Secondo quanto riportato da Reuters l’Arizona sta guidando un’indagine che coinvolge molti altri stati USA sul deliberato rallentamento da parte di Apple degli iPhone più vecchi, pèer valutare se questa pratica abbia violato le leggi sulle frodi commerciali.
L’inchiesta va avanti almeno dall’ottobre 2018 e gli investigatori hanno chiesto alla società di Cupertino i dati sugli “Arresti imprevisti” degli iPhone e sulla limitazione o sul rallentamento dei dispositivi il software di gestione dell’alimentazione.
Queste indagini sull’obsolescenza programmata dei telefoni Apple sta coinvolgendo i procuratori generali della maggior parte degli stati USA, eccezionalmente su base bipartisan perchè viene a coinvolgere i procuratori di entrambe le parti politiche, democratici e repubblicani. Ricordiamo che negli USA vige una stretta divisione fra potere inquirente e giudicante, con i procuratori eletti direttamente dal popolo. Comunque ufficialmente le pubbliche accuse hanno rifiutato di commentare l’andamento del procedimento in corso.
Apple è stata già presa di mira su questo tema nel 2017 quando Primate Labs, il produttore di software per misurare la velocità dei processori degli smartphone rivelò che alcuni iPhone diventano più lenti con il passare degli anni. In seguito Apple ammise di ridurre la fornitura di energia al processore, rallentandolo, con l’invecchiare della batteria, affermando che senza queste regolazioni, gli iPhone sarebbero stati soggetti a picchi di potenza improvvisi. questo fece partire una class action di un gruppo di clienti Apple che la società ha recentemente chiuso concedendo un rimborso di ben 500 milioni di dollari. Adesso la società ha una valutazione molto alta e si è ripresa dalla caduta di prezzo di marzo, anche perchè l’ampio uso del telelavoro ha rilanciato i suoi prodotti. Questa situazione privilegiata potrebbe però terminare nel caso di una nuova azione legale contro di lei.
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