Gli eventi naturali più disastrosi sono in aumento su scala globale. Quanto siano collegati ai cambiamenti climatici e al surriscaldamento globale è ancora tema di confronto scientifico. Una cosa è certa però, la frequenza di questi eventi disastrosi è in costante aumento e con essi si moltiplicano i danni umani, materiali, sociali e ambientali.
Negli ultimi 50 anni, si legge in uno studio dal titolo “Evidence for sharp increase in the economic damages of extreme natural disasters”, appena pubblicato da un gruppo di ricerca proveniente dal Dipartimento di Eccellenza EMbeDS (Economics and Management in the era of Data Science) e dall’Istituto di Economia della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, insieme a colleghi americani della Pennsylvania State University, eventi naturali devastanti come alluvioni, tempeste, uragani, ondate di calore e di gelo estreme, siccità, incendi e frane, hanno colpito duramente in tutto il mondo e ciò che si è notato. in maniera chiara. è che il loro impatto economico è 20 volte più grande che in passato.
Se nel 1970 un evento naturale catastrofico causava circa 500 milioni di dollari di danni, nel 2010 gli stessi danni hanno raggiunto i 10 miliardi di dollari, ha spiegato in una nota Matteo Coronese, autore dello studio e dottorando in Economia alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa: “questi maggiori danni sono in parte dovuti all’aumento della popolazione e della ricchezza potenzialmente distruttibile (ad esempio edifici). Una volta tenuti in considerazione questi fattori, l’impatto economico degli eventi estremi risulta comunque raddoppiato. Più precisamente stimiamo che, ogni anno, un evento catastrofico (tra l’1% dei più dannosi) costi circa 26 milioni di dollari in più dell’anno precedente al netto degli aumenti attribuibili all’evoluzione di reddito, popolazione e prezzi”.
Lo studio è stato pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences” (PNAS) e al suo interno si esaminano dati riferiti a un grande numero di disastri naturali, dimostrando che i danni collegati a tali eventi estremi sono cresciuti in maniera considerevole negli ultimi decenni.
Secondo i ricercatori, “tale evidenza è cruciale per elaborare e implementare in maniera consapevole misure di riduzione dell’impatto dei disastri e di contrasto del cambiamento climatico”.
I danni catastrofici stanno crescendo a ritmo più sostenuto nelle aree climatiche temperate come l’Europa e gli USA, che storicamente sono state meno colpite da eventi estremi.
Posto che nuove e più efficaci politiche di contrasto ai cambiamenti climatici e al surriscaldamento globale sono necessarie e fondamentali per la sicurezza di persone e infrastrutture, da una parte gli studiosi invitano alla cautela nel formulare raccomandazioni di politica economica per i politici, le imprese, le associazioni, i cittadini, ma dall’altra ci spronano ad agire subito, anche in Italia, perchè “lo studio ci consente comunque di concludere che i policy-makers, assieme a tutti noi, devono prepararsi velocemente ad affrontare l’aumento consistente dei danni estremi dovuti ai disastri naturali”, ha spiegato Andrea Roventini, autore dello studio, docente di Economia alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e responsabile del progetto GROWINPRO finanziato dalla Commissione Europea.
Cambiamenti climatici: nel 1970 ogni catastrofe costava 500 milioni di dollari, oggi 10 miliardi