Esiste un limite a ciò che il Potere può fare di noi? Saremmo tentati di rispondere sì, giusto? Certo che un limite esiste. Anzi, deve esistere. Dopotutto, siamo eredi dell’uguaglianza e della fraternità e della “libertà” della Rivoluzione Francese. E abbiamo infarcito la nostra Costituzione, del 1948, con una serie impressionante – addirittura avveniristica rispetto all’oggi – di diritti inviolabili. Così, a caso, e senza pretese di completezza: la libertà di dire, di fare, di discutere, di scrivere, di circolare, di lavorare, di curarsi, di dissentire, di rifiutare, di abitare il mondo, persino di “concorrere”, secondo le nostre “scelte”, al progresso “spirituale” della società (art. 4).
Forse non è mai stato messo nero su bianco, in tutta la storia umana, un documento così esteso contro le ingerenze del Potere Costituito. Eppure, ripeto, esiste davvero un limite a quanto il suddetto Potere può fare di noi? Magari, la risposta giusta è no. Magari al Potere basta solo premere il pulsante esatto nella tastiera della manipolazione per fare di noi un giulivo popolo di servi obbedienti. Quanti di voi avrebbero immaginato sessanta milioni di italiani confinati a domicilio, a guardare i telefilm o i cartoni animati, a pena di sanzioni criminali? E quanti avrebbero immaginato il proliferare di “agenzie” contro l’odio o la menzogna? O di censure, preventive o successive, verso gli “eretici” rispetto al nuovo “dogma” del totalitarismo medico-scientifico?
Eppure, è accaduto e sta accadendo, con buona pace della Rivoluzione francese e della Resistenza italiana. Quindi, la scoperta interessante di questi giorni è questa: le nostre libertà le abbiamo erroneamente date per scontate, ma non lo sono affatto. Basta una parolina magica per mandarle al tappeto. Nel Novecento, questa password si chiamava “Supremazia Razziale” oppure “Lotta di classe”. Ora si chiama, per esempio, “Salute”. In nome della “Salute” saremmo probabilmente disposti a farci calpestare come zerbini sull’uscio di casa. Il che potrebbe anche non essere sbagliato, mi direte. Se la “Salute” è il sommo valore della Repubblica, alla “Salute” si sacrifichino pure tutti gli altri valori.
D’accordo, ma c’è un limite? Pensiamo al caso dei greci. La Grecia per motivi non di “Salute”, ma di “Contabilità Pubblica” è stata letteralmente brutalizzata. Difficile sostenere che oggi esista ancora qualcosa di assimilabile a uno “Stato indipendente” in Grecia. Di nuovo, una parola magica (“Equilibrio Finanziario”) ha prodotto la magia. Con il consenso dei greci, beninteso, come Mario Monti ha avuto modo di constatare soddisfatto in qualche occasione. E ogniqualvolta ciò accade, i veri padroni, dietro le quinte della storia e della cronaca, si fregano le mani soddisfatti; perché hanno la risposta che desideravano al quesito di cui in apertura: non c’è alcun limite a ciò che il Potere può fare di noi.
Ora, sarà pur vero che (in questo preciso momento) i rischi stanno a zero, come sostiene la maggioranza: c’è davvero una emergenza in atto ed è gestita da un Governo “democratico”. Ma la domanda diviene: nel caso in cui, in futuro, una qualsiasi “istituzione” riuscisse a pronunciare la parola d’ordine “giusta” per un motivo “sbagliato”, diciamo pure per imporre uno stato dittatoriale di cose, quali sarebbero i nostri “contro-limiti”? In quale modo sapremmo accorgercene e troveremmo la forza per reagire? Nel Novecento, le vittime dei regimi avevano, se non altro, la opportunità di lottare contro un “male” evidente, con una ben precisa divisa. Ma quando il male si presenterà sotto le mentite spoglie del “bene”, cosa faremo?
Francesco Carraro
www.francescocarraro.com
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