La filiale statunitense del colosso agroalimentare brasiliano JBS, uno dei leader mondiali nel settore della carne, ha annunciato ieri sera di essere stata vittima di un “attacco informatico organizzato”.
“JBS Usa ha scoperto di essere stata l’obiettivo di un attacco organizzato alla sicurezza informatica che ha colpito molti dei server su cui si basa il suo sistema informatico in Nord America e Australia”, ha affermato la società in una nota senza specificare la natura di tale attacco.
“Tutti i sistemi interessati sono stati fermati e le autorità avvertite, ha affermato Jbs Usa aggiungendo che i suoi sistemi di backup non sono stati interessati dall’accaduto. “In questa fase, l’azienda non è a conoscenza di alcun uso improprio dei dati relativi ai propri clienti, fornitori o dipendenti derivante da questa situazione”, ha aggiunto Jbs Usa avvertendo tuttavia che le transazioni con i propri clienti e fornitori potrebbero essere “rallentate”.
JBS, specializzata in prodotti di manzo, pollo e maiale, è una delle più grandi aziende alimentari al mondo. Oltre che in Brasile e negli altri Paesi dell’America Latina, è presente in Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito.
#BREAKING US branch of meat-packing Giant JBS says it was hacked pic.twitter.com/A5EMW6mnaR
— AFP News Agency (@AFP) June 1, 2021
In Australia produzione ferma e dipendenti a casa. Il ministro Littleproud: “ci vorranno giorni affinché la produzione riprenda”
In Australia la situazione è critica. In una dichiarazione all’AFP il ministro dell’agricoltura australiano David Littleproud ha affermato di essere “il governo australiano e la polizia federale stanno lavorando con JBS per risolvere il problema e trovare i responsabili dell’attacco. Ci vorranno giorni affinché la produzione riprenda”.
Secondo un rappresentante sindacale intervistato dall’Associated France Presse (AFP), le strutture australiane dell’azienda, paralizzate dall’attacco, hanno lasciato 10mila lavoratori a casa.
L’attacco informatico alla multinazionale, con la conseguente chiusura della produzione, potrebbe far aumentare i prezzi nella carne in Australia e in Nord America come si è visto recentemente con l’aumento del prezzo della benzina negli Usa in seguito l’hack del Colonial Pipeline.
Colonial Pipeline: il governo degli Stati Uniti prende provvedimenti
L’hack arriva meno di un mese dopo che un grave attacco informatico ha bloccato la rete Colonial Pipeline, l’oleodotto che trasporta circa il 45% del carburante consumato sulla costa orientale degli Stati Uniti.
Le vulnerabilità informatiche degli oleodotti statunitensi hanno portato il governo federale la scorsa settimana a imporre per la prima volta requisiti di sicurezza informatica agli oleodotti.
Le nuove regole, imposte dal Department of Homeland Security, richiedono agli operatori delle condutture di designare un coordinatore della sicurezza informatica che deve essere disponibile in ogni momento e di segnalare gli incidenti informatici alla Cybersecurity and Infrastructure Security Agency.
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