Il 5G sostituirà il nuovo digitale terrestre entro 10 anni?

  ICT, Rassegna Stampa
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In Europa, lo spegnimento delle trasmissioni terrestri in DVB-T e il passaggio al DVB-T2 previsto entro il 2022 per il rilascio della banda 700 Mhz alle Telco per attivare servizi 5G, ridefinisce la prossima generazione di tecnologie di distribuzione, cercando di rispettare la roadmap concordata. Il 2019 è stato un anno fondamentale per il 5G: gli operatori hanno iniziato a lanciare servizi commerciali, i casi d’uso aziendali sono diventati più chiari.

Dopo l’Italia anche in Spagna il governo ha approvato nel giugno 2019 un pacchetto di 150 milioni di euro di aiuti di Stato per facilitare la migrazione dalla televisione DTT al DVB-T2. I fondi andranno alle comunità locali per finanziare la risintonizzazione delle antenne TV poiché le emittenti DTT rinunceranno alle frequenze nella banda UHF 694-790 MHz per i servizi 5G. Gli spagnoli devono risintonizzare le loro antenne, poiché tutti i canali DTT devono spostarsi su frequenze inferiori a 694 MHz entro il 2020. Questo era il piano prima della pandemia del COVID-19. Recentemente, nel Regno Unito il regolatore Ofcom ha spostato con successo le emittenti televisive dalla frequenza 700 MHz con lo spettro che sarà venduto all’asta agli operatori mobili nel gennaio 2021; lo useranno per supportare i loro sforzi di implementazione del 5G.

Per un tempo ragionevole trasmissione sia in DTT sia in 5G

Si prevede che sia le trasmissione DTT sia 5G (quando pronte) coesisteranno per un tempo ragionevole.

Tutto il contesto è attualmente caratterizzato da una crescente preoccupazione per le emittenti di utilizzare il DTT come principale modalità di distribuzione, vista la marginale disponibilità di televisori compatibili, e più in generale la convinzione che senza generosi incentivi, lo spettatore che attualmente ha accesso anche ad altri servizi via diverse modalità di trasmissione (satellite e soprattutto banda larga) potrebbero decidere di non sostenere i costi di questa transizione a proprie spese.

Tutto ciò potrebbe determinare, alla fine del 2022, un divario ancora più marcato per la fruizione della TV DTT, tra la situazione pre e post DVB-T2. Per 8 broadcaster su 10 il 5G sostituirà il DVB-T2, molto probabilmente entro 10 anni, ma, secondo la previsione del XVIII Rapporto Annuale Turning Digital di ITMedia Consulting, solo dopo un lungo periodo di transizione, per far raggiungere alle reti 5G un elevato livello di maturità.

Lo stato della televisione in Europa

Nel 2019 i ricavi totali del mercato televisivo in Europa occidentale hanno raggiunto € 101,9 Mld, con un incremento dell’1,5% sull’anno precedente, in linea in termini reali con il tasso inflazione dell’1,4%. Questa tendenza a destinata a mutare radicalmente nel 2020, in conseguenza della emergenza Covid-19, con decrementi previsti prossimi al 10%. I dati sono contenuti nell XVIII Rapporto Annuale Turning Digital di ITMedia Consulting sullo stato della televisione ed i principali trend in Europa, la cui pubblicazione integrale è prevista per il 24 settembre prossimo.

Il mercato della pay-TV ha continuato a crescere nel 2019. I tradizionali operatori di pay-TV sono ora in competizione con i fornitori di servizi di streaming, principalmente SVOD, i cui ricavi continuano ad aumentare. In tutti i paesi, la pay-TV continua ad evolversi e cambiare, adattandosi al nuovo ambiente digitale. Anche qui la situazione è radicalmente cambiata, con una accelerazione del trend negli ultimi mesi, a causa del COVID-19. 

La pubblicità televisiva è rimasta pressoché stabile, con un lieve calo dell’1,3%. Qui più che in altri ambiti la pubblicità televisiva è destinata a ridurre drasticamente i ricavi a causa della profonda crisi economica. La sostituzione con la pubblicità online continuerà anche in futuro anche se il 2020 appare un anno di transizione e di contrazione per tutto il settore pubblicitario. 

In conseguenza di questi fattori, la pay-TV rafforza la sua posizione di primaria risorsa nel mercato televisivo europeo, rappresentando oltre il 60% dei ricavi totali (pubblicità + abbonamento). 

Nonostante i profondi cambiamenti, il mercato televisivo tradizionale è stato resiliente negli ultimi dieci anni rispetto all’ascesa del digitale. Gli aumenti dei prezzi della TV hanno compensato in certa misura il calo del pubblico ma il futuro appare molto meno incoraggiante.

L’arrivo di servizi di streaming direct-to-consumer e la disponibilità di massa di dispositivi connessi potrebbero aver portato a una scelta quasi eccessiva per i consumatori di video, ma tali servizi vengono sempre più utilizzati in modo autonomo. 

In tal senso, l’AVOD, modello in forte crescita, ha riscosso un crescente interesse. Il mercato AVOD in Europa è in una fase di consolidamento e deve ancora diventare un asset strategico. D’altra parte, ci sono paesi dell’Europa occidentale in cui l’AVOD sta cominciando a emergere come una componente rilevante. ITMedia Consulting valuta che i ricavi totali del settore AVOD (esclusa YouTube) nel 2019 rappresentino il 15% dell’intero mercato televisivo e video dell’Europa Occidentale, con i primi due Paesi, Regno Unito e Germania, che valgono oltre 1/3 del totale. 

Per approfondire:

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