Crowd4Fund. ‘Il crowdfunding vola nel 2017 e punta su nuovi modelli’. Intervista a Angelo Rindone (Produzioni dal Basso)

  ICT, Rassegna Stampa
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Durante la quinta edizione di Sharitaly, il tradizionale evento dedicato alla sharing economy che si è svolto a Milano il 5 e 6 dicembre, sono stati resi noti i dati, elaborati da Starteed, dell’intero settore del crowdfunding in Italia.

Dalla ricerca emerge la conquistata vitalità del settore del crowdfunding in Italia che nel 2017 ha totalizzato (tra piattaforme reward/donation, do it yourself, equity e lending) oltre 41 milioni 406mila euro, con un incremento del 45% sul 2016. I numeri sono trainati dall’ottima performance delle piattaforme di equity che hanno contribuito con oltre 11 milioni, seguite da quelle reward (9 milioni 490mila euro).

Per quanto riguarda reward e donation crowdfunding, Produzioni dal Basso è la piattaforma che nel solo 2017 ha registrato la raccolta più alta in Italia, pari a 1 milione 976.922 euro con una crescita del 55,68% rispetto al 2016. Produzioni dal Basso (PdB) è stata lanciata in Italia ancora prima delle famose Kickstarter e Indiegogo e, come dicono i numeri, si è definitivamente affermata come la principale piattaforma italiana di reward crowdfunding.

Per approfondire le ragioni del successo e aiutarci a capire meglio a che punto è il crowdfunding italiano legato al modello “donazioni” rispetto a quello basato sugli “investimenti”, abbiamo intervistato il fondatore di PdB, Angelo Rindone.

Fabio Allegreni. Reward e donation crowdfunding hanno visto una grande accelerazione nel 2017. Ci può anzitutto spiegare la differenza tra reward/donation e “crowdinvesting”?

 

Angelo Rindone. Certamente. In estrema sintesi, donation e reward crowdfunding sono modelli in cui chi finanzia un progetto “dona” i propri fondi al proponente. Nel caso del donation-based, in cambio solo del piacere di contribuire; nel caso del reward-based il donatore riceve invece una “ricompensa”, che può essere tangibile, che può consistere in un gadget o nello stesso prodotto oggetto della campagna, o intangibile, per esempio essere citato nei titoli di coda di un film. Il cosiddetto “CrowdInvesting” presuppone invece un investimento: nel caso dell’equity crowdfunding è a fronte di quote della società, nel caso del lending crowdfunding si percepiranno gli interessi a fronte della quota di un prestito sottoscritto.

Fabio Allegreni. Ci sono ragioni strutturali nella crescita del reward/donation crowdfunding in Italia?

 

Angelo Rindone. Il 2017 è stato un anno importante per tutto il movimento. La conoscenza del crowdfunding è sempre più diffusa sia presso i “donatori” (nel nostro caso abbiamo una comunità che ha ormai superato i 150 mila utenti), che presso i “promotori”, con un conseguente innalzamento della qualità media dei progetti.

Fabio Allegreni. Ma veniamo a PdB. A cosa è dovuto il successo di quest’anno?

 

Angelo Rindone.  Anzitutto la crescita strutturale ci permette di confrontarci con grandi aziende con cui costruire meccaniche innovative in ambito di crowd economy. Le grandi aziende, infatti, hanno sempre più necessità di individuare strumenti per comunicare e rendere fattivo il loro impegno nel CSR (Customer Social Responsibility) e nella cosiddetta Open Innovation. Per quanto riguarda invece le nostre strategie, direi che ha pagato il sistema di pagamento multiplo che abbiamo introdotto lo scorso anno. Inoltre abbiamo istituito un supporto live di customer care a favore sia dei progettisti che dei donatori. E, infine, quest’anno abbiamo comunicato molto di più rispetto agli altri anni.

Fabio Allegreni. Dietro la piattaforma PdB c’è una società, Folkfunding. Qual è il vostro modello, vi occupate solo della gestione della vostra piattaforma?

 

Angelo Rindone. In effetti no. Lavoriamo anche per lo sviluppo di piattaforme donation per grandi clienti, come per esempio la piattaforma For Funding di Intesa Sanpaolo, ma facciamo anche analisi e design per progetti particolarmente complessi, non necessariamente relativi al modello donation. Recentemente in questo senso abbiamo disegnato la piattaforma di club deal PMICapital di IRRtop che informa sul mercato AIM, e a chi è ammesso al club, su invito, anche opportunità di investimento.

Fabio Allegreni. In che modo pensate sia possibile sviluppare ulteriormente il mercato nel prossimo futuro?

Angelo Rindone. Oltre a proseguire nelle nostre attività, stiamo sviluppando un chatbot basato su messanger che consentirà di creare un progetto in una chat, un assistente personale che raccoglie dati per dare suggerimenti. E’ un embrione di intelligenza artificiale per ottimizzare la realizzazione dei progetti di impresa, sociali, culturali, privati.

Inoltre lanceremo un servizio di “Subscription”. Il modello è patreon.com, che sta riscuotendo un successo mondiale incredibile, tanto che pure Kickstarter l’ha copiato. Il modello “subscription” che consente ad artisti che hanno prodotti editoriali (es. youtuber), di creare un profilo e raccogliere “abbonamenti”, cioè donazioni ricorrenti. Questo modello si basa quindi non su uno specifico progetto, come nel crowdfunding tradizionale, ma sul “progettista” cioè sulle sue qualità creative che i fan sono disposti a premiare su base continuativa.

Crowd4Fund. ‘Il crowdfunding vola nel 2017 e punta su nuovi modelli’. Intervista a Angelo Rindone (Produzioni dal Basso)