La BCE mantiene tutti gli strumenti invariati, ma nella conferenza stampa parla, abbastanza chiaramente, della necessità di “Mantenere una politica economica accomodante”. I rischi sistemici sono calati, ma il discorso sul loro calo è relativo al passato. Il meetng, ha confermato lo stesso Draghi, è stato più che altro di valutazione della situazione attuale, più che un meeting decisionale. Insomma non c’era da aspettarsi nulla di nuovo, ma una valutazione dei rischi derivanti dal rallentamento dell’economia mondiale e dal fatto che le procedure della Brexit non sono ancora state definite. Aggiungendo il rallentamento cinese ed il forte rallentamento industriale in Germania le prospettive sono per un rallentamento ancora prolungato, senza nessun pericolo per un aumento dell’inflazione. Quindi le situazione non consiglia un aumento dei tassi e questo è previsto sia così almeno fino a dopo l’estate 2019. Tanta liquidità nel sistema (e questo è vero) ed un sistam creditizio più forte rispetto al 2008 (e questo lo dice lui).
Quindi nessun aumento dei tassi, ed è possibile che Draghi sia veramente il primo governatore della BCE a non vedere un aumento dei tassi di interesse nel suo mandato.
Questa visione s è ripercossa sul rapporto Euro Dollaro che oggi ha visto una corsa sull’ottovolante terminata con una caduta del valore della moneta europea.
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