Il “cripto” ban della Cina ha scosso e non di poco il mercato finanziario delle monete digitali. Non è certo il primo contro le valute digitali. Pechino ha chiuso i suoi scambi di criptovalute nel 2017, soffocando così un’industria che rappresentava il 90% del commercio globale di bitcoin.
Con il ban inoltre il Governo cinese vieterà l’estrazione di monete virtuali, il cosiddetto (Mining), un grande business che in Cina rappresenta fino al 70% dell’offerta mondiale. Secondo le stime del Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Inde, la Cina rappresenta il sito di mining di criptovalute più grande del mondo.
Mining: come il ban sta creando nuovi cambiamenti
Il divieto di mining di criptovalute in Cina punta a una domanda che ha a lungo turbato gli economisti: chi ha il diritto di emettere moneta? Mentre alcuni hanno sostenuto che il diritto di emettere moneta resta ai privati, molti concordano sul fatto che il diritto dello Stato di emettere moneta è sovrano. Il ragionamento alla base del denaro emesso dal governo è quello di aiutare a garantire la stabilità del denaro e l’efficacia delle politiche fiscali e monetarie nello stato. L’economia cinese è controllata esclusivamente dal governo. Il divieto di mining di criptovalute è essenzialmente il modo in cui il governo annuncia la sua pretesa di essere l’unico emittente di denaro nel paese.
Tuttavia, la Cina sta creando la propria valuta digitale, lo yuan digitale. Questa dovrebbe essere l’incursione della Cina nel mercato delle criptovalute. Mentre le valute digitali estratte privatamente rimarranno vietate, una valuta digitale sostenuta dallo stato consentirebbe ai consumatori di poter essere usata, un elemento che indica il panorama in evoluzione delle criptovalute.
Con la guida della Cina, più Paesi inizieranno a emettere criptovalute sostenute dal governo. La Nigeria, la più grande economia dell’Africa, ha recentemente annunciato che rilascerà presto la propria valuta digitale. Questo dopo che la Banca centrale del paese aveva vietato il trading di criptovalute nel febbraio di quest’anno.
La scorsa settimana, il presidente della Federal Reserve statunitense Jerome Powell, ha alzato il tiro sulle criptovalute, affermando che rappresentano rischi per la stabilità finanziaria e indicando che potrebbe essere giustificata una maggiore regolamentazione.
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