Registriamo un doppio “assist” a Elon Musk nella bozza del disegno di legge in materia di Space Economy, di competenza della presidenza del CdM e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che è sul tavolo del Consiglio dei Ministri convocato alle ore 17:00.
Partiamo dal primo, perché proprio non era nell’aria.
L’articolo 25 introduce la “Riserva di capacità trasmissiva nazionale”, che potrà essere garantita dalle aziende di Elon Musk. A cosa si riferisce?
ll Ministero delle Imprese e del made in Italy provvede alla costituzione di una “Riserva di Capacità Trasmissiva Nazionale” attraverso comunicazioni satellitari, utilizzando, al fine di garantire la massima diversificazione, sia satelliti che costellazioni in orbita geostazionaria, media e bassa, gestiti esclusivamente da soggetti appartenenti all’Unione europea o alla NATO.
Nel dettaglio, si legge nella bozza, la riserva di capacità trasmissiva via satellite nazionale è finalizzata a garantire, in situazioni critiche o di indisponibilità delle principali dorsali di interconnessione delle reti terrestri, un instradamento alternativo e con velocità di trasmissione adeguata alle comunicazioni tra nodi di rete strategici per applicazioni di natura governativa o di interesse nazionale, ivi incluse le funzionalità e le comunicazioni del cloud nazionale.
Per realizzare la riserva di capacità trasmissiva via satellite nazionale, il Ministero delle Imprese e del made in Italy, sentito il COMINT, promuove:
- studi di fattibilità per una capacità di storage su satellite, finalizzata alla protezione di informazioni di particolare valore strategico nazionale, quali chiavi crittografiche per situazioni critiche (geo disaster recovery);
- attività per la definizione dei requisiti tecnici, funzionali e di sicurezza per la fornitura dei servizi della “Riserva di Capacità Trasmissiva Nazionale” via satellite, per la definizione dei criteri per la selezione dei soggetti che realizzeranno le relative infrastrutture terrene e spaziali e per la definizione del valore complessivo di una eventuale gara per la aggiudicazione dei servizi.
Il secondo assist era invece nell’aria.
Il Satellite anche come anti-digital divide
Dal testo emerge, infatti, la volontà politica della premier Giorgia Meloni e del ministro Aldolfo Urso di utilizzare anche il satellite come tecnologia anti digital divide, in alternativa a fibra ottica, FWA e rete mobile.
Infatti, si legge nel testo “l’accesso ai dati, ai servizi e alle risorse delle infrastrutture spaziali nazionale è garantito in modo equo e non discriminatorio, anche al fine di contribuire a uno sviluppo sostenibile e sfruttare il potenziale dello Spazio nella gestione delle risorse ambientali e degli effetti locali del cambiamento climatico, nella facilitazione delle telecomunicazioni e della gestione logistica”.
In merito alle telecomunicazioni, nella bozza sono previste “iniziative per l’uso efficiente dello spettro proprio per le comunicazioni via satellite”.
Nel dettaglio, si punta alla:
• riduzione delle interferenze tra reti satellitari diverse operanti sul territorio nazionale per consentirne uno sviluppo armonizzato al crescere del traffico satellitare e dei nuovi servizi avanzati offerti.
• E a effettuare studi e ricerche volti alla armonizzazione dei criteri di localizzazione dei gateways terreni, volti ad individuare aree con caratteristiche orografiche e di uso del suolo adatte ad ospitare siti multipli in grado di garantire la simultanea operatività di stazioni terrene afferenti anche a costellazioni diverse, minimizzando l’interferenza aggregata verso stazioni terrestri e le aree di esclusione complessiva per i sistemi terrestri.
È interessante anche notare come si proponga di adottare misure tecniche “in attesa” delle normative internazionali. Sarà la Fondazione Ugo Bordoni (FUB) a predisporre queste misure tecniche?
Dunque, il disegno di legge vorrà aprire la strada alla copertura satellitare delle aree rurali e meno coperte del Paese. In pole position c’è Starlink di Elon Musk, che vuole connettere gli italiani direttamente alla sua rete Starlink, attraverso una nuova generazione di satelliti. Il tutto senza passare dalle antenne degli operatori.
Elon Musk, infatti, vuole rivoluzionare il settore collegando gli smartphone direttamente alla sua rete Starlink. Mercoledì 3 gennaio 2024, un razzo Falcon di SpaceX ha consegnato un nuovo lotto di satelliti ad alto rendimento. E di recente Starlink ha concluso l’accordo con Telespazio, la joint venture tra Leonardo (67%) e Thales (33%), tra i principali operatori al mondo nel campo delle soluzioni e dei servizi satellitari. Il deal è con SpaceX per la commercializzazione dei servizi satellitari della flotta di Elon Musk.
L’accordo riguarda in particolare la copertura delle aree rurali, laddove si fa fatica a portare le tecnologie tradizionali – in primo luogo la fibra.
Ricordiamo che Starlink, la flotta satellitare di Elon Musk che gestisce la rete di SpaceX, ha attaccato TIM, ad aprile, sull’uso delle frequenze. Un attacco in piena regola, tramite l’agenzia Bloomberg, per rendere noto di aver depositato all’Agcom una segnalazione, sostenendo che “il lancio di Internet ad alta velocità in Italia è ostacolato dal più grande operatore telefonico del Paese (Tim, ndr), con possibili ripercussioni sui suoi servizi in tutta l’Europa meridionale e nel Nord Africa”.
“In una denuncia presentata all’Autorità garante delle comunicazioni italiana e al Ministero dell’Industria, Starlink sostiene che Tim – ha riportato Bloomberg – per mesi non ha rispettato le norme che le impongono di condividere i dati dello spettro per evitare interferenze di frequenza con le sue apparecchiature”.
Tim ha replicato di “aver già fornito i riscontri dovuti a Starlink e, a fronte delle ulteriori richieste di dati anche sensibili e rilevanti per la sicurezza delle comunicazioni, conferma la sua disponibilità a dialogare con Starlink tramite la mediazione prevista del Mimit”.
Nuova generazione di satelliti
La società spaziale fondata da Elon Musk ha anche realizzato sei satelliti di nuova generazione, i Starlink Gen 2. Questi hanno una particolarità: sono muniti di capacità “Direct to Cell”, ha precisato Space X, un servizio che permetterà di connettere direttamente gli smartphone alla rete grazie a Starlink, senza passare dalla rete di antenne terrestri.
Questi satelliti sono collocati in orbita bassa (a 550 chilometri dalla terra) e possono svolgere il ruolo di antenne terrestri ma dallo spazio. Offrono quindi “una connessione alla rete simile a quella in movimento classico”, scrive Starlink sul suo sito dedicato.
Tuttavia, questi nuovi modelli satellitari, dotati di un’antenna di circa 25 m², permetteranno di operare direttamente al cellulare.
Per il momento i satelliti Starlink Direct to cell consentono l’accesso continuo a messaggi di testo SMS
“I satelliti Starlink Direct to cell consentono l’accesso continuo a messaggi di testo SMS, chiamate e navigazione in Internet, sia che ci si trovi sulla terraferma, sui laghi o nelle acque costiere”, assicura Starlink.
Inoltre, la società di Musk spiega che il servizio diretto al cellulare, attualmente in fase di implementazione, si applica attualmente soltanto agli SMS. Le chiamate vocali e la navigazione via Internet dovrebbero essere disponibili nel 2025, così come gli oggetti connessi.
Questo nuovo servizio permetterebbe quindi di collegare tutte le zone, anche le “aree bianche”, promette Starlink. Per questo utilizzerà frequenze dello spettro compatibili con gli smartphone 4G.
Per approfondire: Per favorire la Space Economy un fondo da circa 300 milioni fino al 2026. E il satellite anti-digital divide: ecco la bozza del disegno di legge
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