El Salvador prima crypto-Nazione della Storia
Da settembre 2021 El Salvador è diventato ufficialmente il primo Paese al mondo ad aver adottato il bitcoin come valuta legale. Il Presidente Nayib Bukele ha subito annunciato la grande svolta digitale presentando le criptovalute come leva fondamentale per lo sviluppo economico della nazione.
Una decisione mirata a promuovere l’innovazione tecnologica e l’inclusione finanziaria in un Paese dove circa il 70% della popolazione non ha accesso ai servizi bancari tradizionali, quindi anche per favorire inclusione finanziaria e attrarre investitori stranieri.
Il governo ha anche lanciato un’app chiamata Chivo Wallet, offrendo ai cittadini l’equivalente di 30 dollari in bitcoin come incentivo per promuoverne l’uso. Inoltre, sono stati installati centinaia di bancomat e chioschi per facilitare la conversione tra dollari e la popolare criptovaluta.
In un’intervista a La Repubblica, l’Amministratore delegato di tether, il 40 enne di Savona Paolo Ardoino, ha commentato: “El Salvador rappresenta un modello affascinante di come l’innovazione possa contribuire alla trasformazione di un paese. L’adozione di Bitcoin come valuta a corso legale è tra gli step principali di una visione, più ampia, di modernizzazione del territorio. In El Salvador la tecnologia blockchain sta contribuendo a creare nuove opportunità economiche. Stiamo vedendo, infatti, un aumento significativo degli investimenti nel paese, nuove imprese che vi si stabiliscono e una crescente fiducia nel sistema e nella sua solidità, che va di pari passo con la sicurezza e la strenua lotta verso le gang armate”.
Nel 2022, El Salvador ha anche avviato la costruzione della Bitcoin City, una città alimentata da energia geotermica e progettata per essere un polo di innovazione finanziaria globale, finanziata tramite l’emissione di obbligazioni bitcoin.
Un ruolo centrale lo gioca la tecnologia blockchain, un registro digitale distribuito, sicuro e immutabile, che registra transazioni in modo trasparente e verificabile, senza necessità di intermediari, e che introduce una nuova modalità di gestione e archiviazione dei dati che garantisce trasparenza, sicurezza e decentralizzazione.
Sicuramente il fenomeno cripto ha raggiunto ormai una ragguardevole dimensione di mercato (circa 3,7 trilioni di dollari di capitalizzazione) e il sostegno dell’ecosistema crypto americano per la vittoria di Donald Trump alle presidenziali 2024, non ha fatto altro che accrescere le legittime aspirazioni del settore (trainato dall’impennata da record del bitcoin che ha superato il valore di 100 mila dollari).
Rimangono però diverse barriere al suo utilizzo e numerose minacce da contrastare per il successo della criptovaluta e il mantenimento delle tutele economiche di base del sistema economico nazionale.
I limiti e le sfide del cripto-Paese sudamericano
Eppure, la scelta di El Salvador, ha suscitato ampie critiche e sollevato numerosi interrogativi sui rischi economici, sociali e tecnologici legati a questa scelta senza precedenti.
Solo per fare qualche esempio, il bitcoin è noto per la sua estrema instabilità. Le fluttuazioni nel suo valore possono influire negativamente sull’economia di un Paese, soprattutto per una popolazione che utilizza la criptovaluta per i risparmi e i pagamenti quotidiani.
Una brusca perdita di valore, infatti, potrebbe erodere il potere d’acquisto dei cittadini, danneggiando l’economia locale.
Ancora, molti cittadini salvadoregni non comprendono il funzionamento delle criptovalute e restano scettici riguardo al loro utilizzo. Alcuni preferiscono il dollaro, considerato più stabile e sicuro. Problemi tecnici con l’app governativa Chivo Wallet hanno ulteriormente ridotto la fiducia nella criptovaluta.
C’è inoltre chi parla di rischi fiscali e debito pubblico. Investire risorse pubbliche in bitcoin espone il Paese al rischio di perdite finanziarie significative, compromettendo la stabilità economica. Alcuni analisti temono che questa politica possa aumentare il già alto livello di indebitamento pubblico.
L’adozione di una cripto come valuta ufficiale potrebbe anche favorire attività illecite come il riciclaggio di denaro, complicando i rapporti con altri Paesi e istituzioni finanziarie. In un Paese dove gran parte della popolazione non ha accesso stabile a internet, l’adozione del bitcoin come valuta potrebbe escludere segmenti vulnerabili della popolazione dall’economia digitale.
Senza contare che la scarsa alfabetizzazione finanziaria dei cittadini, li potrebbe rendere più vulnerabili alle perdite legate alla volatilità della criptovaluta, aggravando le disuguaglianze economiche.
Il Plan B di Lugano per l’utilizzo diffuso delle cripto nell’economia locale
In Svizzera c’è il Plan B, iniziativa congiunta tra la Città di Lugano e la criptovaluta Tether per promuovere l’adozione della tecnologia blockchain e delle criptovalute come il bitcoin, il tethwr e la LVGA (criptovaluta locale ancorata al franco svizzero), per sperimentarne l’utilizzo su larga scala in città.
Dalla gestione delle piccole transazioni quotidiane presso le attività commerciali locali ai progetti più ambiziosi – come il pagamento delle tasse annuali – la blockchain secondo questo progetto potrebbe fungere da base per gli scambi finanziari della città.
“In tutta la città una ventina di attività, tra cui il punto vendita di Guess, hanno aderito al circuito Plan B. Volendo ribaltare la narrazione degli ormai pochissimi scettici, a Lugano stiamo assistendo a una crescita organica, sostenibile e tangibile: oltre 400 attività accettano pagamenti in BTC, USDt e LVGA e più del 10% della popolazione utilizza wallet. Un record in Europa, in rapporto al numero di abitanti”, ha spiegato nell’intervista Ardoino.
Plan B sta attirando l’attenzione internazionale, con aziende e startup che trasferiscono attività a Lugano per beneficiare di un contesto favorevole alle criptovalute e alla blockchain.
Le preoccupazioni
Anche qui, alle preoccupazioni sollevate per El Salvador, si aggiungono altri timori legati ai rischi connessi alla cryptoeconomy. Sebbene il token LVGA sia legato al franco svizzero, il suo utilizzo è ristretto all’economia locale di Lugano e non può essere scambiato su piattaforme globali. Questo potrebbe ridurre l’attrattiva per i cittadini e limitare la sua utilità come strumento finanziario.
L’uso intensivo di Bitcoin, che si basa su algoritmi di mining ad alto consumo energetico, ha suscitato preoccupazioni sull’impatto ambientale.
L’associazione con le criptovalute potrebbe portare a problemi reputazionali, specialmente considerando che alcune giurisdizioni vedono ancora le criptovalute come strumenti potenzialmente usati per attività illecite, come il riciclaggio di denaro.
Sebbene Plan B sia un progetto innovativo e ambizioso, la sua implementazione richiede una gestione attenta per affrontare queste problematiche e massimizzare i benefici per Lugano e i suoi cittadini.
Alcuni esperti sollevano infine dubbi sulla stabilità e trasparenza di Tether, che è stata al centro di controversie legate alla reale copertura delle sue riserve.
Il tether
La tether è una criptovaluta progettata per essere una stablecoin, cioè una moneta digitale il cui valore è ancorato a quello di una valuta tradizionale, solitamente il dollaro statunitense.
Un token crypto che rappresenta il valore di 1 dollaro in modo stabile e permanente.
L’obiettivo principale di Tether, fin dalle sue origini, è fornire una criptovaluta stabile che potesse essere utilizzata come mezzo di scambio o riserva di valore, senza la volatilità tipica di altre criptovalute come bitcoin o ethereum.
Secondo Ardoino, il tether è oggi utilizzato da oltre 400 milioni di individui, “rifiutati dalle banche perché non abbastanza danarosi da generare commissioni redditizie”.
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