CyberSec2025. Rizzi (DIS): “Minacce cyber sempre più attuali, ridurre i vuoti normativi”

  ICT, Rassegna Stampa
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Al via la quarta edizione del “CyberSec205. AI, Crittografia Post-Quantum, Spionaggio e Geopolitica: il nuovo mondo della Cybersecurity”, Conferenza internazionale promossa e organizzata dal giornale Cybersecurity Italia, evento annuale di riferimento in Italia per la sicurezza cibernetica e la resilienza digitale, incentrato sulle sfide e le opportunità del futuro della sicurezza informatica globale, in corso a Roma il 5 e 6 marzo 2025 presso I Saloni di Rappresentanza della Caserma dei Carabinieri “Salvo D’Acquisto”.

Caserma aperta all’innovazione e alle esigenze del Paese”, ha affermato nei Saluti di benvenuto Salvatore Luongo, Gen. C.A., Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri. “Ricordo la data del 20 luglio 1969, quando siamo allunati sul nostro satellite naturale. L’uomo arrivava sulla Luna, un ciclo era finito, se ne apriva uno nuovo. L’umanità trovò una dimensione diversa rispetto al suo passato. Fino ad oggi siamo riusciti a vivere in un mondo votato al progresso, un mondo migliore. La tecnologia ha avuto un ruolo chiave in questo percorso, legato all’utopia nata proprio da quella data. Oggi però si parla anche di distopia, ma abbiamo l’obbligo morale di impedire che questa diventi realtà. Un obiettivo comune fondamentale, per fare in modo che quell’utopia abbia ancora un senso”.

In occasione della relazione davanti al Copasir, oltre ad un ampio spazio dedicato alla minaccia cyber, abbiamo inserito uno spinoff sull’intelligenza artificiale, tra i temi più strategici per la sicurezza del Paese. Questa si declina in diversi temi. La sovranità è il primo. I servizi sono chiamati a garantire la sicurezza all’interno della sovranità nazionale, caratterizzata da spazi diversi, dal cielo al mare, fino allo Spazio e la dimensione cibernetica. Il tema dell’esercizio della sovranità in questi nuovi domini costituisce un tema culturale, su cui costruire una dottrina della sovranità. Se poi colleghiamo questa alle reti, il concetto diventa ancora più sfumato, laddove le Big Tech sono padrone di sovranità sovranazionale, tra reti reali e virtuali. In questo scenario complesso, dobbiamo individuare opportunità e minacce. Serve, però, una visione generale per agire. Ci sono costanti lack nella legislazione in queste tematiche, con acrobazie interpretative, norme tirate fino a strapparsi per adeguarsi alla rapidità del cambiamento. La velocità maggiore si registra nell’universo cyber. Dobbiamo saper guardare più lontano in questo panorama. Si parla di era quantistica, ad esempio, con gli algoritmi quantum resistenti. Non abbiamo una giurisdizione condivisa del concetto di crittografia. Non abbiamo una norma di linguaggio comune. Non tutta la criptografia può essere considerata qualcosa di positivo. Lo è sicuramente quando proteggiamo i conti bancari, non lo è quando i criminali la usano per violare la legge”, ha spiegato Vittorio Rizzi, Direttore Generale del DIS, nel suo intervento dal titolo: “Evoluzioni tecnologiche. Le nuove sfide dell’Intelligence“.

C’è il tema dell’analisi opensource e dell’intelligence. Interrogare il proprio patrimonio informativo significa avere capacità di computazione e strumenti e algoritmi addestrati, non è immaginabile rivolgersi alle Big Tech per poter usare questo strumento. All’esterno c’è un grande patrimonio informativo – ha proseguito Rizzi – ma bisogna saper distinguere la verità da ciò che è falso, una sfida su cui la comunità di intelligence mondiale si sta confrontando.
Serve una dottrina della sicurezza per poter sfruttare le nuove tecnologie, come la AI generativa. Le principali potenze mondiali sanno muoversi in contesti di questi tipo, con le loro agenzie di intelligence, ora tocca all’Europa
”.

Ci sono tecnologie emergenti distruttive con cui fare i conti, molte delle quali sono dual use, potenzialmente delle minacce per la sicurezza nazionale. L’AI è una grande opportunità – ha precisato Rizzi – ma è sicuramente una Emerging distrupt technology, perché può trasformarsi in un’arma autonoma particolarmente insidiosa. Ci sono temi chiave come la moneta virtuale e le criptovalute, i cripto-asset e le blockchain. Tutto quello che si sposta nel modo cyber diventa anche un tema geopolitico, cioè può influenza gli equilibri mondiali. Quale è il confine tra il mercato regolamentato o non regolamentato in cui sono utilizzate queste tecnologie? Cosa accadrà agli investitori che operano in questi mercati, o ai risparmiatori?
Poi ci sono anche i non luoghi dei social media, piattaforme dove si muovono nuove organizzazioni terroristiche, dove si indottrinano i militanti di diversi movimenti politici e religiosi, assieme a persone psicologicamente deboli o in cerca di motivazioni forti.
Stessi luoghi in cui si diffonde la disinformazione, soprattutto in un momento di grande instabilità mondiale, tra guerre e destabilizzazioni politiche, tra l’Ucraina e Gaza. Poi ci sono contaminazioni tra terrorismo e criminalità per nuovi modelli di finanziamento di ogni attività illeciti
”.

Il tema della cybersicurezza, quindi, va affrontato come un problema del presente, non guardando al futuro. La minaccia cyber non è più verticale, chiusa in sè stessa, ma trasversale a tutti i mondi esistenti, perché sono trasversali le tecnologie di oggi. Temi da normare che chiedono un maggiore coinvolgimento del legislatore”, ha concluso Rizzi.

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