Obblighi di copertura 5G molto stringenti per gli operatori. Ma non sarà una passeggiata rispettarli per le telco che si sono aggiudicate le frequenze all’asta di un anno fa, viste le difficoltà incontrate in molti piccoli comuni dove i sindaci non concedono i permessi di realizzazione per le nuove antenne.
Obblighi stringenti per i 700 Mhz
Basti pensare che per i 700 Mhz (se li sono aggiudicati Tim, Vodafone e Iliad) è previsto il lancio del servizio commerciale 5G per l’80% della popolazione entro 3 anni dalla disponibilità delle frequenze. La liberazione della banda 700 è fissata nel nostro paese al più tardi nel 2022, ciò significa che la nuova rete nazionale a 700 Mhz dovrà essere pronta entro il 2025. E’ per questo che la industry chiede al Governo, in particolare al Mise e ministero della Salute, un’opera capillare di education sul territorio, per chiarire a livello di sindaci i vantaggi della nuova rete in termini di diffusione della banda larga, spegnendo l’ingiustificato allarmismo su un rischio sanitario dal 5G che non è mai stato denunciato dalle autorità sanitarie. Più antenne ci sono e meno saranno le emissioni.
La delibera 231/18/CONS dell’Agcom
Secondo la delibera 231/18/CONS dell’Agcom, che fissa le regole per l’assegnazione delle frequenze 5G, gli obblighi di copertura sono severi per i 700 Mhz.
Art.12: obblighi di copertura per i 700 Mhz: “…entro 3 anni dalla disponibilità delle frequenze gli operatori aggiudicatari devono avviare il servizio commerciale per l’erogazione di servizi all’80% della popolazione. La copertura dovrà comprendere tutti i comuni con più di 30.000 abitanti e tutti i capoluoghi di provincia. Il nuovo entrante (Iliad ndr) ha 12 mesi in più per raggiungere gli stessi obiettivi di copertura ed avvio del servizio. Entro 5 anni il servizio commerciale deve essere esteso al 99,4% della popolazione”.
Entro 42 mesi dalla disponibilità nominale dei 700 Mhz, inoltre, c’è “l’obbligo di copertura di tutte le principali direttrici stradali, ferrovie, autostrade, tav, stazioni ferroviarie, porti marittimi nazionali, commerciali e turistici”.
Art 13: obblighi di copertura per banda 3600-3800 Mhz: “L’obbligo di copertura consiste nella fornitura, a semplice richiesta ed entro un tempo ragionevole proporzionato alle tempistiche medie del mercato per servizi simili, comunque non superiore a sei mesi dalla richiesta, di un servizio di connettività, wholesale o retail, per servizi 5G ad almeno 30 mbps – si legge nella delibera Agcom – Sono privilegiate le aree bianche non coperte da banda larga, in particolare i comuni con meno di 5.000 abitanti. Gli operatori devono presentare una lista d’obbligo di copertura di questi comuni per ciascuna regione italiana, con almeno il 10% dei comuni con un numero di abitanti inferiore a 5.000 in cui siano presenti richiedenti prioritari”.
E’ evidente, leggendo gli obblighi di copertura fissati nei piccoli comuni con meno di 5.000 abitanti, che per rispettare la delibera i detentori delle bande 3600-3800 Mhz (Tim, Wind-Tre, Vodafone, Iliad) debbano quanto meno trovare terreno fertile sul territorio. Altrimenti, scatteranno le sanzioni previste per il mancato rispetto degli obblighi di copertura. Come dire, oltre il danno la beffa.
Art 16: obblighi di copertura in banda 26 Ghz: non c’è alcun obbligo di copertura, anzi c’è l’obbligo di condivisione dell’accesso fra tutti gli operatori aggiudicatari.
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