Nelle ultime tre settimane la Corea del Nord ha lanciato sei missili, presentati come nuovi sistema d’arma. La mossa è stata presentata come una reazione alle esercitazione USA – Corea del Sud che avvengono periodicamente, nelle quali si testano i piani difensivi, ed offensivi, del sud.
In passato avremmo visto reazioni, minacce, sanzioni, misure militari partire da Washington. Questa volta nulla, silenzio, niente, nessuna risposta da Trump. Perfino il New York Times ha notato che il tempo delle risposte esagerate è passato. Come mai?
Strategicamente Trump e Pompeo hanno deciso, dopo gli ultimi incontri diretti, di non rispondere alle provocazioni di Kim Jong Un, purchè queste non riguardino il lancio di missili strategici a lungo raggio o di armi nucleari. Non c’è stato nessun accordo, semplicemente non si vuole dare spago alle pressioni di una nazione economicamente alla canna del gas che utilizza questi mezzi per poter ottenere un po’ di ossigeno economico. Questa volta tra l’altro l’obiettivo di Kim non era tanto il presidente USA, che il leader coreano pare voglia incontrare presto nuovamente, quando il vicino del Sud, con cui ora il Nord non vuole proseguire nei contatti. Si tratta della solita scena. Il Nord si arrabbia per le esercitazioni del Sud, si rompono le relazioni, il Sud cerca di riallacciare, fa qualche concessione economica, foto di gruppo tutti assieme e ci si prepara per il successivo turno. La Corea del Sud, soprattutto con il nuovo presidente Moon, punta veramente alla riunione (o meglio all’annessione, stile Germania) del Nord, ma deve avere molta pazienza.
Il nuovo atteggiamento di Trump è molto astuto e toglie qualsiasi scusa a KIm per ricattare l’occidente. Alla fine i missili non servono a niente, se nessuno crede alla minaccia e se fossero usati per davvero Kim avrebbe scritto la parola fine alla sua carriera politica.
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.