le aziende sono di conseguenza anche più sicure di riuscire a individuare le cause degli attacchi: ben il 79% è sicuro di riuscire a identificare la radice dei problemi.
Anche le imprese di tecnologia e telecomunicazioni hanno molta fiducia nei propri talenti: il 75% degli intervistati crede di poter fare affidamento alle capacità interne, e più di tre quarti delle aziende si dicono in grado di individuare la causa degli incidenti di sicurezza.
A prescindere dalla fiducia nei talenti in-house, le piccole e medie imprese sono preoccupate dal numero crescente di minacce e hanno compreso l’importanza di investire nella cybersecurity. Le PMI si sentono più vulnerabili agli attacchi rispetto alle enterprise e temono in particolare la perdita di dati e gli impatti finanziari; per questo, nonostante la ristrettezza di budget, le imprese stanno investendo sempre di più su tool di detection and response per potenziare le proprie difese.
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