Attacchi DDoS più potenti con i middlebox

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I ricercatori di Akamai hanno rilevato una nuova tendenza negli attacchi DDoS che sfrutta dispositivi di filtraggio dei contenuti per renderli 65 volte più potenti

Gli attacchi DDoS (Distributed Denial of Service) fanno esaurire deliberatamente le risorse di server o reti sovraccaricandoli di richieste o di dati e rendendoli incapaci di svolgere il proprio lavoro. Anche se non distruggono o rubano dati, fanno gravi danni economici.

Akamai ha rilevato l’utilizzo di un nuovo metodo di attacco DDoS chiamato TCP Middlebox Reflection che era stato per la prima volta esaminato a livello teorico da un gruppo di ricercatori statunitensi nell’agosto 2021.

Come riporta un articolo di Bleeping Computer, sfruttano i middlebox, che sono dispositivi di rete che monitorano, ispezionano, filtrano e manipolano il traffico di pacchetti tra altri dispositivi. Non gestiscono sogli gli header dei pacchetti, ma anche i loro contenuti quindi sono usati nei sistemi più avanzati di ispezione.

L’attacco sfrutta i sistemi di firewall e filtraggio di contenuti dei middlebox inviando sequenze di pacchetti che portano i dispositivi a rispondere con un’enorme massa di dati. Akamai hanno rilevato che un pacchetto con un payload di 33 byte ha causato una risposta da 2.156 byte, raggiungendo un fattore di amplificazione di 65x.

Con questo livello di amplificazione i cybercriminali possono lanciare attacchi di dimensioni catastrofiche con attrezzature e banda limitati. Akamai ha osservato campagne basate su questo tipo di attacco contro banche e operatori nel settore di viaggi, dei giochi e dei media oltre che contro provider di servizi di web hosting. Anche se per ora gli attacchi sono di dimensioni ridotte, gli analisti ritengono che possano crescere rapidamente.

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