Pronta la prima tratta mediterranea dell’infrastruttura di cavi sottomarini che unirà Genova a Mumbai
Rispettai i tempi previsti fin dall’inizio per il completamento della linea mediterranea di Blue & Raman Submarine Cable Systems, un’infrastruttura di cavi sottomarini che collegherà Genova a Mumbai in India, passando per Francia, Grecia e Israele, Giordania, Arabia Saudita, Gibuti, Oman.
Secondo quanto riportato in un articolo a firma di Andrea Biondi sul Sole24Ore, è stato completato il tratto che va da Genova a Chaina, sull’isola di Creta, mentre entro la fine di questa estate sarà terminato anche il tratto che arriva in Israele, A Tel Aviv.
Responsabili delle operazioni nel Mediterraneo sono Telecom Italia Sparkle, Google e Oman Telecommunication. Sui costi non ci sono cifre ufficiali, ma il quotidiano milanese ha riportato la stima di un investimento di 500 milioni di dollari.
Nel 2025 si realizzerà la parte indiana fino all’Oman, Mar Rosso saltato con tutti i suoi rischi
A settembre, invece, dovrebbero partire i lavori dell’altra metà della tratta “Blue & Raman”, quella che parte dell’India, da Mumbai, e che entro il 2025 dovrebbe completare la rimanente parte di infrastruttura di cavi sottomarini.
L’infrastruttura consentirà all’Europa di aggirare l’Egitto, da dove oggi passa circa il 30% del traffico internet globale, e l’instabile Mar Rosso, oggetto di continui attacchi militari da parte dei ribelli Houthi e di altre milizie nemiche di ogni attività occidentale in quell’area.
Il Blue&Raman collegherà il nostro Paese e il fronte meridionale dell’Europa all’India passando per Israele, Giordania, Arabia Saudita, Gibuti e Oman, quindi saltando completamente il vecchio passaggio del Mar Rosso, pieno di insidie ormai.
Italia sulla buona strada per diventare hub digitale ed informatico del Mediterraneo?
Sparkle mantiene la proprietà e la gestione esclusiva del cavo BlueMed con quattro coppie di fibre aggiuntive e una capacità trasmissiva iniziale di oltre 25 Terabit al secondo (Tbps) per coppia di fibre.
BlueMed si estende così fino alla Giordania (Aqaba), condividendo con Blue System le componenti sottomarine e aggiungendo diramazioni private in Francia (Corsica), Grecia (Chania – Creta), Italia (Golfo Aranci – Sardegna e Roma), Algeria, Tunisia, Libia, Turchia, Cipro e altre ancora nel futuro.
È così che va prendendo forma l’idea di una penisola italiana hub digitale ed informatico di calibro globale, perché centrale in questa nuova e strategica infrastruttura sottomarina che connette giganteschi flussi di dati intercontinentali.
Cresce la domanda di cavi sottomarini a livello mondiale
Dal 2019 la domanda mondiale di banda di rete è praticamente triplicata, arrivando a 3.800 terabit al secondo e la crescita esponenziale di applicazioni di intelligenza artificiale non farà che aumentare ulteriormente tale flusso di dati. Il 99% di questo traffico passa oggi attraverso i cavi posati sul fondo degli oceani.
Sono le stime diffuse dall’Osservatorio sulle Tlc di Telegeography, secondo cui oggi sono attivi 529 sistemi di cavi e 1.636 punti di atterraggio. Negli ultimi due anni sono stati investiti in cavi circa 6 miliardi di dollari solo per collegare Asia e Oceania.
Entro il 2025, sempre secondo l’Osservatorio, saranno investiti a livello mondiale altri 10 miliardi di dollari per realizzare 78 sistemi di collegamento internet via cavi sottomarini, per circa 300 mila km di lunghezza totali.
Secondo il Report di Market and Markets, il valore del mercato globale dei cavi sottomarini dovrebbe crescere ad tasso medio annuo (Cagr) del 10% circa tra il 2024 ed il 2029. La pubblicazione stima il valore del mercato di riferimento passare dai 18,2 miliardi di dollari attesi per la fine del 2024 ai 29,7 miliardi di dollari del 2029.
Evitare anche la Russia
Sempre per evitare minacce alla sicurezza delle interconnessioni internet intercontinentali, l’Unione europea ha annunciato una nuova tratta di cavi sottomarini che passerà per la Georgia attraverso le acque del Mar Nero per 1.100 km, con l’obiettivo di evitare la Russia e ogni sua possibile azione di interferenza, sabotaggio o tentativo di controllo.
Altro progetto piuttosto simile è quello che vede impegnata Vodafone al progetto chiamato “Kardessa”, che collegherà Ucraina, Bulgaria, Turchia, Georgia, Armenia, Kazakistan e quindi il resto dell’Asia. È chiaro che tutti ormai vogliono connessioni sicure e stabili, al sicuro da qualsiasi minaccia militare o terroristica.
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