L’avviso arriva direttamente dall’FBI e sembrerebbe interessare vecchie vulnerabilità già segnalate. L’azienda segnala la necessità di effettuare gli aggiornamenti del caso.
Una delle buone pratiche più caldeggiate e meno applicate del mondo della sicurezza è senza dubbio quella di effettuare tutti gli aggiornamenti segnalati dalle case produttrici. Questo è vero in particolare per gli apparati perimetrali, cioè quelli che separano la rete o le reti interne dall’esterno, come i dispositivi di Fortinet. L’azienda, specializzata proprio in soluzioni per la sicurezza, si spende in modo piuttosto tempestivo nella risoluzione delle falle di sicurezza, sia di quelle scoperte dai laboratori interni sia di quelle segnalate.
Tuttavia questo non garantisce automaticamente che tutti gli aggiornamenti siano applicati in modo diligente dagli addetti ai lavori. Sembrerebbe proprio il caso recentemente segnalato dall’FBI.
In una nota infatti l’agenzia segnala come nell’aprile 2021 un gruppo APT abbia ottenuto l’accesso a dispositivi prodotti dall’azienda sulle porte 4443, 8443 e 10443, su dispostitivi che utilizzavano il sistema operativo FortiOS nelle versioni CVE-2018-13379, CVE-2020-12812 e CVE-2019-5591.
La nota non specifica quali uffici siano stati coinvolti né se l’attore sia un gruppo di cybercriminali o un team al servizio di qualche altro stato. Quello che l’FBI ribadisce è però che attraverso questi attacchi gli intrusi potrebbero aver estratto dati, effettuato crittografie o altre attività dannose.
Abbiamo visto come tutte le vulnerabilità riguardino FortiOS, il sistema operativo alla base di Fortinet Security Fabric, la piattaforma di protezione di Fortinet. L’azienda tuttavia sottolinea in modo piuttosto perentorio come le vulnerabilità sfruttate siano già state corrette, rispettivamente nel 2019, nel 2020 e ancora nel 2019 e di come l’azienda si sia premurata di comunicare, sia attraverso i propri canali sia avvisando direttamente i clienti, che era fortemente consigliato aggiornare i propri sistemi.
Insomma, la politica di manutenzione degli apparati del governo statunitense avrebbe bisogno di una buona revisione, come suggerito anche da Sean Nikkel, analista senior di Digital Shadows: tutte le vulnerabilità sfruttate infatti sono state chiuse con aggiornamenti più vecchi di un anno.
Un’altra lezione di cui fare tesoro: gli aggiornamenti di sicurezza dovrebbero essere applicati appena possibile.
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