L’intelligenza artificiale è uno strumento affascinante e terribile nello stesso tempo, come diversi altri strumenti in mano all’uomo può essere volto al bene o al male e questo discrimine resta centrale per definirne l’utilizzo che ne va fatto. E’ per questo che l’etica e il ruolo centrale dell’uomo come decisore ultimo rispetto alla macchina è fondamentale per evitare i rischi distruttivi connaturati all’AI. Il Papa come previsto mette in guardia i leaders del mondo al G7 di Borgo Egnazia, e nel suo intervento sull’Intelligenza Artificiale fa un appello: bisogna bandire le armi automatiche in grado di segliere in autonomia se uccidere o meno un essere umano. Una scelta del genere deve per forza restare saldamente nelle mani dell’uomo, perché scegliere non vuol dire decidere. Decidere è un atto che presuppone un’etica condivisa, che deve proteggere ad ogni costo il diritto fondamentale alla vita.
Etica al centro del dibattito sull’AI: bandire l’uso delle armi letali autonome
“In un dramma come quello dei conflitti armati è urgente ripensare lo sviluppo e l’utilizzo di dispositivi come le cosiddette ‘armi letali autonome’ per bandirne l’uso, cominciando già da un impegno fattivo e concreto per introdurre un sempre maggiore e significativo controllo umano. Nessuna macchina dovrebbe mai scegliere se togliere la vita ad un essere umano”. Così il Papa nel suo discorso al G7 di Borgo Egnazia.
Il Papa sottolinea il rapporto “tra libertà e responsabilità” e questo “vuol dire parlare di etica”.
“Quando i nostri antenati, infatti, affilarono delle pietre di selce per costruire dei coltelli, li usarono sia per tagliare il pellame per i vestiti sia per uccidersi gli uni gli altri. Lo stesso si potrebbe dire – afferma il Papa – di altre tecnologie molto più avanzate, quali l’energia prodotta dalla fusione degli atomi come avviene sul Sole, che potrebbe essere utilizzata certamente per produrre energia pulita e rinnovabile ma anche per ridurre il nostro pianeta in un cumulo di cenere”.
Il Papa avverte che “l’intelligenza artificiale, però, è uno strumento ancora più complesso. Direi quasi che si tratta di uno strumento sui generis. Così, mentre l’uso di un utensile semplice (come il coltello) è sotto il controllo dell’essere umano che lo utilizza e solo da quest’ultimo dipende un suo buon uso, l’intelligenza artificiale, invece, può adattarsi autonomamente al compito che le viene assegnato e, se progettata con questa modalità, operare scelte indipendenti dall’essere umano per raggiungere l’obiettivo prefissato”.
Il Papa, la tecnologia deve essere al servizio dell’essere umano
Il Papa chiede inoltre che l’intelligenza artificiale sia coniugata con l’etica. “Solo se sarà garantita la loro vocazione al servizio dell’umano, gli strumenti tecnologici riveleranno non solo la grandezza e la dignità unica dell’essere umano, ma anche il mandato che quest’ultimo ha ricevuto di coltivare e custodire il pianeta e tutti i suoi abitanti. Parlare di tecnologia è parlare di cosa significhi essere umani e quindi di quella nostra unica condizione tra libertà e responsabilità, cioè vuol dire parlare di etica”, aggiunge il Papa.
Il Papa, senza decidere condannati a futuro senza speranza
E’ l’uomo che deve sempre decidere, non le macchine. E’ l’appello del Papa ai Grandi del G7. “Di fronte ai prodigi delle macchine, che sembrano saper scegliere in maniera indipendente, dobbiamo aver ben chiaro che all’essere umano deve sempre rimanere la decisione, anche con i toni drammatici e urgenti con cui a volte questa si presenta nella nostra vita. Condanneremmo l’umanità a un futuro senza speranza, se sottraessimo alle persone la capacità di decidere su loro stesse e sulla loro vita condannandole a dipendere dalle scelte delle macchine”, il monito di Papa Francesco.
Papa, ‘Spetta alla politica creare condizioni per uso buono e fruttuoso’
“Spetta ad ognuno fare buon uso” dell’intelligenza artificiale e “spetta alla politica creare le condizioni perché un tale buon uso sia possibile e fruttuoso”, ha ammonito il Papa nel suo intervento consegnato, in parte letto, in occasione del suo intervento al G7 nella sessione dedicata all’intelligenza artificiale.
Il Papa ha voluto ribadire “in questa occasione che ‘davanti a tante forme di politica meschine e tese all’interesse immediato la grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi e pensando al bene comune a lungo termine. Il potere politico fa molta fatica ad accogliere questo dovere in un progetto di Nazione e ancora di più in un progetto comune per l’umanità presente e futura’”.
Richiamando l’importanza di una ‘sana politica’ “per guardare con speranza e fiducia al nostro avvenire”, il Pontefice, attingendo all’enciclica sociale Laudato si’, ha evidenziato che “‘la società mondiale ha gravi carenze strutturali che non si risolvono con rattoppi o soluzioni veloci meramente occasionali. Ci sono cose che devono essere cambiate con reimpostazioni di fondo e trasformazioni importanti. Solo una sana politica potrebbe averne la guida, coinvolgendo i più diversi settori e i più vari saperi. In tal modo, un’economia integrata in un progetto politico, sociale, culturale e popolare che tenda al bene comune può aprire la strada a opportunità differenti, che non implicano di fermare la creatività umana e il suo sogno di progresso, ma piuttosto di incanalare tale energia in modo nuovo’”.
Papa al G7: AI rischia di legittimare anche le fake news
Un uso non controllato o ragionato dell’intelligenza artificiale fa correre “il rischio di legittimare delle fake news e di irrobustire il vantaggio di una cultura dominante, ma di minare altresì il processo educativo in nuce”, ha aggiunto il Papa.
Toccando il tema dell’educazione e della formazione, Francesco ha poi aggiunto che uno strumento tecnologico così evoluto “che dovrebbe fornire agli studenti la possibilità di una riflessione autentica, rischia di ridursi a una ripetizione di nozioni, che verranno sempre di più valutate come inoppugnabili, semplicemente in ragione della loro continua riproposizione”.
Ia: Papa, ‘no alla tecnocrazia, sia baluardo contro la sua espansione’
“Non possiamo nascondere il rischio concreto, poiché insito nel suo meccanismo fondamentale, che l’intelligenza artificiale limiti la visione del mondo a realtà esprimibili in numeri e racchiuse in categorie preconfezionate, estromettendo l’apporto di altre forme di verità e imponendo modelli antropologici, socio-economici e culturali uniformi”, ha sottolineato il Papa.
“Il paradigma tecnologico incarnato dall’intelligenza artificiale – ha avvertito -rischia allora di fare spazio a un paradigma ben più pericoloso, che ho già identificato con il nome di ‘paradigma tecnocratico’. Non possiamo permettere a uno strumento così potente e così indispensabile come l’intelligenza artificiale di rinforzare un tale paradigma, ma anzi, dobbiamo fare dell’intelligenza artificiale un baluardo proprio contro la sua espansione”.
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