Il recente annuncio di Neuralink, la società di neurotecnologie di Elon Musk, suggerisce un progresso significativo nella tecnologia dell’interfaccia cervello-macchina (BCI). Un video pubblicato dall’azienda mostra un braccio robotico che scrive la parola “Convoy” su una lavagna, apparentemente controllato da un paziente umano tramite un chip cerebrale impiantato. Questo video fa riferimento allo studio “CONVOY” dell’azienda, focalizzato sulla robotica assistiva controllata dal cervello.
Questa dimostrazione evidenzia i progressi del chip N1 di Neuralink, progettato per ripristinare la mobilità e la comunicazione per le persone con disabilità. Sebbene i dettagli specifici rimangano scarsi, il video accenna a notevoli progressi nel campo della tecnologia BCI.
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— Neuralink (@neuralink) January 30, 2025
A novembre, Neuralink aveva già annunciato l’approvazione di un nuovo studio di fattibilità (CONVOY) per il suo impianto cerebrale e il braccio robotico, a conferma del suo impegno nella ricerca sull’interfaccia cervello-computer.
Robotica controllata dal cervello: uno sguardo più approfondito
Il breve video di 30 secondi lascia molto all’immaginazione, inclusa l’identità del soggetto che controlla il braccio. Il post di Neuralink su X accompagna il video con le emoji di un cuore, un braccio robotico e una penna, suggerendo un collegamento con i progressi della robotica controllata dal cervello.
La dimostrazione si inserisce nello studio di fattibilità CONVOY annunciato a novembre, che coinvolge i partecipanti dello studio in corso PRIME (Precise Robotically Implanted Brain-Computer Interface).
Diversi osservatori hanno interpretato la dimostrazione di Neuralink come un esempio di controllo del braccio robotico unicamente attraverso i pensieri del paziente, senza l’ausilio di joystick o sensori muscolari. Secondo quanto riportato da PCMag, Musk stesso avrebbe confermato l’accuratezza di questa interpretazione.
Il progetto PRIME di Neuralink prevede l’impianto di un piccolo dispositivo BCI, esteticamente invisibile, nell’area del cervello responsabile della pianificazione dei movimenti. Questo impianto consente a individui con tetraplegia di controllare dispositivi esterni come computer e smartphone usando la propria mente, eliminando la necessità di cavi o movimenti fisici.
Neuralink ha invitato a registrarsi persone con disabilità, come quelle affette da sclerosi laterale amiotrofica (SLA) o lesioni del midollo spinale cervicale che limitano o impediscono l’uso di entrambe le mani.
Nel gennaio 2024, Noland Arbaugh, un uomo di 30 anni paralizzato dalle spalle in giù a seguito di un incidente nel 2016, è diventato il primo essere umano a ricevere l’impianto cerebrale di Neuralink. Nonostante alcune difficoltà iniziali, Neuralink è riuscita a modificare l’algoritmo dell’impianto per migliorarne la sensibilità e ripristinarne la funzionalità.
In agosto, in un podcast, Musk ha dichiarato che il secondo paziente con impianto BCI stava ottenendo buoni risultati. Neuralink punta a impiantare il dispositivo in altri otto pazienti entro la fine dell’anno e ad ampliare significativamente i suoi studi clinici. Questa espansione rappresenta un passo fondamentale per validare l’efficacia e la sicurezza della tecnologia su una scala più ampia.
Espansione degli studi e prospettive future
Neuralink sta espandendo la sua ricerca sulle BCI oltre i confini degli Stati Uniti. Dopo aver ottenuto l’approvazione per uno studio di fattibilità sull’uso del suo impianto N1 per controllare un braccio robotico assistito, l’azienda ha annunciato la sua prima sperimentazione internazionale.
A novembre, Neuralink ha ricevuto anche l’approvazione da Health Canada per lo studio CAN-PRIME, ora aperto ai cittadini canadesi.
Secondo alcuni rapporti, neurochirurghi canadesi avrebbero richiesto l’approvazione normativa per reclutare sei pazienti con paralisi per l’impianto volontario del dispositivo BCI. Un robot specializzato da 1,8 tonnellate impianterà 64 elettrodi, ciascuno con 16 contatti, nelle aree motorie della mano del cervello dei pazienti. Questi elettrodi trasmetteranno l’attività neurale, consentendo agli utenti di controllare i dispositivi collegati con il solo pensiero.
Nel frattempo, si attendono ulteriori dettagli sullo studio CONVOY, che mira a perfezionare ulteriormente la robotica controllata da BCI. Neuralink ha dichiarato che condividerà ulteriori aggiornamenti a tempo debito, man mano che la ricerca progredirà.
A questo punto c’è da attendersi sempre maggiori espansioni nella capacità del cervello di controllare computer o arti meccanici. Il problema resta ancora la necessità di impiantare i sensori in via intracranica: un’operazione chirurgica semplice, ma che comunque presenta i problemi di ogni impianto con un’uscita dal corpo verso l’esterno.
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