Le campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza informatica proliferano anche grazie al rinnovato impegno di istituzioni e governi. Ma funzionano?
Quella della sicurezza informatica è una battaglia trasversale, che sta reclutando sempre più soggetti impegnati a contrastare il cyber crimine a tutti i livelli.
Un fenomeno che è diventato evidente soprattutto negli ultimi mesi, in cui governi e istituzioni hanno cominciato a esercitare forti pressioni (anche in Italia) per investire sulla cyber security.
Uno dei piani di azione su cui si muove la lotta alla criminalità informatica è quella dell’awareness, cioè l’impegno per aumentare la consapevolezza a tutti i livelli e, di conseguenza, aumentare le capacità di resistere agli attacchi informatici.
Ma con quale risultati? È una domanda che, in altri paesi, ha posto per esempio Malwarebytes, che in un post sul blog ufficiale della società di sicurezza ha espresso le perplessità degli esperti di sicurezza sulla reale efficacia di campagne che non sempre sanno utilizzare strumenti, contenuti e modalità adeguate al momento.
L’impressione che le iniziative legate all’awareness corrano il rischio di essere piuttosto “stantie”, in effetti, c’è. In particolare, una distanza siderale tra la dinamicità del mondo della cyber security, in cui ogni giorno emergono nuovi temi e nuove criticità, e una modalità narrativa in cui vengono ripetuti essenzialmente gli stessi concetti.
Insomma: il limite maggiore che emerge dall’analisi delle campagne di awareness si declina su due diversi binari. Il primo è una sostanziale inadeguatezza delle istituzioni a tenere il ritmo del settore della cyber security.
Il secondo, invece, riguarda la forma: le iniziative di sensibilizzazione, che siano rivolte alle aziende o agli utenti privati, continuano a ricalcare uno schema “paternalistico” e poco attraente.
E dire, che di esperti del settore (ci si perdoni la sottolineatura) in grado di trattare l’argomento in maniera “moderna” non c’è poi una gran carenza.
Quello che sembra mancare, alla fine, è un cambio culturale che dovrebbe coinvolgere anche il mondo dei media mainstream, in cui i temi della cyber security finiscono per essere trattati con una certa superficialità. Se vogliamo davvero cambiare marcia nella lotta al cyber crimine, serve un approccio diverso.
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