È il 2021 e WannaCry colpisce ancora migliaia di computer

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Il ransomware, che ha devastato mezzo mondo nel 2017, è tornato in una nuova versione e continua a mietere vittime tra chi non ha aggiornato.

Pensavate di esservi liberati di WannaCry? Sbagliato! La notizia, per la verità, è piuttosto sconcertante, ma il report pubblicato su Internet da Check Point lascia pochi dubbi: il ransomware più famoso della storia è tornato e continua a fare danni, colpendo migliaia di computer.

WannaCry, comparso nel maggio e del 2017, si diffondeva (ma forse sarebbe meglio dire si diffonde) sfruttando un exploit (EternalBlue) che gli permette di agire come un worm.

La tecnica di attacco, che prende di mira il servizio Server Message Block (SMB) di Windows, gli permette in pratica di diffondersi senza che sia necessaria alcuna interazione da parte dell’utente.

La prima ondata di attacchi è stata fermata in maniera quasi fortuita, grazie all’intervento del ricercatore di sicurezza britannico Marcus Hutchins, che ha scovato quasi per caso una falla nel sistema di offuscamento di WannaCry, bloccandone la diffusione.

WannaCry

Una soluzione non ottimale (come abbiamo spiegato in questo articolo) che, però, ha fermato quella che si stava trasformando in una vera catastrofe.

Nel frattempo, Microsoft ha realizzato le patch che correggono la vulnerabilità sfruttata da EternalBlue, mettendo in campo una distribuzione straordinaria per correggere la falla anche nelle versioni di Windows che non hanno più supporto.

Insomma: quella di WannaCry è una vicenda che dovrebbe essere archiviata come un “capitolo chiuso”. Almeno in teoria. Secondo i ricercatori di Check Point, infatti, qualcuno ne sta utilizzando una versione (lievemente) modificata che sfrutta lo stesso identico metodo per diffondersi.

WannaCry

I dati pubblicati nel report parlano di 13.000 infezioni rilevate dalla società di sicurezza e attribuibili al ransomware, con una crescita esponenziale in queste ultime settimane.

Numeri che la dicono lunga su quale sia la situazione globale a livello di percezione della cyber security e della gestione degli aggiornamenti. Il fatto che un malware che sfrutta una vulnerabilità vecchia di quattro anni abbia ancora chance per diffondersi in questo modo è un segnale davvero sconsolante.

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