Huawei in difficoltà con i chip AI, le sanzioni USA funzionano

  ICT, Rassegna Stampa
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Huawei a corto di chip AI Ascend

La migliore alternativa ‘made in China’ ai chip AI di Nvidia sono gli Ascend 910B di Huawei, ma secondo quanto riportato dalla testata The Information, in un articolo firmato da Qianer Liu e Amir Efrati, le sanzioni imposte dall’amministrazione Biden al gigante tecnologico cinese sembrano funzionare.

A quanto pare, nelle ultime settimane Huawei avrebbe incontrato serie difficoltà ad aumentare la produzione del suo chip di intelligenza artificiale Ascend 910B, con gravi ripercussioni sulle forniture verso grandi aziende cinesi come Baidu e Alibaba.

Un successo per il Dipartimento del Commercio USA

D’altronde, come spiegato dal portavoce del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti agli autori dell’articolo, “Huawei rappresenta una minaccia continua alla nostra sicurezza nazionale, dobbiamo rimanere concentrati nel rintracciare qualsiasi tentativo di evasione o elusione dei nostri controlli”.

I funzionari americani, giustamente, non si fidano dei grandi giri che le merci possono compiere nei transiti globali (il caso del gas e del petrolio russi sotto sanzioni che ancora arrivano in Europa è un esempio eclatante).

Necessario l’aiuto dei produttori di chip AI americani

La produzione di chip a cui si appoggia il gigante di Shenzhen è di generazione passata, le fabbriche asiatiche su cui può fare affidamento non hanno raggiunto i livelli di qualità e innovazione delle taiwanesi TSMC e UMC o della coreana Samsung.

Questo stato di cose potrebbe spingere Huawei ad utilizzare tecnologia americana per non mettere a repentaglio gli ordini.

Già alla fine dello scorso anno, proprio nel timore che il governo statunitense possa imporre ulteriori restrizioni, le più importanti società tecnologiche cinesi si stanno affrettando ad acquistare microchip ad alte prestazioni di Nvidia (Alibaba, Baidu, ByteDance e Tencent e Alibaba hanno ordinato alla società con sede a Santa Clara, in California, processori per un valore totale di 5 miliardi di dollari).

L’obiettivo di Washington era proprio questo: rendere la vita difficile alle aziende cinesi e favorire quelle americane, in ogni comparto produttivo, soprattutto quelli più strategici, tra cui i semiconduttori.

La lista nera

Secondo quanto riportato da qz.com, per lo smartphone Mate 60, dotato di chip Kirin 9000, con tecnologia a 7 nanometri, Huawei e il suo principale produttore di chip Semiconductor Manufacturing International Corp (SMIC) hanno dovuto chiedere aiuto alle americane Applied Materials Inc. e Lam Research Corp per completare gli ordini.

Questo accadeva ad agosto 2023. Huawei è sulla lista nera commerciale stilata dal DoC degli Stati Uniti dal 2019, ma ha potuto ricevere strumenti avanzati per la produzione di chip da aziende statunitensi, grazie ad una licenza speciale per questo tipo di transazioni.

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