Hubble Network è diventata la prima azienda nella storia a stabilire una connessione Bluetooth direttamente da un satellite: una convalida tecnologica che apre la porta alla connessione di milioni di altri dispositivi in qualsiasi parte del mondo. La startup con sede a Seattle ha lanciato i suoi primi due satelliti in orbita sulla missione di ride-sharing Transporter-10 di SpaceX a marzo; da quel momento, ha confermato di aver ricevuto segnali dai chip Bluetooth da 3,5 mm integrati da oltre 600 chilometri di distanza. La startup afferma che la sua tecnologia può essere utilizzata in mercati quali logistica, monitoraggio, IoT, auto, cantieri edili, gestione delle emissioni e inquinanti.
Man mano che la costellazione si espanderà, Hubble rivolgerà la sua attenzione ai settori che potrebbero richiedere aggiornamenti più frequenti, come il monitoraggio del suolo. Una volta installato e funzionante, un cliente dovrà semplicemente integrare i chipset dei propri dispositivi con un firmware per consentire la connessione alla rete di Hubble.
Storia di successi
Hubble è stata fondata nel 2021 dal co-fondatore di Life360 Alex Haro, dal fondatore di Iotera Ben Wild (che ha venduto la sua startup a Ring) e dall’ingegnere aerospaziale John Kim. Se si pensa che oggetti odierni di consumo hanno difficoltà a connettersi a quelli che ci sono in giro, nel raggio di qualche decina di metri, il fatto di poter collegare device così diversi ad un hub centrale, spaziale, abbatte ogni limite. Inoltre, dispositivi IoT esistenti consumano molta energia, sono costosi da gestire e mancano di connettività globale. Limitazioni che impediscono a molti settori di sfruttare proprio l’IoT per le proprie attività. Hubble si è unita al gruppo Winter 2022 di Y Combinator e ha chiuso una serie A da 20 milioni di dollari lo scorso marzo. La prima innovazione è stata quella di sviluppare un software che consentisse ai chip Bluetooth standard di comunicare su distanze molto lunghe, a bassa potenza.
Oltre lo Spazio
L’azienda ha anche brevettato un’antenna ad allineamento graduale che può essere lanciata su un piccolo satellite. Queste antenne funzionano quasi come una lente d’ingrandimento ed è ciò che consente a un chip Bluetooth standard di comunicare con i due satelliti in orbita. Hubble punta a lanciarne un terzo con la missione Transporter-11 di SpaceX quest’estate e un quarto su Transporter-13. Questi quattro satelliti comporranno quella che Haro chiama la “costellazione beta”, con i clienti pilota che stanno già iniziando ad attivare le loro integrazioni. La startup prevede di lanciare un totale di 36 satelliti entro il 2026, capaci di fornire, ognuno, 3 ore di connessione continua al giorno.
Di recente, Blue Skies Space, startup con sede a Londra, si è assicurata un finanziamento di oltre 2 milioni di sterline per realizzare la prima flotta di satelliti commerciali per finalità di ricerca. Entro il 2025, il progetto permetterà a ricercatori e università di pagare per ricevere informazioni in arrivo direttamente dallo Spazio.
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