
Roma – Il barbera, anzi la barbera, per i piemontesi e gli addetti ai lavori, è un vitigno autoctono a bacca rossa del Piemonte coltivato soprattutto nelle province di Asti, Alessandria e nella zona del Monferrato.
Sebbene sia un vitigno molto antico, il nome barbera compare per la prima volta su documenti commerciali del XVII secolo; poi nel 1800 viene inserito nei primi registri ampelografici della Società Agraria di Torino (l’ampelografia studia e classifica le varie tipologie di vite, ndr). Infine, si diffonde nel resto d’Italia tra il XVIII e il XIX secolo.
Purtroppo è salito alla ribalta delle cronache durante gli anni ottanta per lo scandalo del metanolo in quanto è stato uno dei vini più adulterati.
Oggi, grazie al coraggio di tanti produttori, la barbera è sinonimo di qualità ed è vinificato sia in purezza sia insieme ad altri vitigni piemontesi per ottenere ottimi vini. Ha tre Denominazioni di Origine Controllata e Garantita, Nizza, barbera d’Asti e barbera del Monferrato; numerose Denominazioni di Origine Controllata e due sotto zone Tinella e Colli Astiani o Astiano, oltre alla tipologia Superiore.
Vinificato in diversi modi, quella più diffusa e bevuta è la versione secca.
La bottiglia presa in esame, di classica forma bordolese, è una barbera d’Asti DOCG della cantina Vite Colte che si trova a Barolo in provincia di Cuneo. Questo vino è ottenuto da uve provenienti da agricoltura biologica con tanto di certificazione europea indicata in etichetta.
Di colore rosso rubino, al naso è intenso con profumi di ciliegia e frutti rossi, al palato è secco, con una leggera freschezza, ciliegia e prugna sono sapori prevalenti rispetto agli altri con una lunga persistenza in bocca.
Questo vino richiama molto l’autunno e l’inverno, il fuoco del camino, le nebbie sulle colline astigiane, Giosuè Carducci dedica anche una poesia alla barbera definendola “generosa”.
Gli abbinamenti consigliati sono pasta al forno e risotti per i primi, carne rossa e arrosti per i secondi, se poi accompagnato da fette di polenta, formaggi come gorgonzola e toma piemontese, la temperatura di servizio è di circa 18-20 gradi.
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