È tempo di un unico codice QR per tutti i pagamenti nel mondo. In Asia esiste già

  ICT, Rassegna Stampa
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Le principali economie dell’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico – Indonesia, Malesia, Singapore, Tailandia, Vietnam e Filippine – stanno collegando i loro QR per i 18 milioni di turisti intraregionali che spendono circa 19 miliardi di dollari all’anno. Lo scrive Bloomberg, che racconta cosa sta succedendo in Asia.

Masahiro Hara, l’ingegnere della Denso Wave che ha inventato il codice a barre bidimensionale noto come risposta rapida, o QR, non avrebbe mai immaginato che il suo sistema di etichettatura delle parti automobilistiche un giorno sarebbe diventato un pilastro cruciale dello scambio monetario.

QR code pagamento contactless preferito in Asia

Questa innovazione è emersa come forma preferita di trasferimento di valuta contactless in tutta l’Asia e l’America Latina, a partire da Alipay e WeChat in Cina 12 anni fa. I piccoli rivenditori che non potevano permettersi costosi terminali per carte di credito e commissioni elevate sono stati i maggiori beneficiari, così come i consumatori che tradizionalmente non hanno accesso ai conti bancari: solo il Sud-Est asiatico ha 80 portafogli elettronici utilizzati da più di 200 milioni di persone.

Ora arriva la prossima grande novità: un passo verso l’integrazione di app disparate in modo che un giorno un singolo QR funzioni ovunque nel mondo.

Pix QR del Brasile, UPI QR dell’India, QRIS dell’Indonesia, QR Ph delle Filippine e SGQR di Singapore sono tutti esempi riusciti dell’idea di base secondo cui un commerciante non dovrebbe dover visualizzare decine di codici a barre per accettare fondi da diverse fonti. Una singola immagine dovrebbe essere compatibile con ogni app e portafoglio consumer.

Turisti devono poter pagare ovunque con lo smartphone

A ciò si aggiunge un secondo obiettivo. I turisti stranieri devono essere in grado di tirare fuori il proprio smartphone e saldare i conti proprio come gli abitanti del loco. I sistemi di pagamento nazionali come quello indiano stanno stipulando in modo aggressivo accordi che consentiranno ad altri paesi di utilizzarli.

Le principali economie dell’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico – Indonesia, Malesia, Singapore, Tailandia, Vietnam e Filippine – stanno collegando i loro QR per i 18 milioni di turisti intraregionali che spendono circa 19 miliardi di dollari all’anno.

Progetto ASEAN QR

Supponendo che sia in grado di catturare dal 15% al 20% delle transazioni, l’ASEAN QR faciliterebbe 4 miliardi di dollari di spesa dei consumatori e ispirerebbe il resto del mondo, secondo il Boston Consulting Group.

C’è molto lavoro da fare. Il consolidamento delle etichette in un unico repository non sempre risolve il problema dei molteplici rapporti contrattuali, ognuno dei quali porta con sé una propria contabilità. Ad esempio, i negozi di Singapore che espongono il QR comune devono registrarsi individualmente con una serie di metodi di pagamento. Solo allora potranno accettare, tra gli altri, Alipay, GrabPay, NETS, ShopeePay e UnionPay.

Unico sistema per tutte le app

Questo mese, tuttavia, la città-stato sta sperimentando una nuova strategia. Una versione migliorata del suo QR comune – SGQR+ – chiederà ai rivenditori di entrare in una sola relazione per accettare pagamenti da uno qualsiasi dei 23 portafogli e app partecipanti.

Visa e Mastercard, che offrono anche le proprie opzioni di codici QR da sei a sette anni, si uniranno tramite XNAP, una rete transfrontaliera. Google Pay farà lo stesso. In uno dei due percorsi pilota, ai commercianti viene promesso il pagamento il giorno successivo.

I politici in Europa e Nord America devono osservare da vicino questo esperimento. Finora non hanno prestato sufficiente attenzione al QR perché la domanda di pagamenti contactless da parte dei loro consumatori è attualmente ben soddisfatta dalla NFC (Near Field Communication), una tecnologia per il trasferimento wireless di dati (e denaro) tra dispositivi che si trovano nelle immediate vicinanze.

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