Giorgia Meloni rivendica il “mettere la faccia” su uno dei dossier più importanti e strategici del Paese: la futura rete nazionale di telecomunicazioni. Per l’operazione NetCo, guidata dal fondo KKR, il Governo, due giorni fa, ha deciso di far tornare la presenza dello Stato nelle TLC, con l’acquisto, da parte del MEF, di una quota compresa tra il 15 e il 20 per cento, con un esborso massimo di 2,2 miliardi.
“Abbiamo fatto delle scelte mantenendo il controllo pubblico della rete e difendendo un regime di libero mercato”, ha così commentato la mossa del Governo Giorgia Meloni nell’intervista rilasciata al Sole24Ore.
“Abbiamo ereditato”, ha aggiunto, “una serie di dossier strategici sui quali i governi non avevano voluto mettere la faccia. Noi sì”.
“Assumiamo il controllo strategico della rete di telecomunicazioni e salvaguardiamo i posti di lavoro”
Due giorni fa, in apertura del CdM, Giorgia Meloni ha detto: “Ora è venuto il momento di dare una prospettiva a quello che è stato uno dei campioni internazionali delle telecomunicazioni. La direzione intrapresa dal Governo”, ha continuato Meloni, “è quella che il centrodestra ha sempre auspicato e sostenuto: assumere il controllo strategico della rete di telecomunicazioni e salvaguardare i posti di lavoro”.
“Quello di oggi è un primo passo, al quale seguiranno ovviamente logiche di mercato, ma finalmente possiamo dire”, ha concluso, “che in Italia c’è un Governo che su un dossier così importante si attiva a difesa dell’interesse nazionale e dei lavoratori. E che ha una strategia”.
Ora si attende l’offerta vincolante di KKR (indicato in 23 miliardi di euro), da presentare al CdA di Tim entro il 30 settembre, per l’acquisto delle attività relative alla rete fissa di TIM – incluse FiberCop e Sparkle.
La strategica Sparkle
Su Sparkle, secondo alcuni quotidiani in edicola oggi, il MEF “può acquistare anche il 100%”. Sparkle del Gruppo TIM, perché possiede oltre 600mila chilometri di rete in fibra ottica in Italia, Europa, Mediterraneo e America, e i collegamenti tra Europa e Sud est Asiatico. E il governo sa molto bene che è strategica, non a caso è stata citata anche dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in conferenza stampa, due giorni fa, dopo il Consiglio dei ministri. “Al Governo interessa”, ha spiegato, “avere il controllo su alcune scelte strategiche su un’infrastruttura, in particolare Sparkle, altrettanto strategica per il Paese. Noi ci siamo, come abbiamo sempre detto”.
“Con Cina rapporti resteranno solidi, al di la’ Via Seta“
La premier ha anche affrontato il rapporto Italia-Cina.
“Intanto”, ha detto, “non prevedo che il nostro rapporto con la Cina diventi complicato. Tra Roma e Pechino le relazioni sono antiche e ci sono grandi e reciproche convenienze, non solo in ambito commerciale. Penso ad esempio che la Cina possa essere un ottimo partner per il lusso italiano”.
“Al di là dell’accordo sulla via della Seta, su cui le scelte andranno meditate e discusse in Parlamento”, ha spiegato, “non c’è una relazione diretta tra quella firma e le relazioni commerciali. Il paradosso è che siamo l’unico Paese del G7 ad aver aderito alla Via della Seta ma non siamo affatto il Paese del G7 o il Paese europeo col maggior interscambio con la Cina. Il che dimostra come non ci sia un nesso tra le due cose”.
“Ne parleremo con serenità ed amicizia con il governo cinese”, ha concluso Meloni, “e sono convinta che i nostri rapporti continueranno ad essere solidi”.
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