Gli USA stanno producento molta più energia di quanto ne consumino

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Per decenni, gli Stati Uniti sono stati un consumatore netto di energia, consumando più energia di quella prodotta, ma la situazione è cambiata recentmente. Negli scorsi anni il forte aumento della produzione di petrolio e gas in seguito al boom dello shale e la rivoluzione delle energie rinnovabili in corso hanno contribuito a cambiare la traiettoria energetica negli ultimi 15 anni.

Ora la U.S. Energy Information Administration (EIA) ha riferito che la produzione di energia degli Stati Uniti ha superato  il consuma un livello record nel 2023.

Secondo l’EIA, la produzione energetica degli Stati Uniti è aumentata del 4%, raggiungendo quasi 103 quadrilioni di unità termiche britanniche (quad) nel 2023, un record per il Paese. D’altra parte, il consumo di energia è sceso dell’1% a 94 quadrilioni nello stesso periodo, il che significa che la produzione ha superato il consumo di 9 quadrilioni, il margine più ampio dal 1949.

La produzione di gas naturale secco è aumentata del 4% nel 2023 e del 58% dal 2013, mentre la produzione di petrolio greggio è cresciuta del 9% dal 2022 e del 69% dal 2013. Nel frattempo, la produzione di energia rinnovabile è aumentata dell’1% rispetto all’anno precedente e del 28% dal 2013, raggiungendo otto quadranti di energia. La produzione di energia solare ha registrato un’impressionante crescita del 15% su base annua nel 2023, mentre la produzione di energia eolica è diminuita del 2%. Ecco il grafico di come sia cresciuta la domanda e l’offerta di energia negli USA

produzione consumo di energia negli USA

Sul versante opposto, il consumo energetico degli Stati Uniti è sceso dell’1%, in gran parte guidato da un calo del 17% del consumo di carbone. La domanda di carbone ha subito una flessione per anni, raggiungendo il livello più basso in oltre un secolo, in gran parte a causa della riduzione del suo ruolo nella generazione di elettricità, dovuta all’elevata impronta di carbonio.

“La produzione di gas naturale ha continuato ad aumentare nonostante i prezzi più bassi, perché il gas naturale viene prodotto come sottoprodotto della produzione di petrolio greggio. Questo è particolarmente vero nel Bacino Permiano, che rappresenta quasi la metà della produzione di petrolio greggio degli Stati Uniti”, ha detto Chris Higginbotham, portavoce dell’EIA.

Negli anni vi è stata, ovviamente, una variazione nel mix energetico americano negli anni, e qui potete valutare l’evoluzione.

Nel frattempo la domanda dei combustibili fossili inizia a muoversi. Il prezzo del petrolio WTI è rimbalzato e sta superando gli 81 doollari a barile, sulla pressione delle preoccupazioni di un’offerta non adeguata rispetto alla domanda. Allo stesso modo il prezzo TTF europeo si è stabilizzato.


I futures sul gas naturale degli Stati Uniti sono scesi sotto i 2,61 dollari/MMBtu nella sessione intraday di venerdì, dopo il rapporto dell’EIA sull’accumulo di stoccaggio. Secondo il rapporto, le utility statunitensi hanno iniettato 52 miliardi di piedi cubi di gas naturale nello stoccaggio la scorsa settimana, leggermente al di sotto dell’accumulo previsto di 53 bcf.

Le scorte di gas degli Stati Uniti sono ora del 20,6% al di sopra della norma stagionale. I prezzi del gas naturale si avviano verso la terza settimana consecutiva di ribassi a causa dell’aumento della produzione, dopo che un precedente aumento ha spinto alcuni produttori a riprednere le trivellazione. Quindi il gas è abbondante negli USA; e non solo, molto conveniente.


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