Chechia e Polonia sono a al centro delle proteste degli agricoltori che mettono in difficoltà la UE

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Nelle ultime settimane, gli agricoltori di diversi paesi europei sono scesi in piazza per protestare contro il Green Deal dell’UE e le manifestazioni non solo non si placano, ma stanno spingendosi verso est, con conseguenze che possoono essere molto pesanti a livello globale.

Lunedì centinaia di trattori e altri veicoli agricoli hanno raggiunto Praga per protestare contro le politiche agricole dell’UE, che considerano ingiuste.

I veicoli agricoli hanno disturbato il traffico, in particolare davanti al Ministero dell’Agricoltura della Repubblica Ceca, dove avevano intenzione di consegnare al ministro una lettera con le loro richieste.

Le motivazioni sono in parte simili a quelle degli altri paesi europei, cioè il tagli delle detrazioni per il gasolio agricolo, a cui si unisce il problema della concorrenza delle produzione agricole ucraine, che spiazza quella nazionale

Molte associazioni degli agricoltori però si sono tirate indietro all’ultimo minuto, perché alcuni leader delle manifestazione sono stati ritenuti filorussi. Il ministro dell’agricoltura, per questo motivo, ha rifiutato di colloquiare con i manifestanti.

Ha aggiunto che preferirebbe avere “un dialogo con i rappresentanti degli agricoltori, ed è sempre meglio avere un dialogo a tavola che in strada o in piazza”.

Proteste profonde anche in Polonia, con il blocco del confine ucraino

Gli agricoltori polacchi da alcuni giorni stanno protestando al confine con l’Ucraina, ma oggi la situazione ha raggiunto un suo culmine. Martedì scorso le proteste degli agricoltori polacchi hanno scatenato la rabbia della vicina Ucraina, che ha chiesto alla Commissione Europea di prendere provvedimenti severi dopo che i dimostranti avevano bloccato il confine e aperto le carrozze ferroviarie per far fuoriuscire il grano.

Varsavia è stata una convinta sostenitrice di Kyiv nella sua lotta per respingere un’invasione russa su larga scala lanciata nel 2022, ma le proteste degli agricoltori che lamentano una concorrenza sleale hanno messo a dura prova i legami che erano già in tensione dopo che i camionisti avevano bloccato i passaggi di frontiera all’inizio dell’anno.

Le proteste degli agricoltori di martedì hanno segnato un’escalation rispetto alle manifestazioni precedenti, con un blocco quasi totale di tutti i valichi di frontiera ucraini e disagi nei porti e sulle strade di tutto il paese.

I filmati televisivi hanno mostrato i manifestanti al valico di frontiera di Medyka mentre aprivano i vagoni ferroviari per permettere al grano di riversarsi sui binari.
“Lo spargimento di grano ucraino sui binari ferroviari è un’altra provocazione politica che mira a dividere le nostre nazioni”, ha dichiarato il vice primo ministro ucraino Oleksandr Kubrakov in un post su X.

Il Ministro dell’Economia ucraino Yulia Svyrydenko ha dichiarato che Kyiv ha informato la Commissione Europea delle azioni dei manifestanti polacchi al confine con l’Ucraina e si aspetta una risposta decisa. Il Ministro dell’Agricoltura Mykola Solskyi ha dichiarato che il grano era diretto in Germania e non sarebbe entrato in Ucraina.

Essi sostengono che le politiche ambientali e di altro tipo costituiscono un onere finanziario e rendono i loro prodotti più costosi – e quindi meno competitivi – rispetto alle importazioni extra-UE.

La Commissione e la Polonia non sono riuscite a regolare l’afflusso di prodotti agricoli dall’Ucraina, che ora avviene senza dazi per aiutare lo sforzo militare di Kiev. Gli agricoltori ucraini  ne hanno approfittato per invadere con grano e altri prodotti agricoli l’Europa, ma questo ha spiazzato le produzioni degli agricoltori dell’Est della UE, che invece sono oppressi dagli obblighi forzati dalla Commissione.

Bruxelles non riuscirà mai a capire che l’imposizione di pesanti obblighi alle aziende ddell’Unione, agricole, ma non solo, viene a spiazzarle sui mercati internazionali per cui il libero scambio viene a essere impossibile, tranne che non si voglia la completa distruzione dell’economia europea.


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