“EDIPO STRANGER”, la saga di Tebe in salsa ostiense.

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Una voce radiofonica annuncia la pestilenza. Un disperato Creonte grida a gran voce il nome dell’indovino Tiresia. I due fratelli Eteocle e Polinice si giurano eterno odio di fronte alle porte cadmee. Uno stanco e anziano Edipo cerca asilo fuori dalla sua città. Da queste premesse nasce “Edipo Stranger“,  lo spettacolo che porta la firma del Maestro Alfonso Santagata frutto di un progetto formativo innovativo e multidisciplinare. Il progetto nasce dalla vittoria nel 2019 da parte dell’Associazione Affabulazione del bando “Ostia Comunità Creativa” del NUOVOIMAIE, il cui obiettivo finale era lo sviluppo di un progetto nella periferia romana. Quest’esperienza prevedeva, fin dalle origini, una stretta collaborazione tra un laboratorio musicale e uno di recitazione: tra orchestra e teatro più di 400 ore di formazione gratuita hanno coinvolto più di 30 ragazzi, che sono stati seguiti da preparatissimi formatori che hanno impartito loro lezioni di canto, musica, recitazione e movimento scenico. Inizialmente previsto per il weekend tra il 30 e il 31 ottobre 2020 e rinviato a causa dell’emanazione del DPCM del 24 ottobre, la messa in scena dello spettacolo è prevista per il 26 e il 27 giugno al Teatro del Lido. A cavallo tra “Edipo Re“; “Edipo a Colono“, “Sette contro Tebe” e “Antigone“, la saga dei Labdacidi rivive in una Ostia che sembra una Tebe dei nostri giorni o in una Tebe che sembra una versione antica di Ostia. E dunque la pestilenza che affligge Tebe diventa una proiezione antesignana della pandemia che abbiamo vissuto e la ricerca di ospitalità da parte del vecchio Edipo ci riporta alla mente il sempre attuale tema dell’accoglienza che tanto riempie i dibattiti politici, sociali e culturali. Ad accompagnare, o meglio a fondersi con le vicende messe in scena vi è l’elemento musicale (curato dal Maestro Pino Cangialosi), elemento indispensabile quando si parla di un teatro che si rifà all’esperienza greco antica. “Edipo Stranger“, che si terrà all’aperto per voluta scelta registica, si propone come uno spettacolo itinerante, che guida e conduce lo spettatore attraverso un percorso catartico pieno di simbolismi che hanno il sapore di un flusso di coscienza. La rielaborazione di Santagata non è una semplice modernizzazione del mito di Edipo e dei suoi, ma una rilettura raffinata e ingegnosa, che scova e mette in luce i significati più nascosti di questo mito che da millenni affascina e non smette di stupire. Mette in scena una storia che racconta di uomini, che parla di noi.

Edipo, nel tracciato classico di Sofocle, si è sempre mosso nella doppia tensione di trovare il padre e di curare la città. All’origine, il parricidio e la polis, si presentano come inscindibili. Questa storia e quel mito, con molte delle loro interpretazioni, vengono qui ripresi per la coda: l’omicidio è avvenuto ormai da tanto tempo ed è stato raccontato tante di quelle volte da essersi trasformato in un copione che è deragliato dai binari, una sorta di recita anche involontaria che ripetiamo di continuo. Ci resta solo la città d’affrontare: la città del male, in cui non vi è più spazio per l’ultraterreno, ma solo per il protagonismo umano. Con questo lavoro vogliamo spostarci dal conflitto degli uomini con gli Dei, a quello tra uomini, tra regole di vita, tra doveri diversi. Infatti, nel teatro di Sofocle ci sono contrasti che mettono in luce proprio le differenze tra due ideali: il tragico di Sofocle è strettamente legato all’umano, forse più che al rapporto dell’umano con il divino. Come nel finale dell’Edipo pasoliniano, il mondo arcaico viene lasciato alle rappresentazioni, alle rielaborazioni, alle messe in scena; nel mondo di oggi Edipo trova posto nei margini, nell’isolamento dell’esclusione, nell’angolo buio di una casa improvvisata sotto un ponte. Ormai gli “edipi” di oggi non si identificano più con il popolo, e il loro distacco li salva dalla malattia che pervade l’intera città. Qui tutti sono malati, contagiati, segnati… Se nel testo classico Edipo si proponeva: «Disperderò questa sozzura», oggi quella sozzura è l’unico luogo che resta da cui guardare un mondo contagiato e sofferente, al quale anche gli dèi si rifiutano di rispondere. Ormai Edipo non è più un problema. Né è più il capo espiatorio. È un naufrago. La cui cecità si è trasformata in vista: è l’unico che vede in una terra di ciechi.

Alfonso Santagata

EDIPO STRANGER
ideazione e regia Alfonso Santagata
aiuto regia Daria Panettieri
assistente alla regia Beatrice Burgo
musiche originali Pino Cangialosi
elementi scenografici Simone Perra
costumi Corinna Bologna

OSTIA COMUNITA’ CREATIVA
direzione Cristiano Petretto
docenti Cristiano Petretto
e Pino Cangialosi
in collaborazione con Viviana Mancini, Alfonso Santagata, Gabriella Aiello, Guido Corti, Alberto Roque, Gianluca Mascitti, Sandra Fabbri, Beatrice Burgo
Progetto realizzato con i fondi art. 7 L. 93/92 Bando Formazione NUOVOIMAIE

Ingresso gratuito – prenotazione obbligatoria su eventbrite

In ottemperanza alle disposizioni dei protocolli di sicurezza anticovid, l’accesso sarà possibile solo a un numero limitato di spettatori.

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