Teatri, appello disperato: la parola ai direttori artistici della Capitale

  News, Rassegna Stampa
image_pdfimage_print

L’ultimo Dpcm del 25 ottobre 2020, entrato in vigore da lunedì 26 ottobre ed esteso fino al 24 novembre 2020, è stato emanato a seguito di una convocazione urgente del Comitato tecnico scientifico da parte del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ha duramente colpito il settore culturale e degli spettacoli: sono stati chiusi, infatti, tutti i cinema, i teatri e le sale da concerto italiane. Ad essere esenti dalle nuove restrizioni sono i musei e le istituzioni culturali.

Nei giorni successivi a questa ulteriore restrizione, il mondo culturale italiano è insorto e le manifestazioni di protesta si sono moltiplicate lungo tutto lo Stivale. Questa chiusura, infatti, riguarda intere filiere di produzione di eventi e materiale audiovisivo, a cui lavorano diverse e numerose categorie professionali: attori, compagnie teatrali, produttori, distributori, truccatori, costumisti, tecnici delle luci, registi, personale di sala, fonici, e così via.

Inoltre, si tratta sicuramente del comparto italiano che più di tutti gli altri ha adottato correttamente e in modo impeccabile le misure prescritte dai protocolli anti-contagio. Una scelta che, nonostante i numeri preoccupanti della pandemia, si fatica quindi a comprendere, viste soprattutto le incongruenze con le regole più permissive adottate nei confronti di altri settori.

Per questi motivi, a poche ore dalla firma del decreto, gli assessori alla cultura delle più grandi città italiane hanno lanciato l’appello Stop teatri e cinema ingiustificato e disastroso, subito aiuti concreti. Il testo, indirizzato al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo e al Ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli, chiedeva un’immediata attivazione di ammortizzatori sociali, immediati ed efficaci, per tutte le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo.

Per l’occasione abbiamo intervistato i direttori artistici di due importanti teatri romani, Silvano Spada dell’OffOff Theatre in Via Giulia e Manuela Kustermann del Teatro Vascello, in via Giacinto Carini, a Monteverde Vecchio. Entrambi si sono detti molto amareggiati per le nuove restrizioni e per la situazione critica in cui versano la cultura e i teatri in Italia, da anni lasciati in balia di se stessi. Fra ostinazione, voglia di ripartire e nuove proposte, i direttori artistici tracciano le direttrici del futuro post-pandemia di un settore che ha bisogno di essere ripensato.

SILVANO SPADA, DIRETTORE ARTISTICO DELL’OFF/OFF THEATRE:

Quando pensate di riaprire il teatro al pubblico?

Riapriremo il 1º dicembre 2020. Erano stati venduti molti biglietti perché il programma del nostro teatro evidentemente aveva suscitato un grande interesse nel pubblico. Facciamo parte di quelli che vogliono andare avanti. L’ottimismo per noi è fondamentale. Credo che il teatro debba essere una sorta di portabandiera dell’andare avanti.

Off/Off Theatre, Silvano Spada. Courtesy: Ufficio stampa

Ha avuto modo di sentire gli attori e gli artisti a cui sono saltati gli spettacoli di questo mese? Che impressioni avevano?

Con tutti gli artisti e attori c’è il rammarico per gli spettacoli previsti che sono saltati. Ma, fortunatamente, li stiamo riprogrammando nei mesi a venire. Fortunatamente il nostro spazio sta avendo un grande successo, ci piace che sia un posto dove non esistono ghetti o barriere, e dove i giovani e star lavorano assieme.

Cosa pensa delle nuove restrizioni contenute nell’ultimo Dpcm?

Disciplinatamente mi attengo a quelle che sono le prescrizioni anche se non sono convinto del tutto dei criteri in base ai quali vengono prese queste decisioni di riaperture e chiusure. Sono perplesso, ci sono chiusure che onestamente mi sembrano non giustificate.

Cosa pensa degli spettacoli in streaming su cui stanno ripiegando molti teatri italiani?

Tutto ciò che è tecnologico è un’opportunità per la cultura. Nel caso del teatro, però, questo discorso non non vale perché si tratta di spettacolo dal vivo. Nasce per quello e le emozioni dipendono dal pubblico in sala e dagli attori in scena. Esistono i casi particolari e noi ci consideriamo un caso particolare. Non abbiamo disaffezione da parte del pubblico. Non mi piace chi si piange addosso. Bisogna andare incontro ai gusti del pubblico.

Qual è il vostro target? In che modo riesce ad intercettare il suo pubblico?

Lo spazio è molto innovativo, abbiamo guardato più a New York, Berlino e a Londra che non a creare un’atmosfera troppo intellettuale. Siamo in via Giulia, una delle strade più celebri di Roma. E poi la forza del programma: siamo a decine di migliaia di follower su Facebook grazie a due soli stagioni e mezzo. Il target principale è compreso fra i 24 e 48 anni.

Come fate a coinvolgere i giovani?

Lanciando operazioni che possano incuriosire. D’altra parte il pubblico anziano, che è quello più affidabile e scontato per il settore, è ottimo ma serve un ricambio. Bisogna offrire argomenti che interessino i giovani. Offriamo agevolazioni ai più giovani, ma anche agli anziani. Il costo del biglietto intero è di 25 euro, 18 euro per gli over 65 e 15 euro per gli under 35. Per i gruppi c’è invece l’offerta di 10 euro.

Come vede il teatro da qui a un anno?

Non faccio il mago, spero che tutto passi il prima possibile. È chiaro che l’aspetto psicologico conta molto in un clima di terrore. Credo ci sia anche chi ha paura di uscire e di incontrarsi. È bene che si vada avanti con la sicurezza di stare sicuri quando ci si incontra. Sento dire qua e là “saremo diversi”. Penso che sì, ci sarà qualche cambiamento, ma penso anche che l’essere umano è quello. La voglia di stare insieme, di abbracciarsi, di riflettere, sorridere. Purtroppo penso che vista la situazione economica, fosse prevedibile. Penso sia corretto che ci siano categorie che manifestino per il loro disagio, disapprovo però la violenza e gli infiltrati estremisti. Non è mai il momento per questo tipo di azioni, anzi le trovo quasi vigliacche.

MANUELA KUSTERMANN, DIRETTRICE ARTISTICA DEL TEATRO VASCELLO:

Come giudica le direttive del nuovo Dpcm che hanno portato alla chiusura di tutti i teatri del nostro Paese?

Io non posso giudicare se  questo nuovo Dpcm sia giusto o sbagliato, o se sarà poco efficace, posso solo costatarne  le conseguenze  che soprattutto per tutto il settore dello spettacolo dal vivo sono nefaste. Abbiamo riaperto con tutti i protocolli di sicurezza, ci siamo muniti del plexiglass da posizionare tra una poltrona e l’altra per maggiore sicurezza, ma tutto questo non è servito a nulla e perché? Perché i mezzi di trasporto sono stracolmi, perché alcuni esercizi commerciali non rispettano le regole ect., per cui, per paura, è meglio chiudere tutto, così ci si salva la faccia. Ma tutto questo nasce da lontano, da un’estate all’insegna del menefreghismo, e ora ci rimane lo sconforto, la rabbia, l’impotenza, ma non la rassegnazione!

In che modo state superando questa ennesima sfida? Pensate che gli spettacoli in diretta streaming possano rappresentare una nuova forma di fruizione per gli spettatori o vadano bene soltanto per un periodo di emergenza?

La diretta streaming non può assolutamente sostituire lo spettacolo dal vivo, ma questo lo capisce anche un bambino, il teatro senza spettatori è un teatro senza vita, morto, non esiste, non può esistere! La diretta streaming è un tentativo per non morire e per dare un’ancora di salvezza alle maestranze e agli attori, per dare una continuità lavorativa e per dare un segnale ai nostri affezionati spettatori, per non essere MAI PIÙ SOLI come recita lo slogan della stagione del Teatro Vascello.

Nonostante le numerose difficoltà, nel mese di settembre 2020 avevate ripreso la vostra attività con grande entusiasmo. Che tipo di riscontro avete avuto dal pubblico?

Abbiamo aperto  con lo stesso spettacolo con cui ci avevano fatto chiudere, “CON IL VOSTRO IRRIDENTE SILENZIO” con Fabrizio Gifuni, e da subito abbiamo avuto un notevolissimo riscontro di pubblico, questo significa che il pubblico aveva patito la mancanza del teatro, del confronto con gli artisti, del rito di uscire da casa per andare incontro ad una esperienza!

Quali sono i prossimi appuntamenti in streaming previsti dal vostro calendario rimodulato alla luce del nuovo Dpcm?

Ecco a voi l’elenco degli spettacoli del Teatro Vascello programmati in streaming dall’8 al 22 novembre:

– Domenica 8 novembre 2020 ore 17.00: Curiosità letterarie a cura di Manuela Kustermann con Sara Borsarelli

Lunedì 9 novembre ore 21.00 / Martedì 10-11 novembre ore 20.00 e ore 21.00 / Mercoledì 11 novembre ore 20.00 e ore 21.00: Compagnia Enzo Cosimi Coefore Rock&Roll – Pamphlet on Tragedy coreografia di Enzo Cosimi

– Giovedì 12 novembre ore 21.00: Conversazioni di scena la nuova drammaturgia contemporanea dalla Biennale di Venezia a Roma, Martina Badiluzzi

– Venerdì 13 novembre ore 21.00: Conversazioni di scena la nuova drammaturgia contemporanea dalla Biennale di Venezia a Roma, Leonardo Manzan

– Sabato 14 novembre ore 21.00: Conversazioni di scena la nuova drammaturgia contemporanea dalla Biennale di Venezia a Roma, Fabiana Iacozzilli

– Domenica 15 novembre ore 17.00: Curiosità letterarie a cura di Manuela Kustermann con Sara Borsarelli 

– Da martedì 17 novembre a venerdì 20 novembre ore 21.00, sabato 21 novembre ore 19.00, domenica 22 novembre ore 17.00: Ovidio Heroides vs Metamorphosys con Manuela Kustermann e Cinzia Merlin al pianoforte

– Mercoledì 18 novembre ore 18.00: Curiosità letterarie a cura di Manuela Kustermann con Sara Borsarelli

– Domenica 22 novembre ore 11.00:  Vascello in Musica – Classica senza limiti, con Stefano Mhanna al pianoforte e violino

Perché la cultura viene considerata sempre un bene secondario in questo Paese? Una sua proposta per risollevare le sorti del teatro italiano, investito da una pesante crisi già prima della pandemia di Covid-19.

Questo bisognerebbe chiederlo alle istituzione sorde agli appelli per un confronto e un dialogo. Non c’è risposta, siamo lasciati soli, nell’affanno di compilare mucchi di carte per questa burocrazia demenziale! Per risollevare le sorti del teatro non so, si potrebbe provare a dare una maggiore diffusione di notizie e spettacoli sui mezzi di comunicazione ( TV, giornali ect.), o si potrebbe incentivare di più gli studenti ad andare a teatro quasi obbligandoli, si dovrebbe inserire la drammaturgia come materia di studio. La città dovrebbe essere tappezzata gratis di cartelloni teatrali per invogliare la curiosità degli spettatori, riproporre la festa del Teatro a Roma, si dovrebbe parlare di teatro in televisione. Fare una trasmissione quiz sul teatro e così via… Mi rendo conto che forse sono sciocchezze queste, la cosa migliore è continuare con ostinazione ed onestà a fare bene il nostro mestiere.

Qual è, secondo lei, il futuro del teatro post pandemia?

Non so con certezza, ma bisognerà pensare diversamente da prima, questa pandemia genera uno spartiacque, ci sarà un pre-Covid e un post-Covid  il prima e il dopo.

Probabilmente le generazioni future saranno in grado di  affrontare meglio questo cambiamento epocale, io mi auguro di poter continuare la mia missione, che è ancora quella dettata da Giancarlo Nanni, dare spazio, voce, opportunità, possibilità e incentivare i nuovi giovani talenti, senza dimenticare anche il grande teatro di tradizione, non c’è futuro senza passato. Innovare nella tradizione!

http://ilkim.it/teatri-appello-disperato-la-parola-ai-direttori-artistici-della-capitale/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=teatri-appello-disperato-la-parola-ai-direttori-artistici-della-capitale