Cyberattacchi quasi decuplicati con la guerra in Ucraina

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Il presidente di Ntirety, un MSP focalizzato sulla sicurezza, ha rilevato una crescita dell’800% nei cyberattacchi ai suoi clienti internazionali dall’invasione dell’Ukraina.

In un articolo pubblicato su The Register, Emil Sayegh, presidente e CEO di Ntirety, un MSP di servizi di sicurezza, gli attacchi sono saliti dell’800 % dall’invasione dell’Ukraina. Non provengono solo da gruppi interni alla Russia, ma anche da alleati come la Corea del Nord e l’Iran, fonti storiche di cybercrimini globali.

Il fornitore di servizi gestiti ha un parco clienti di circa 2.400 aziende in tutto il mondo e attribuisce il picco di attacchi al desiderio di vendetta contro i paesi che hanno imposto sanzioni alla Russia. Allo stesso tempo, la forte inflazione colpisce anche i pirati, che stanno quindi raccogliendo “fondi”.

Conti e REvil sono due dei principali gruppi criminali filorussi. Gli attacchi sono di vario tipo e includono phishing, man-in-the-middle e distributed denial-of-service (DDoS), a volte usati insieme.

Ci sono inoltre molti attacchi ransomware e alcuni gruppi stanno adottando un nuovo approccio. Normalmente, al pagamento del riscatto la vittima dovrebbe di nuovo riuscire ad avere i suoi dati. Per i cybercriminali, in teoria, decrittare i dati significa crearsi una reputazione che porta altre vittime a pagare e anche la possibilità di attaccare ancora la stessa.

Sayegh però ha rilevato che in alcuni casi i pirati cancellano i dati e restituiscono file vuoti. La maggior parte di questi incidenti si è verificato contro istituzioni finanziarie ucraine, ma non ritiene che si fermeranno lì. Pensa anzi che si sentano con le spalle al muro e che vendetta personale e vandalismo giochino un ruolo importante.

Gli attacchi non si focalizzano solo sulle grandi aziende, ma anche quelle di piccola e media entità in tutto il mondo. Secondo Sayegh si tratta di una “guerra ibrida globale” in cui molti paesi sono coinvolti sul “cyber fronte”.

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