Lavorare da casa è un argomento che divide sempre i dipendenti, c’è chi si trova bene, chi al contrario sente la mancanza dell’ufficio. In Gran Bretagna, 13 milioni di lavoratori hanno chiesto alle proprie aziende di mantenere il modello di impiego da remoto, anche dopo la fine dell’emergenza Coronavirus.
Secondo uno studio condotto da Direct Line Life Insurance, il 44% della forza lavoro britannica ha espresso la volontà di allungare in maniera permanente il telelavoro, cambiando definitivamente il modo di lavorare.
I motivi sono diversi: si va dal risparmio di soldi e tempo (dagli spostamenti con auto e mezzi pubblici al pranzo) alla maggiore flessibilità nella gestione dei rapporti famigliari, dall’avere più moment per seguire i figli alle faccende domestiche.
Il 12% del campione ha espresso la volontà di lavorare da casa almeno per due giorni a settimana, il 10% almeno uno, mentre un altro 10% almeno 3 giorni a settimana. L’8% vuole chiedere lo smart working per tutta la settimana lavorativa.
I direttori delle risorse umane intervistati hanno rivelato che, per i prossimi mesi, si attendono smart working permanente o parziale per almeno il 45% della forza lavoro britannica. Questo significa che potenzialmente il 70% dei lavoratori potrebbe essere impiegato in qualche forma di telelavoro.
In Italia, invece, le persone che vogliono continuare con lo smart working, anche dopo la fine dell’emergenza virus, sono salite oltre il 60%, ma per la stragrande maggioranza servono delle competenze specifiche che forse per mancanza di tempo non sono state impartite.
Smart working, 13 milioni di britannici chiedono di lavorare online anche dopo il lockdown