Il Digital Services Act (Dsa) è una grande opportunità sia per rendere l’ecosistema online più sicuro per i consumatori sia per introdurre nuovi strumenti per la tutela e lotta alla pirateria audiovisiva. Ma la proposta legislativa della Commissione europea, relativa a un mercato unico dei servizi digitali, può essere rafforzata per contrastare in modo più efficace e tempestivo (per esempio, con la rimozione in 30 minuti) i contenuti illeciti digitali che violano il diritto d’autore.
Alcune proposte sono state avanzate da Venezia, in occasione della 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, in particolare dai relatori dell’evento “Why the Audiovisual Industry Cares about the EU Digital Services Act: Protection for Production!”, organizzato dalla Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del MiC, ANICA, Cinecittà e MPA.
Il sottosegretario Moles: “Con Dsa individuare nuove soluzioni per la tutela e lotta alla pirateria audiovisiva sul web”
“Il Dsa è una grandissima occasione e credo sia raggiungibile un sistema europeo antipirateria con un coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti per individuare soluzioni per la tutela e lotta alla pirateria audiovisiva sul web”, ha affermato Giuseppe Moles, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con Delega per l’Informazione e l’Editoria. Moles ha ricordato con i recenti dati di Ipsos/Fapav i danni della pirateria audiovisiva in Italia: “449 milioni di euro è il danno della pirateria audiovisiva sul Pil, con 200 milioni di euro sottratto allo Stato e 6mila posti di lavoro andati in fumo”.
Borrelli (MiC): “Il governo sostiene le esigenze dell’industry per rafforzare il testo del Dsa”
“Il governo italiano sostiene gli autori, i produttori e i distributori di contenuti audiovisivi anche sul web”, ha precisato Nicola Borrelli, direttore della Direzione generale Cinema e audiovisivo del ministero della Cultura. “L’esecutivo e il Parlamento in questi giorni stanno recependo tre direttive europee per il settore: tra cui, nuove norme sul diritto d’autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale e testo unico dei servizi media audiovisivi”.
Per quanto riguarda il Digital Services Act, Borrelli ha ricordato che sarà emanato “nel corso nel 2023 ed avrà effetti dalla fine di quell’anno e/o dal 2024”. “Il governo”, ha aggiunto, “è al lavoro sul Dsa ed ha istituito un gruppo di lavoro interministeriale guidato dal ministro dell’Innovazione e della transizione digitale Vittorio Colao”.
Ecco le proposte dall’industry mondiale del settore audiovisivo emerse dall’evento con l’obiettivo di farle giungere al tavolo interministeriale per rafforzare la protezione di film, serie tv, eventi live dalla distribuzione illegale sul web. “Su questo il nostro impegno è massimo”, ha concluso il direttore della Direzione generale Cinema e audiovisivo del ministero della Cultura.
McCoy (MPA): “Imporre con il Dsa il protocollo KYCB per avere più trasparenza e protezione dei contenuti audiovisivi online”
“È il momento di avere più coraggio di introdurre regole più severe per rendere l’ambiente online più sicuro e per trovare, con il Dsa, nuove soluzioni per proteggere i business legali in tutta Europa e contrastare più efficacemente la pirateria audiovisiva”, ha detto Stan McCoy, Presidente MPA EMEA.
Per McCoy: “C’è necessità di imporre, nel recepimento del Digital Services Act, ai marketplace online e in generale a tutti gli operatori del web il Know Your Business Customer (KYBC)”.
Che cos’è il Know Your Business Customer
È un protocollo che consente di sapere con certezza chi c’è dietro una piattaforma online. Nel caso in cui i dati identificativi risultassero falsi, fuorvianti o comunque non validi, l’intermediario dovrà interrompere la fornitura dei propri servizi al rispettivo cliente.
Perché richiedere l’adozione di KYBC?
La Commissione europea ha mostrato interesse verso il Know Your Business Customer. Tuttavia, afferma l’industry dell’audiovisivo, “siamo preoccupati che finora la Commissione finora abbia menzionato solo gli obblighi di KYBC nel contesto dei mercati online. Un approccio così limitato rappresenterebbe un’occasione persa per affrontare l’ampio contesto dei contenuti illegali online”.
Richiedere alle realtà commerciali di rivelare la loro vera identità su Internet ridurrebbe automaticamente i contenuti illegali online e faciliterebbe notevolmente gli sforzi dei consumatori e delle aziende nel richiedere un risarcimento per i danni subiti.
L’europarlamentare Verheyen: “Entro le 24 ore rimuovere i contenuti illegali”
“Con il Digital services act dobbiamo tutelare i consumatori online e vogliano regolamentare le piattaforme su come gestire i contenuti pirati, obbligando quest’ultime a una maggiore responsabilità e tracciabilità”, ha detto nel corso dell’evento Sabine Verheyen, europarlamentare e presidente della Commissione Cultura.
“Entro le 24 ore occorre rimuovere i contenuti illegali, se considerati tali ed impedire la loro ri-pubblicazione”, ha aggiunto l’europarlamentare.
Ma 24 ore per la rimozione possono ancora dimostrarsi una chance per i criminali che trasmettono online contenuti audiovisivi violando il copyright. Si pensi a una partita di calcio in diretta o alla prima puntata di una serie Tv di successo o alla prima di un film in sala. Con 1 giorno di tempo il bottino può soddisfacente per i pirati.
Capitanio (Commissione Tlc): “Rimozione dei contenuti illegali in 30 minuti”
Per questo motivo, c’è chi, come Massimiliano Capitanio, deputato e membro della Commissione Tlc, si batte per “effettuare la rimozione dei contenuti piratati online in 30 minuti dalla pubblicazione o dalla trasmissione”.
Capitanio è il primo firmatario della proposta di legge per rafforzare la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d’autore attraverso le piattaforme digitali (dai siti web fino a Telegram).
“Il 7 settembre inizierà l’iter parlamentare della proposta di legge”, ha annunciato Capitanio a Venezia. “Il testo fissa sia un principio di legalità sia culturale. Così come è un reato bere un caffè al bar senza pagarlo, allo stesso modo è un reato leggere un giornale piratato attraverso canali Telegram”. Questa è la sfida culturale portata avanti dal deputato. Nel testo della proposta di legge si attribuiscono più poteri ad Agcom: “Potrà intervenire subito per imporre rimozioni dei contenuti e sanzioni”.
Maccanico (Istituto Luce-Cinecittà): “Se non si protegge il diritto della proprietà intellettuale a rischio uno dei diritti fondamentali”
“La protezione della produzione mira alla difesa dei diritti, parlarne è decisivo”, ha esordito così Nicola Maccanico, ceo Istituto Luce-Cinecittà.
“Se non si protegge il diritto della proprietà intellettuale”, ha ammonito, è a rischio uno dei diritti fondamentali”. E per farlo è necessario, tra l’altro, “Far crescere la consapevolezza a partire dai giovani: è un reato fruire dei contenuti piratati, non è una “furbata”, ha detto Maccanico, per il quale “la difesa in ambito tecnologico dei diritti è la sfida dell’Europa, non solo dell’industry dell’audiovisivo”.
Bagnoli Rossi (Fapav): “Estendere a tutti gli operatori del web e non solo ai marketplace il KYBC”
“Il Digital Services Act costituisce una grande occasione per rafforzare le azioni e gli strumenti di tutela dei contenuti audiovisivi sul web, oggi ancora più determinanti per sostenere la fase di ripartenza del settore audiovisivo dopo la pandemia e porre così le basi per lo sviluppo di un ecosistema digitale sano, trasparente e realmente competitivo per tutte le aziende che vi operano” – ha dichiarato Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV – Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, tra i relatori dell’evento.
“La proposta di DSA in discussione nelle sedi europee si occupa di aspetti fondamentali in materia di tutela delle opere d’ingegno sul web, tra cui la responsabilità degli intermediari e alcune questioni cruciali per consentire delle efficaci rimozioni dei contenuti illegali come, ad esempio, il Notice and Stay Down oltre ad una auspicata tempistica più veloce e snella per la disabilitazione dei file illeciti”, ha spiegato Bagnoli Rossi.
“L’introduzione del Notice and Stay Down e la rimozione tempestiva dei contenuti illeciti entro 30 minuti rappresentano delle priorità che è necessario adottare quanto prima e che la tecnologia odierna è in grado di implementare” – ha precisato il Segretario Generale FAPAV.
“Un’altra questione fondamentale prevista dal DSA è l’approccio KYBC – Know Your Business Customer, che consentirebbe di contrastare l’anonimato di chi opera illegalmente sul web. L’auspicio è che tale protocollo venga esteso a tutti gli operatori del web e non solo ai marketplace”.
“Ci auguriamo che il Governo italiano – ha concluso Bagnoli Rossi – possa negoziare con fermezza con gli altri Stati Membri al fine di garantire la massima tutela dei titolari dei diritti e delle industrie culturali poiché assicurare la legalità sul web è ormai imprescindibile per permettere al comparto delle industrie creative di dare pieno slancio all’economia nazionale, soprattutto in un momento come quello attuale in cui l’industria audiovisiva ha ampliato sempre più l’offerta legale con nuovi e innovativi modelli di business”.
Fratini (Anica): “Le 4 cose da fare per migliorare il Dsa”
“Il Dsa armonizza un quadro di norme e direttive sul copyright e i contenuti audiovisivi”, ha detto Alessandra Fratini – EU Affairs Counsel, ANICA. Ma può essere rafforzato il testo, secondo Fratini, con 4 migliorie:
- Creare una relazione tra Dsa e diritto d’autore
- Gli operatori il cui business è il traffico di contenuti illegali non possono beneficiare delle limitazioni ed esenzioni di responsabilità per le piattaforme previste dalla proposta legislativa.
- Notice and stay down: la reazione dei regolatori deve essere tempestiva
- Obbligo di profilazione per evitare a chi diffonde contenuti illegali di operare al fianco di quelli legali online. KYBC a tutti i provider.
Rivkin (MPA): “Occorre avere un ‘Chiellini’ per il copyright”
Nell’intervento conclusivo Charles H. Rivkin, presidente e CEO MPA, ha utilizzato il parallelismo con Giorgio Chiellini, capitano degli Azzurri vincitori degli Europei, per indicare la migliore protezione possibile ai contenuti tutelati dal diritto d’autore: “Come Chiellini ha difeso la Nazionale così il copyright è fondamentale per l’industria audiovisiva”.
“Il Dsa”, ha concluso, “non protegge la proprietà intellettuale. Occorre, ora, fare squadra con tutti i soggetti coinvolti per introdurre gli obblighi di notice and stay down e KYBC per tutti gli operatori online. Abbiamo bisogno di un ‘Chiellini’ del copyright”.
Per approfondire:
https://www.key4biz.it/il-digital-services-act-in-scena-alla-mostra-di-venezia-lindustry-mondiale-estendere-il-kybc-a-tutti-gli-operatori-del-web-contro-la-pirateria-a/372646/