Dopo l’annuncio da Palazzo Chigi dell’avvio della cosiddetta “fase 2” dell’azione di Governo, il settore bancario ha deciso di darsi ai servizi online, con un nuovo protocollo per il rafforzamento e l’entrata a regime delle misure di protezione individuale e collettiva.
L’Associazione bancaria italiana (Abi) e le organizzazioni sindacali Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca, Unisin, secondo quanto riportato anche dal Sole 24 ore, hanno firmato un nuovo documento sulle “Misure di prevenzione, contrasto e contenimento della diffusione del virus Covid-19 per garantire l’erogazione dei servizi del settore bancario ai sensi del DPCM 26 aprile 2020”.
Per assicurare la continuità dei servizi, si legge nel testo dell’accordo, sono state individuate ulteriori misure di prevenzione e sicurezza “per l’imprescindibile tutela delle lavoratrici, dei lavoratori e della clientela” e permettere di far fronte alle “crescenti esigenze delle famiglie e delle imprese anche nella c.d. “fase2” dell’emergenza epidemiologica Covid-19”.
I servizi online e digitali
Prima di tutto, l banche italiane continueranno a sfruttare il lavoro agile, un utile strumento di prevenzione contro l’epidemia, perché consente di diminuire sensibilmente il numero di personale in filiale e le possibilità di contagio, favorendo il distanziamento sociale.
Gli spostamenti del personale andranno monitorati da vicino e ridotti il più possibile, mentre le riunioni si svolgeranno principalmente da remoto. Sempre online si svolgerà anche la formazione e in rete si procederà con la condivisione dei documenti.
Potenziate ulteriormente le funzionalità del canale online, con gli sportelli virtuali e l’assistenza clienti in chat. Ai clienti, quindi, è esplicitamente chiesto di non recarsi in banca ma di utilizzare il più possibile i servizi digitali e di rete, le app mobili e gli atm.
La blockchain interbancaria
Sono 32 le banche italiane che già oggi lavorano su piattaforma blockchain. Si tratta di un progetto, sviluppato da Abi e Abi Lab, mirato a coinvolgere l’intero settore in un utilizzo più diffuso e continuo della tecnologia per gli scambi interbancari e la rendicontazione dei conti reciproci.
L’applicazione di un processo basato sulla blockchain alla spunta interbancaria Italia, in questo caso di tecnologia dei registri distribuiti (Distributed ledger technology), si legge sul sito dell’Abi, permette di “riscontrare automaticamente transazioni non corrispondenti sulla base di un algoritmo condiviso”, rende possibile la “standardizzazione del processo e del canale di comunicazione unico” e consente di avere una “completa visione sulle transazioni tra le parti interessate”.
I principi della nuova spunta, inoltre, “prevedono la piena visibilità dei movimenti propri e della controparte; la rapidità nella gestione dei flussi con riconciliazione su base giornaliera invece che mensile; la condivisione delle regole di spunta dei movimenti in modo simmetrico tra le banche controparti; la gestione integrata delle comunicazioni e dei processi in caso di sbilancio”.
La blockchain, intesa anche come tecnologia di registri distribuiti, permette che un grande database possa essere ripartito e distribuito su più nodi, ossia su più macchine collegate tra loro.
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