Il mondo dei servizi finanziari decentrati basato su blockchain attira sempre più attenzione, anche da parte di truffatori e pirati informatici.
L’allarme arriva da un report di Elliptic, che nello studio pubblicato su Internet quantifica il denaro che è finito nelle mani di truffatori e pirati informatici nell’ultimo anno.
Nel mirino il settore del DeFi, un neologismo che sta per “Decentralized Finance” e indica quel sistema finanziario che non fa riferimento ai canali tradizionali (broker, exchange e banche) ma offre agli investitori la possibilità di operare attraverso sistemi “indipendenti” basati su blockchain, come Ethereum.
Un ambito in cui i singoli privati possono muoversi nel magico mondo della finanza senza dover pagare commissioni o dipendere da istituzioni, ma che espone a qualche rischio.
Tanto più che per i pirati informatici, il pianeta DeFi è particolarmente ghiotto. Nell’ultimo anno, infatti, è cresciuto del 1.700% fino ad arrivare a un valore di 247 miliardi di dollari, con un movimento d liquidi di circa 300 miliardi di dollari al mese.
Un mucchio di soldi, che sono esposti a una gran modalità di attacchi. Nonostante le soluzioni tecniche, infatti, l’assenza di soggetti coinvolti aprono alla possibilità che ladri e truffatori approfittino dell’ambiente “aperto” per portare i loro attacchi. Il bilancio, secondo gli autori del report, è di ben 12 miliardi di dollari finiti nelle tasche dei cyber criminali.
Il dato sorprendente, scorrendo il report, è quello riguardante la porzione di furti di denaro legati alo sfruttamento di vulnerabilità tecniche, soprattutto della blockchain basata su Ethereum. Sul totale di 12 miliardi, infatti, ben 8,6 miliardi sono collegabili a problemi legati al protocollo.
L’analisi delle perdite legate a problemi di sviluppo di codice rispetto a quelle relative al design complessivo, invece, è più equilibrata: 5,5 miliardi dollari per i primi, 5,3 per i secondi.
L’altro aspetto sottolineato dai ricercatori di Elliptic riguarda l’uso degli strumenti DeFi da parte dei cyber criminali per operazioni di riciclaggio. Mixer ed Exchange possono infatti essere utilizzati dai pirati informatici (in particolar modo quelli specializzati in ransomware) per far perdere le tracce delle somme illecitamente incassate.
Insomma: un quadro decisamente preoccupante, che spiega perfettamente le notizie di cronaca riguardanti i tentativi di regolamentazione avviati da molti governi. Con quale successo, si vedrà.
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