Intelligenza artificiale e telefonia mobile, a che punto siamo

  ICT, Rassegna Stampa
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Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui..

Chiaro, quando una cosa la fa Apple la cassa di risonanza – nel bene o nel male – amplifica non poco la notizia in sé. E quindi la presentazione di Apple Intelligence allo scorso WWDC, l’evento dedicato agli sviluppatori del mondo della mela, ha fatto il giro del mondo, anche perché non c’è argomento più cool dell’intelligenza artificiale. Inevitabile che l’accordo tra OpenAI, la creatura di Sam Altman appena uscito dalla mezza frittata con Scarlett Johansson, e l’azienda guidata da Tim Cook per portare l’AI dentro ai Mac, agli iPhone e agli iPad diventasse l’argomento del giorno. In più è sembrato che qualcuno, finalmente, si sia fatto una domanda ovvia, e abbia provato a rispondere.

Perché ChatGPT è così intelligente da capire ogni sfumatura di quello che gli diciamo mentre chiedere una canzone su Spotify ad Alexa o Siri è un’impresa degna di un poema in ottave, in cui tentiamo di correggere l’assistente artificiale mentre ci propina, uno dopo l’altro, una raccolta di canti gregoriani, playlist di cumbia colombiana e oscuri compositori avant-garde invece della canzone che gli abbiamo chiesto? Ecco che la sola idea di avere un assistente funzionante, e non utile solo a chiedere come sarà il meteo domani, ci spalanca di fronte immense praterie.

Va detto, però, che Apple non è la prima ad aver pensato a integrare l’hardware che portiamo sempre con noi con il software che ha rivoluzionato mezzo mondo. In passato era stata apripista: nel 2011 con Siri portò l’assistente vocale direttamente nel palmo della nostra mano, seguita subito dopo da Google Assistant e Alexa. Poi i progressi dell’AI hanno cominciato a essere sempre più pervasivi, anche se non ce ne siamo quasi accorti. Le fotocamere dei telefoni sono diventate intelligenti, capaci di riconoscere volti e ottimizzare automaticamente le immagini. Il riconoscimento facciale ha reso possibile sbloccare i telefoni con un semplice sguardo. Le modalità ritratto, che isolano il soggetto e sfocano lo sfondo, sono diventate un must per chi ama fare foto da professionista con il proprio telefono. E anche qui c’è di mezzo l’intelligenza artificiale, che capisce cos’è sfondo e cosa no.

Ma l’AI non si è fermata qui. Ha iniziato a imparare dalle nostre abitudini. I telefoni ora possono suggerirci app da utilizzare in determinati momenti della giornata o rispondere automaticamente ai messaggi con frasi predefinite. Il Google Pixel 8 Pro e il Samsung Galaxy S24 Ultra non solo eseguono traduzioni linguistiche in tempo reale, ma possono anche già sintetizzare documenti complessi e creare contenuti su misura. E telefoni Android che già integrano l’AI sono parecchi (come sempre, per cercare l’offerta di telefonia mobile ideale da abbinare ai dispositivi più sofisticati basta consultare SOSTariffe.it).

Il meglio del mondo Android

Nella fattispecie, il già citato Google Pixel 8 Pro rappresenta la punta di diamante della tecnologia AI mobile di Google, grazie a strumenti come Circle to Search o lo screening delle chiamate.

E poi funzionalità fotografiche come Magic Editor, Magic Eraser e Magic Audio Eraser che permettono di migliorare foto e video con pochi tocchi, Zoom Enhance che assicura immagini nitide anche con ingrandimenti estremi, e la funzione Best Take che corregge automaticamente i volti nelle foto di gruppo per garantire lo scatto perfetto.

Dal canto suo, il Galaxy S24 Ultra di Samsung offre funzionalità simili a quelle del Pixel 8 Pro, come Circle to Search e la traduzione linguistica in tempo reale, ma introduce anche innovazioni proprie. La funzione Note Assist, ad esempio, trasforma lunghi documenti in elenchi puntati facilmente leggibili, mentre il Generative Edit offre strumenti di editing fotografico avanzati. Infine, Chat Assist utilizza un chatbot AI per rispondere rapidamente alle domande degli utenti e aiutare nella gestione di testi e file.

Da segnalare anche l’OnePlus 12, un’ottima scelta per chi cerca un dispositivo potente ma con un buon rapporto qualità-prezzo, pronto a integrare Google Gemini 1.0 Ultra, il modello AI più avanzato di Google; ciò permetterà al OnePlus 12 di riassumere notizie, documenti e file audio, oltre a migliorare significativamente le capacità di editing foto e video. E la promessa per i prossimi cinque anni è di avere oltre 100 nuove funzionalità AI.

Infine c’è lo Xiaomi 14 Ultra: supporto per Google AI e una gamma completa di funzioni intelligenti, tra cui una fotocamera co-progettata con Leica per foto e video di qualità professionale, con funzione Clean Up per rimuovere oggetti indesiderati dalle foto e la creazione automatica di filmati con la funzione Ricordi. Un po’ come Apple, appunto.

La risposta di Apple

Apple Intelligence è, come si è visto, una nuova suite di funzionalità AI integrata nei sistemi operativi iOS 18, iPadOS 18 e macOS Sequoia, ed è progettata per sfruttare al massimo l’hardware avanzato di Apple, come i chip proprietari. Utilizzando modelli generativi avanzati, Apple ha creato un sistema che non solo esegue compiti complessi, ma lo fa in modo intuitivo e con una privacy rigorosamente tutelata. La funzionalità Private Cloud Computer è un esempio chiave di questo approccio, alternando l’elaborazione on-device con quella su server sicuri dotati di chip Apple, garantendo così che i dati degli utenti siano sempre protetti. E la privacy, ormai l’abbiamo capito, è una delle prime preoccupazioni quando si parla di intelligenza artificiale.

I Writing Tools di Apple Intelligence consentono di riscrivere, rivedere e sintetizzare testi in qualsiasi app. La funzione Rewrite può modificare il tono dei testi, Proofread controlla la grammatica e Summarize crea riassunti in vari formati. La gestione delle email è stata migliorata con Priority Messages e Smart Reply, che identificano le email urgenti e offrono risposte rapide.Le notifiche sono state ottimizzate con Priority Notifications e Reduce Interruptions, che mostrano solo le notifiche importanti. Le app Note e Telefono ora possono registrare, trascrivere e riassumere contenuti audio, aumentando la produttività .Image Playground permette di creare immagini personalizzate in tre stili diversi per arricchire le conversazioni, funzione è integrata in Messaggi e disponibile come app autonoma. Le Genmoji, invece, portano le emoji a un nuovo livello, permettendo agli utenti di creare emoji personalizzate basate su descrizioni o foto.

Infine, come si è visto, Siri è ora più intelligente e in grado di comprendere meglio il linguaggio naturale; potrà anche utilizzare ChatGPT per rispondere a domande complesse, con il consenso dell’utente.

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