Casa d’aste svizzera diventa la prima a vendere arte autenticata esclusivamente dall’AI

  ICT, Rassegna Stampa
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Una casa d’aste svizzera ha fatto la storia vendendo un’opera d’arte autenticata esclusivamente da un sistema di intelligenza artificiale. L’acquerello senza titolo della pittrice russa Marianne von Werefkin è stato venduto per 17.000 dollari, quasi il doppio della stima massima.

La Germann Auction House ha collaborato con Art Recognition, una compagnia svizzera specializzata in AI, per condurre l’autenticazione. Il sistema utilizza algoritmi avanzati che analizzano dettagli come le pennellate, le proporzioni e le variazioni di colore per verificare l’autenticità, anche di opere mai analizzate prima.

Questa innovazione arriva in un mercato dell’arte afflitto dalla presenza significativa di falsi. Stime recenti evidenziano che la contraffazione rappresenta una parte rilevante delle transazioni artistiche, come dimostrato da casi clamorosi: un museo francese ha scoperto nel 2018 che 82 dei suoi 140 quadri attribuiti a Étienne Terrus erano falsi, mentre nel 2024 un’operazione italiana ha sequestrato 2.100 opere contraffatte attribuite a celebri artisti come Picasso e Banksy.

L’uso dell’AI per autenticare opere d’arte rappresenta una svolta significativa per il settore, garantendo maggiore precisione e affidabilità rispetto ai metodi tradizionali.

Questa tecnologia non solo promette di contrastare il problema dei falsi, ma potrebbe anche ridefinire il modo in cui le opere d’arte vengono valutate e trattate nel mercato globale.

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Studio afferma che l’AI potrebbe aumentare del 21% la rilevazione del cancro al seno

Un programma di screening del seno negli Stati Uniti ha evidenziato i potenziali vantaggi dell’utilizzo dell’AI nelle mammografie, dimostrando un incremento del 21% nella rilevazione del cancro tra le donne che hanno scelto scansioni potenziate dall’intelligenza artificiale.

Lo studio è stato condotto da DeepHealth, una società affiliata a RadNet, e presentato durante l’incontro annuale della Radiological Society of North America (RSNA). Il campione dello studio comprendeva 747.604 donne sottoposte a screening mammografico in un periodo di 12 mesi.

I risultati hanno mostrato un aumento complessivo del 43% nei tassi di rilevazione per coloro che partecipavano al programma, ma un’analisi dettagliata ha attribuito il 21% di questo miglioramento all’uso di software basati su AI certificati dalla FDA.

Questi strumenti agivano come un ulteriore supporto per i radiologi, evidenziando anomalie difficili da individuare. Sebbene parte del miglioramento sia legato a un effetto di selezione dovuto alla maggiore partecipazione di pazienti ad alto rischio, i ricercatori ritengono che il contributo diretto dell’AI sia significativo.

Tuttavia, gli autori dello studio sottolineano che questi risultati preliminari necessitano di ulteriori verifiche attraverso studi clinici randomizzati per quantificare meglio l’impatto dell’AI in questo contesto.

L’impiego di AI nelle mammografie rappresenta un importante passo avanti nella diagnosi precoce del cancro al seno, offrendo nuove possibilità per migliorare la precisione diagnostica e, potenzialmente, i risultati clinici.

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