Lo Spazio è di recente tornato al centro dell’interesse generale, anche grazie allo sviluppo di grandi costellazioni satellitari che possono contribuire in modo significativo al rispetto del diritto dell’umanità alla connessione a Internet.
Il numero di satelliti già lanciati ma soprattutto pianificati è enorme ma, per fortuna, è anche aumentata la consapevolezza e le iniziative per proteggere l’ambiente spaziale da una crescita incontrollata dei detriti spaziali e dalle conseguenti criticità per le attuali e future attività nello Spazio. L’ESA (European Space Agency) è estremamente attiva in tale ambito e suoi report sull’ambiente spaziale regolarmente pubblicati consentono di avere una visione quantitativa sul numero di detriti e sul loro costante incremento.
Nonostante l’esistenza di linee guida per il contenimento dei detriti spaziale e il fatto che appare in crescita il rispetto di esse da parte dei vari operatori, il livello di sostenibilità dell’ambiente spaziale è ancora insoddisfacente non solo ad oggi ma anche in prospettiva.
Come fare per migliorare la situazione?
Seguire sempre più diffusamente le linee guida esistenti per minimizzare l’impatto in termini di detriti è certamente un passo necessario per rendere l’ambiente spaziale più sostenibile. A questo va aggiunta l’opportunità di prevedere missioni per la rimozione dei detriti già presenti.
Anche il coordinamento tra i diversi operatori potrebbe rivelarsi un chiave vincente, magari in un contesto che incentivi la realizzazione di sistemi sostenibili oppure scoraggi quella di sistemi non rispettosi delle linee guida.
A quanto detto si aggiunge, poi, l’affascinante sfida di ripensare, in un modo orientato alla sostenibilità dello Spazio, la pianificazione e sviluppo delle future costellazioni. Il progresso tecnologico, infatti, è un valido alleato per immaginare un approccio alla progettazione innovativo e in linea con l’obiettivo di razionalizzare l’hardware pur mantenendo gli ambiziosi obiettivi di connettività globale.
Tra gli elementi più promettenti per la progettazione e realizzazione di infrastrutture di comunicazione satellitare rispettose dell’ambiente spaziale ci sono il paradigma SD (Software-Defined) applicato alla rete e all’immagazzinamento dei dati nonché l’Intelligenza Artificiale (IA).
Software contro hardware: è questa la sfida?
La sostenibilità dello Spazio ha, dunque, nella pervasività del software un valido alleato. Un satellite “pilotato” dal software diventa un nodo di rete flessibile e quindi collaborativo per una efficace riconfigurabilità e riuso dell’hardware.
Non bisogna però dimenticare che il software per funzionare ha bisogno di hardware e si rende, quindi, necessario un approccio innovativo anche nello sviluppo del software affinché esso divenga un reale supporto alla razionalizzazione dell’hardware spaziale.
Il ruolo della AI per uno Spazio “pulito”
Le sfide progettuali per costellazioni ad alto livello di razionalizzazione dell’hardware e di software “leggeri” in termini di hardware necessario per il loro funzionamento potrebbero trarre enormi benefici dagli algoritmi di AI.
La AI potrebbe essere un acceleratore nella progettazione di costellazioni satellitari capaci di integrarsi, riducendo il numero di satelliti effettivamente necessari a parità di servizi offerti, sia con quelle già esistenti che con quelle pianificate. Inoltre, gli algoritmi intelligenti potrebbero offrire efficace ausilio nella gestione della rete spaziale e delle operazioni legate al regime di flessibilità della rete stessa.
Non ci sono ancora soluzioni definitive, ma l’obiettivo di rendere l’ambiente spaziale sostenibile impone sfide importanti a livello progettuale e realizzativo, evidenziando altresì la necessità di un più ampio coordinamento per garantire una connettività sempre più estesa in uno Spazio sempre più “pulito”.
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