L’esercito israeliano avrebbe “fermato” un attacco informatico bombardando l’edificio in cui si sarebbero trovati gli hacker.
Che la cyber warfare sia ormai una faccia dei conflitti militari lo sappiamo da tempo. Quello che è accaduto nella striscia di Gaza in queste ore, però, è qualcosa di assolutamente inedito.
Stando a quanto si legge in un tweet pubblicato dall’account ufficiale dell’Israel Defense Forces, infatti, l’esercito israeliano avrebbe reagito a un attacco informatico bombardando l’edificio nel quale si sarebbero trovati gli hacker.
Nel tweet, l’IDF spiega che l’attacco informatico è stato individuato e fermato dagli esperti di sicurezza israeliani, che hanno anche individuato l’edificio da cui sarebbe partito. A questo punto l’aviazione israeliana avrebbe inviato dei jet che hanno bombardato l’edificio.
Il comunicato non specifica quante persone si trovassero al suo interno al momento del bombardamento e se nell’esplosione siano stati coinvolti dei civili oltre ai presunti hacker di Hamas.
Quello che è certo è che l’episodio segna il primo precedente (conosciuto) di un attacco “fisico” come reazione alla cyber-guerriglia.
Difficile capire anche come si collochi l’azione dell’esercito israeliano nel quadro giuridico internazionale. Quasi un anno fa, infatti, l’ipotesi che un attacco hacker potesse essere considerato un “atto di guerra” era stata sollevata dal Procuratore Generale della Gran Bretagna Jeremy Wright.
Secondo Wright, il fondamento di una reazione militare a un attacco informatico si baserebbe sul disposto dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Un’interpretazione che, secondo molti commentatori, è decisamente discutibile.
Nel caso dell’attacco di Israele, l’episodio ha però contorni decisamente diversi, visto che si inserisce in un conflitto dichiarato (Wright si riferiva ai cyber-attacchi come un possibile casus belli) che negli ultimi giorni ha già provocato decine di vittime.
Lasciando le valutazioni di carattere giuridico a chi ha la competenza per farle, ciò che rimane comunque indigesto è che il tweet si chiuda con una spiritosaggine (HamasCyberHQ.exe has been removed) decisamente fuori luogo quando si parla di vite umane spazzate via dalle bombe.
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