Stanzione ‘Privacy è strumento di libertà e democrazia. Servono limiti etici e giuridici per l’IA’

  ICT, Rassegna Stampa
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“La privacy non è solo la tutela della riservatezza delle persone ma soprattutto uno strumento di libertà e democrazia: si è infatti evoluta nel controllo dei dati personali che sono segmenti della nostra identità”. Lo dice il presidente del Garante per la protezione dei dati personali, Pasquale Stanzione in occasione dello State of Privacy ’23 al Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma. “Se si riesce a far comprendere questo e mi pare che alcune istituzioni, dalla scuola alla Pa ci stanno accompagnando a farlo, si riesce a comprendere come l’evoluzione digitale non debba essere assolutamente demonizzata perché è uno strumento utile” dice Stanzione all’Ansa. L’innovazione digitale, però “va accompagnata con una sorta di disciplina, a cui ha già contribuito il Gdpr del 2016 ma ora anche questo Regolamento sull’ Intelligenza artificiale, che pone dei paletti non solo dal punto di vista giuridico ma anche etico: la privacy, protezione dei dati personali si accompagna all’evoluzione del digitale e delle nuove tecnologie in modo tale che esse non siano mai contrarie allo sviluppo integrale alla persona o attentino alla sua identità ma siano, come dire, un momento di esplicazione e di ampliamento delle possibilità che si danno alla persona umana”.

Stanzione, IA e neotecnologia restino al servizio dell’uomo

Ancora più con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale, è necessario che “la tecnica sia la servizio dell’uomo e non viceversa”. Lo dice all’Ansa il presidente del Garante per la protezione dei dati personali, Pasquale Stanzione, facendo l’esempio delle nuove tecniche mediche. “La medicina si avvale dell’IA e delle neotecnologie, soprattutto la cura delle malattie neurodegenerative, ma questo non può arrivare mai a quegli estremi di progetti che vogliano, ad esempio, costituire un collegamento diretto tra il cervello umano e la macchina in quanto tale, in modo da toccare una delle cose più intangibili rappresentante dal cervello e dalla autodeterminazione della volontà: sarebbe un modo di condurre in maniera etero diretta alla formazione del nostro stesso essere. Viceversa – afferma Stanzione – da un altro punto di vista, questo progresso delle macchine che ci accompagnano nella diagnosi prima e nella cura poi, è bene che siano dominate dall’uomo. Ancora una volta serve che la tecnica sia al servizio dell’uomo e non viceversa”.

IA: Stanzione, porre indirizzo e un limite etico e giuridico

“Mai come in questo caso alla infinita volonta’ di potenza della tecnica, alla sua emulazione divina deve porsi un indirizzo e un limite etico e giuridico a tutela della dignità della persona”, ha aggiunto Stanzione. “Il rischio altrimenti è che le tecniche divengano sempre più opache di nuovi arcana imperii. L’Europa sta tentando di farlo con una disciplina che è la prima al mondo, che molto deve anche alla protezione dei dati, nella sua aspirazione di fondo: porre la tecnica al servizio dell’uomo e della sua libertà, mai viceversa”, ha concluso Stanzione.

Privacy: Garante, minori vanno educati a valore dati personali

“Tra le tante istanze e sollecitazioni emerse a Pietrarsa alcune hanno incontrato in questo anno uno sviluppo, non imprevedibile, ma dalle implicazioni importanti: in primo luogo i minori”. “Il manifesto di Pietrarsa sottolineava l’importanza della consapevolezza cui bambini e ragazzi vanno educati – ha aggiunto – del valore dei propri dati personali, frammenti di un vissuto la cui tutela è condizione di libertà. E lo è tanto più per chi vive la rete, come i minori, come l’unica infrastruttura sociale, e la vive troppo spesso senza gli strumenti adatti a comprenderne fino in fondo le potenzialità e i rischi. Senza capire le implicazioni drammaticamente reali di ogni gesto virtuale”. 

Stupri: Stanzione, barbarie più atroci se condivise in rete

“L’amara cronaca di questi mesi ci ha mostrato come la barbarie degli stupri, commessi da ragazzi in gruppo di ragazze sole, possa superare ogni limite di atrocità venendo filmata, condivisa e irrisa come fosse il frammento di ordinaria quotidianità”, ha denunciato Stanzione. “Alla violenza sul corpo si aggiunge – ha aggiunto Stanzione – persino maggiore sprezzo, la violenza rappresentata, esibita come un trofeo. Mentre chi la subisce diviene due volte persona offesa. è la vittimizzazione secondaria i cui effetti sono esponenzialmente e drammaticamente ampliati dalla rete”. “Vittime e autori di questo dramma sono coloro i quali intessono con le nuove tecnologie un rapporto quasi osmotico, al punto da voler riprodurre on line la propria vita, anche al prezzo di quella degli altri, come nel caso del bimbo travolto dall’auto in corsa di alcuni youtuber, nella loro ricerca spasmodica di un like in più” mette ancora in guardia Stanzione. Inoltre il presidente del Garante per la protezione dei dati personali avverte: “Se quest’alienazione dal reale è il frutto della virtualizzazione della vita, bisogna allora ricostruire, in primo luogo nei giovani, una consapevolezza comune degli effetti, sulle relazioni, della digitalizzazione di tutto”.

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