Nessuna traccia del fair share nella bozza del Digital Networks Act firmata dal Commissario al Mercato Interno Thierry Breton. Il documento, che Key4biz ha potuto visionare, delinea le linee guida per lo sviluppo dell’economia digitale nei prossimi anni. Una visione che diventerà attuale non prima del 2025, dopo le elezioni europee di primavera. Una sorta di testamento digitale del commissario uscente che non cita nemmeno una volta il fair share.
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Le sfide tecnologiche del futuro
Le sfide tecnologiche dell’era dell’AI devono fare i conti con i gravi ritardi di copertura che pesano sulla competitività dell’Europa.
“Considerando le tendenze attuali e senza ulteriori investimenti e incentivi, gli obiettivi non potranno essere raggiunti entro il 2030: solo il 66% delle imprese utilizzerà il cloud, il 34% i big data e il 20% l’AI, lontano dal 75% obiettivo fissato per il 2030”, si legge nel paper.
Copertura fibra e 5G in ritardo
Eppure, le reti digitali del futuro sono la chiave delle nuove applicazioni come i nuovi mondi virtuali, l’intelligenza (AI) e Web 4.0, nonché per affrontare sfide sociali nei settori dell’energia, dei trasporti o della sanità.
Il documento, un paper di 39 pagine, affronta tutti i capitoli centrali per il raggiungimento degli obiettivi europei: dal tema degli investimenti alle carenze strutturali di un Single Market, alla necessità di un uso più efficiente dello spettro radio (in vista del 6G) e la necessità di pianificare uno spegnimento del rame in tempi stretti.
Il 5G pilastro del digitale
La parola 5G compare 48 volte e fra le priorità c’è quella di puntare su una rete stand alone per lo sviluppo dei Verticals. Una roadmap del 6G sarebbe poi fondamentale.
“Nessun servizio wireless può essere implementato senza la disponibilità di risorse di spettro sufficienti – si legge nel paper – Ciò includerebbe aree nuove e in evoluzione come casi d’uso verticali, 6G, applicazioni IoT, WiFi, uso dello spettro locale e applicazioni di comunicazione satellitare in rapido sviluppo come quelli governativi o commerciali sicuri basati sulla connettività diretta da dispositivo a satellite.
In questo contesto si dovrebbe valutare se per garantire i nuovi progressi tecnologici sia necessario lanciare contemporaneamente in tutta l’UE, una tabella di marcia per il 6G che dovrebbe essere sancita dalla legge e applicate in modo coordinato da tutti gli Stati membri”.
Ce la faremo?
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