Paolo Morawski riprende l’editoriale della sua rivista Polilogo. Dialoghi plurali a Est, approfondendolo per Democrazia futura. Dopo l’annuncio da parte di Putin della “volontà e l’intenzione della Russia di stazionare proprie armi nucleari tattiche in Bielorussia”, l’invito è indicato nel titolo: “Non dimentichiamo la Bielorussia[1]“. “Come il boa che soffoca la preda tra le sue spire, Vladimir Putin aiuta Aljaksandr Lukašėnka a rimanere al potere; insieme congelano qualsiasi opposizione e possibilità di cambiamento nel Paese; la Russia invia proprie truppe in Bielorussia, ufficialmente solo per esercitazioni comuni; le truppe russe invadono l’Ucraina anche dalla Bielorussia, sebbene la Bielorussia non partecipi direttamente all’attacco; la Bielorussia diventa sempre più nuova base militare russa; […] si trasforma in roccaforte nucleare russa e antimurale militare antioccidentale” – ammonisce Morawski. In questo quadro – conclude l’autore – “L’indipendenza della Bielorussia conquistata nel 1991 sarà semplicemente azzerata. Ma già ora una nuova cortina disegnata dalla guerra sta calando tra Varsavia, Vilnius, Riga, Tallinn da una parte e Minsk dall’altra”. In tal modo “La nuova cortina di guerra incatena la Bielorussia”.
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Nuova grave minaccia nucleare. Il Presidente Vladimir Putin[2] annuncia la volontà e l’intenzione della Russia di stazionare proprie armi nucleari tattiche in Bielorussia. Secondo una tecnica di comunicazione e di mascheramento collaudata, il proclamato dispiegamento di armi nucleari viene spiegato come una risposta russa alle richieste di lunga data del dittatore bielorusso Aljaksandr Lukašėnka.
La novità – perché indubbiamente è pessima novità [3]-– si inserisce in una evoluzione di più lunga durata. La Bielorussia giustifica infatti la sua decisione di ospitare le bombe nucleari russe col bisogno di rafforzare la propria sicurezza nazionale minacciata dall’Occidente. Occidente colpevole da anni di colpire la Bielorussia con le sanzioni, di fare pressioni per rovesciare il governo del presidente Lukašėnka e di rafforzarsi militarmente attraverso gli stati membri della NATO vicino ai confini della Bielorussia.
Già prima dell’invasione Minsk aveva evocato la possibilità di un dispiegamento di armi nucleari russe in Bielorussia come possibile risposta all’eventuale dispiegamento di armi nucleari statunitensi in Polonia. Sulla stessa linea il presidente Putin: l’odierna decisione della Russia è “normale” se vista alla luce del comportamento degli Stati Unitiche da decenni schierano testate nucleari sui territori dei paesi loro alleati in Europa.
Alcuni analisti sottolineano che il recente annuncio di Putin è intimidatorio: vuole dare più efficacia agli sforzi russi per dividere gli europei e convincere l’Occidente a smettere di aiutare militarmente all’Ucraina. Bastone e carota. Per altri, Putin esibisce una sorta di “vittoria” prendendo in ostaggio nucleare la Bielorussia, perché è in difficoltà in Ucraina.
Eppure, come dichiarato dal comandante ceceno Ramzan Kadyrov[4], entro la fine dell’anno la guerra finirà e gli Stati europei “riconosceranno che le loro azioni sono state sbagliate, l’Occidente si inginocchierà e, come al solito, i Paesi europei dovranno cooperare in tutti i campi con la Federazione Russa. Non può essere e non sarà altrimenti”.
Non sono un esperto. Non posso inginocchiarmi perché ho male alle ginocchia.
Rabbrividisco a questo continuo tintinnare di armi, all’accumulo di minacce su minacce.
E, per inciso, mi fa impressione apprendere che si chieda all’Intelligenza artificiale di elaborare un piano di pace per porre fine alla guerra in Ucraina e che le proposte di una ChatGPT alimentino il dibattito mediatico [5].
La nuova cortina di guerra incatena la Bielorussia
Da parte mia osservo che negli ultimi anni lentamente ma inesorabilmente i legami bielorussi con la Russia si stringono. Come il boa che soffoca la preda tra le sue spire, Vladimir Putin aiuta Aljaksandr Lukašėnka a rimanere al potere; insieme congelano qualsiasi opposizione e possibilità di cambiamento nel Paese; la Russia invia proprie truppe in Bielorussia, ufficialmente solo per esercitazioni comuni; le truppe russe invadono l’Ucraina anche dalla Bielorussia, sebbene la Bielorussia non partecipi direttamente all’attacco; la Bielorussia diventa sempre più nuova base militare russa; adesso si va verso un ancor più importante coinvolgimento della Bielorussia che si trasforma in roccaforte nucleare russa e antimurale militare antioccidentale. Ciò che sta in sostanza accadendo da qualche anno a questa parte è che dal punto di vista politico, economico e militare le distanze tra Mosca e Minsk si accorciano, praticamente scompaiono. Provare a sfumare quanto la Bielorussia sia o meno sotto controllo russo, se faccia o meno parte della sfera di influenza della Russia, se sia “colonia” o paese “vassallo” ha – purtroppo – scarsa rilevanza ormai.
Se e quando avverrà, lo spiegamento di armi nucleari sarà un nuovo passo importante verso il più diretto coinvolgimento della Bielorussia nella guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina (ormai anche contro l’Europa e gli Stati Uniti d’America). Inoltre, se la Russia impianta in Bielorussia una vera e propria base nucleare russa permanente, il destino della Bielorussia sarà definitivamente dipendente dal destino della Russia. Qualsiasi futuro accordo di pace o equilibrio post-bellico non potrà più distinguere tra Russia e Bielorussia. L’indipendenza della Bielorussia conquistata nel 1991 sarà semplicemente azzerata. Ma già ora una nuova cortina disegnata dalla guerra [6]sta calando tra Varsavia, Vilnius, Riga, Tallinn da una parte e Minsk dall’altra.
In parallelo la Bielorussia si chiede su sé stessa, si irrigidisce al proprio interno. Le autorità bielorusse aumentano la pressione sugli oppositori[7], sugli attivisti che difendono i diritti umani[8] e sui prigionieri politici, mentre si intensificano i tentativi di infiltrare la diaspora dei dissidenti bielorussi che dall’estate del 2020 sono riusciti a scappare dal paese, molti attraverso l’Ucraina, molti verso la Polonia e i paesi baltici[9].
Facile prevedere che a loro volta Stati baltici e Polonia – che da tempo sostengono che la Bielorussia di Lukašėnka è parte sempre più integrante del regime russo – chiuderanno ulteriormente le loro frontiere (anche mentali) con la Bielorussia e, reagendo alla minaccia, dispiegheranno nuove e potenti armi a difesa della propria sovranità e sicurezza. Ai propri confini orientali faranno probabilmente ricorso allo stato d’emergenza. E i respingimenti di profughi alle frontiere con la Bielorussia tenderanno a diventare sempre più normali, legali[10]. Il mese di marzo del 2023 si chiude con questo malsano quadro riferito all’angolo nord-est dell’Europa. Con tristezza il pensiero va ai tanti bielorussi bloccati, incatenati dietro a quella cortina. Una cortina che da mesi va consolidandosi a differenti livelli.
Sulla scia dell’aggressione russa dell’Ucraina il governo di Helsinki, prendendo atto del mutato contesto internazionale e per timore di una possibile aggressione russa, ha immediatamente presentato domanda di adesione alla Nato rompendo la lunga tradizione di neutralità sostanziata nel suo pluridecennale non-allineamento.
La Federazione russa da parte sua ha dichiarato in questi giorni[11] che rafforzerà il suo potenziale militare verso ovest e nordovest, tra l’altro attraverso una massiccia ristrutturazione territoriale delle sue forze armate, proprio in risposta all’ingresso della Finlandia (e domani della Svezia) nella Nato.
La costruzione di muri alla frontiera polacca con Kaliningrad- e a quella finlandese con la Russia
Su un altro piano, da tempo il Ministro della Difesa polacco ha annunciato la costruzione di una barriera ai confini con la Russia, vale a dire lungo i circa 200 chilometri di frontiera con l’enclave russa di Kaliningrad[12]. Il timore della Polonia è infatti che si ripeta quanto già avvenuto in precedenza con la Bielorussia, quando il regime di Lukašėnka ha cinicamente usato profughi asiatici come strumento di guerra ibrida contro Varsavia e contro Bruxelles; e la Polonia per reazione ha costruito un muro di respingimento al confine con la Bielorussia.
Ora anche la Finlandia vuole costruire un muro per difendersi dalla Russia: altre centinaia di km di filo spinato srotolato lungo il tratto di terra comune.
La situazione marcisce. Stiamo collettivamente erigendo un mondo di matti. Ma è proprio ora che bisogna ricominciare a far parlare tra loro russi, ucraini, bielorussi, polacchi, lituani, lettoni, estoni, moldovi, rumeni, bulgari … Ricominciare oggi che siamo in guerra per preparare il domani che saremo in pace.
[1] Editoriale uscito su Polilogo. Dialoghi plurali a est, 1 aprile 2023. Cf. https://www.poloniaeuropae.it/come-preda-nelle-spire-del-boa/.
[2] “Vladimir Putin says Russia will station tactical nuclear weapons in Belarus”, Guardian News, 27 marzo 2023. https://www.youtube.com/watch?v=YdG9TQFZ2Nw.
[3] “Cremlino, avanti con armi nucleari tattiche in Bielorussia. “Indipendentemente dalla reazione dell’Occidente” titola l’Ansa una breve il 27 marzo: La Russia procederà con i piani di dispiegamento di armi nucleari tattiche in Bielorussia indipendentemente dalla reazione dell’Occidente. Lo fa sapere il Cremlino citato dall’agenzia statale Tass. La reazione dell’Occidente non può influenzare i piani della Russia di dispiegare armi nucleari tattiche in Bielorussia, ha dichiarato oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “Senza dubbio, tale reazione non può influenzare i piani della Russia”, ha assicurato Peskov, affermando di non avere nulla da aggiungere a ciò che è stato spiegato dal presidente russo Vladimir Putin in un’intervista di sabato.
[4] Kadyrov, conflitto ucraino finirà entro anno, europei cederanno.’ Gli europei riconosceranno che le loro azioni sono sbagliate’, Ansa.it, Mosca, 7 febbraio 2023. https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2023/02/07/kadyrov-conflitto-ucraino-finira-entro-anno-europei-cederanno_9e560484-4cf9-4642-b312-2b12ea3f3a5b.html?dicbo=v2-Tusef2U
[5]Luca Ciarrocca, “Ucraina, Chat Gpt elabora un piano di pace. Ma come nella proposta cinese c’è un fantasma”, Il fatto quotidiano, 30 marzo 2023. Cf. https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/03/30/ucraina-chatgpt-elabora-un-piano-di-pace-ma-come-nella-proposta-cinese-ce-un-fantasma/7114638/.
[6] Paolo Morawski, “La nuova Cortina di guerra cambia l’Europa. Il nuovo Est attacca e si distacca, l’Europa si sposta a Est, il Centro esplode, chi fa l’Ovest?”, Polilogo. Dialoghi plurali a est, , 3 giugno 2022. Cf.
https://www.poloniaeuropae.it/la-nuova-cortina-di-guerra-cambia-leuropa/.
[7] Białoruś. Swiatłana Cichanouska skazana na 15 lat więzienia. Sąd w Mińsku skazał Swiatłanę Cichanouską, liderkę białoruskiej opozycji, na 15 lat pozbawienia wolności. Na 18 lat skazany został Paweł Łatuszka. Wyroki wydano in absentia, „Rzeczpospolita”, 06 marzo 2023 https://www.rp.pl/swiat/art38073771-bialorus-swiatlana-cichanouska-skazana-na-15-lat-wiezienia?smclient=c1215b9b-cb57-410e-9c99-0c3bb90a846a&utm_source=salesmanago&utm_medium=mailing&utm_campaign=default.
[8] “Nobel winner Bialiatski jailed in Belarus for a decade, sparking outcry”, EurActiv, 3 marzo 2023. https://www.euractiv.com/section/europe-s-east/news/nobel-winner-bialiatski-jailed-in-belarus-for-a-decade-sparking-outcry/?utm_source=piano&utm_medium=email&utm_campaign=9721&pnespid=qqI7WTteMqNFgKGdvj61HJOG5E2zRIpoc.G607Zn8wZmnTS5i7KGXnvqqLcYNiRAjnHDcKH3_A
[9] “Belarus’ KGB may have agents among diaspora in Lithuania – intelligence”, EurActiv, 10 marzo 2023.
[10] In proposito vedi The Council of Europe anti-torture Committee (CPT) calls for an end to illegal pushback practices and for increased safeguards against ill-treatment, 30/03/2023. Vedi anche The European Committee for the Prevention of Torture and Inhuman or Degrading Treatment or Punishment (CPT) has published today the report on its December 2021 periodic visit to Lithuania, together with the response of the Lithuanian authorities, 23/02/2023. In precedenza vedi Amnesty International, Polonia-Bielorussia: denunciata l’ipocrisia nel trattamento dei richiedenti asilo, 11 Aprile 2022.
[11] “Finlandia domani entra nella Nato, la risposta della Russia” Adnkronos, 3 aprile 2023. Cf.
[12] “Ministro Difesa polacco annuncia costruzione di una recinzione ai confini con la Russia”, Il Sole 24 Ore, 2 novembre 2022. Cf. https://www.youtube.com/watch?v=Obyy3phEH-I.
https://www.key4biz.it/democrazia-futura-non-dimentichiamo-la-bielorussia/441763/